Fatti
Sa Cunfrarìa Nostra Sennora de s’Orrosariu de Loceri
di Alessandro Podda
Maestro di formazione della Confraternita.
Pregare con il Rosario, non è altro che contemplare con Maria il volto di Gesù, per ripartire da lui in ogni momento della nostra vita. La confraternita intitolata alla Beata Vergine del Rosario, conosciuta da tempo immemorabile, è stata attiva in Loceri fino alla fine degli anni 70 per esser poi recentemente ricostituita nel nuovo spirito del Concilio Vaticano II. L’iniziativa, accolta con gioia dal parroco don Giovanni Piroddi, adotta uno statuto provvisorio in attesa di uno definitivo approvato dal vescovo.
Il desiderio di valori autentici ci induce a rivolgerci a Maria chiedendo conforto costante e Materna protezione. Scopo della confraternita è quello di riunire un gruppo di fedeli che si impegnano ad aiutarsi: nella pratica della vita cristiana, nella via specifica della spiritualità mariana. nella partecipazione alla vita liturgica e si rende disponibile alla pastorale della parrocchia.
Papa Francesco ci ricorda che Gesù ci ha scelti per annunciarlo e testimoniarlo ci interroga chiedendoci se siamo capaci di portare la Parola di Dio nei nostri ambienti di vita e in famiglia, con le persone che fanno parte della nostra vita quotidiana. Ecco questo è per noi far parte di una confraternita testimoniare e vivere Cristo.
Indossare un abito non vuole essere un banale tornare a su connottu, ma un impegno vissuto al presente, nella prospettiva di un cammino sempre in atto. L’abito consistente in: una tunica bianca, richiamo alla veste del battesimo ed é un distintivo di carità inteso come abito di servizio. Il cordone, é un richiamo a sentirsi stretti alla Legge di Dio. La mozzetta nera e la corona del rosario alla cinta, rimandano alla devozione particolare a san Domenico Guzman che ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del rosario, e si prodigò per la diffusione della pia pratica della recita del rosario. Il cappuccio di colore bianco è segno di umiltà e nascondimento, indica l’anonimato delle buone opere.
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Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.
Hermanu, l’olio della longevità
di Tonino Loddo.
I frati questuanti che un tempo venivano in Ogliastra, quando bussavano alle porte delle case chiedevano ollu hermànu, l’olio che consideravano il vero elisir di lunga vita. Di tutto il resto potevano anche fare a meno, ma di quell’olio no…
Cercavano soprattutto olio, i frati questuanti che venivano in Ogliastra. Avevano capito che in quel dorato e profumato alimento si trovava il segreto di una longevità che non scorgevano in altre parti della Sardegna. Non che ce ne fosse in abbondanza, perché la varietà d’olivo autoctona da cui proveniva (l’ogliastrina, appunto) era riservata e severa; i frutti erano (e sono) piuttosto piccoli e la produzione modesta. Insomma, un condimento da non sprecare, al punto che le mamme piene di cose da fare, al sentire il bambino piangere per capriccio, usavano dire: «Ciài no as’a pràngir’ollu». L’importante era custodirlo bene, quell’olio, e dosarlo con parsimonia. Sprecarlo era come commettere un peccato grave. Anche perché quegli ulivi solenni non erano facili da coltivare, aggrappati com’erano – sovente – a pendii scoscesi, lì dove erano nati ed erano cresciuti e da generazioni accuditi con amore e perfino con tenerezza.
Eppure, di quest’olio salutare fino a qualche anno fa s’erano perse quasi del tutto le tracce. Era possibile trovarlo nelle mense delle spesso povere case d’Ogliastra, conservato di anno in anno come bene prezioso. Si sarebbe anche voluto vendere, ma nessuno veniva a cercarlo… Insomma, un tesoro prezioso ma senza valore.
Fino a quando un gruppo di produttori non ha avuto l’intuizione giusta. Mettiamoci insieme e proviamo a fare sistema. Era il 1995, quando fu fondata a Lanusei la Cooperativa piccoli produttori e coltivatori d’Ogliastra, un gruppetto di agricoltori che individuarono nell’organizzazione cooperativa la strada per riunire le forze disperse della loro eccellente produzione; benché, infatti, il loro olio fosse di altissima qualità, era per essi impossibile affrontare il mercato sia a causa della polverizzazione fondiaria del territorio e sia a causa dei costi esorbitanti che la gestione della commercializzazione avrebbe richiesto. Sotto la guida entusiasta del primo presidente, Mario Aresu, fu individuato un sito in cui costruire un frantoio all’avanguardia, in cui raccogliere il prodotto da avviare alla commercializzazione e fu creata una rete per l’assistenza tecnica dei soci. Oggi la cooperativa conta 250 soci che conferiscono presso il frantoio sociale la loro produzione, in gran parte di alta collina, con procedimenti che ne preservano i valori e metodi di coltivazione antichi. Da quel lontano 1995 si sono susseguiti alla guida della cooperativa cinque presidenti (Attilio Orrù, Andrea Murgia, Giuseppe Angius, fino all’attuale Italo Rosini).
Un regolamento interno preciso e perfino maniacale, prevede che i soci debbano conferire le olive unicamente in cassette, entro 24 ore dalla raccolta, in modo che il prodotto mantenga intatte tutte le sue caratteristiche.
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Dall’Ogliastra al Congo: solidarietà senza confini
di Claudia Carta.
Dal 16 al 26 a Tortolì, nei locali dell’ex Bar Del Corso, sarà possibile sostenere con una piccola donazione il Centre de Santé intitolato a Franco Laconca.
Sarebbe stato contento Franco La Conca. Anzi, lo è senz’altro. E non perché la sua Juventus si appresta a vincere il sesto scudetto consecutivo. O almeno, non solo per questo. Ma perché il suo cuore di uomo appassionato della vita continua a battere forte nelle iniziative di solidarietà e di vicinanza nei confronti di chi non ha mai avuto nulla. Spirito indomito e tenace. Uomo di panchina. Pronto a giocare al cardiopalma ogni partita, anche la più difficile.
Tortolì e Kenge. Ogliastra e Kwango. Sardegna e Congo. Qui nasce il Centro di primo soccorso “Franco La Conca”. Qui chi sta male incontra la speranza di essere guarito. Qui chi non ha un soldo sa bene che non troverà la porta chiusa. Qui lo Stato ancora non c’è. Ma c’è una mano tesa che reca in dono sempre una nuova possibilità. È la mano dell’Ogliastra solidale. La stessa fortemente voluta da chi quell’uomo lo ha conosciuto, seguito e amato. Elvira, sua moglie. Luciana, Emanuela e Daniela, le sue figlie.
Mattone dopo mattone, fango e argilla, intonaco e vernice. Pian piano il Centre de Santé viene su. Le sue stanze diventano braccia pronte ad accogliere, orecchie disposte ad ascoltare, mani capaci di dare assistenza ai più poveri, somministrare le cure mediche di prima necessità, insegnare a leggere e scrivere, sostenere le ragazze madri senza istruzione, strappare via i più giovani dalle mani sporche e spietate della delinquenza locale.
Goccia a goccia, il mare della solidarietà cresce. L’Ogliastra si mobilita. Ancora una volta. Eccola, dunque, la pesca di beneficenza. Dal 18 al 26 marzo, a Tortolì. Con due euro e cinquanta, a casa con un premio sicuro: complementi d’arredo, oggetti tecnologici, abbigliamento, giocattoli… Il premio più grande? La gioia di portare la vita. Tutto il ricavato, infatti, sarà utilizzato per l’acquisto di medicinali di primo soccorso.
Sarà don Floribert Kiala, originario del Congo, già vice parroco a Sant’Andrea di Tortolì negli anni scorsi, a preoccuparsi di consegnare tutto al centro congolese.
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Quali prospettive per Lanusei?
di Riccardo Virdis.
Nelle sedi politiche locali c’è un po’ di agitazione in vista delle prossime elezioni amministrative, con il graduale posizionamento di coloro che aspirano a ricoprire i futuri incarichi alla guida del Comune. È legittimo in questa fase, che dura in sordina ormai da alcuni mesi, esprimere giudizi favorevoli o contrari sull’operato degli amministratori uscenti, e che il dibattito tenda a divenire più acceso in vista della definizione delle liste elettorali: la discussione è il sale dei nostri confronti politici, è bene che ci sia, e produrrà sicuramente risultati.
La vita religiosa: ammantare il mondo di tenerezza
di Manolo Venturino.
La Sacra Scrittura narra la storia del legame di amore tra Dio e l’umanità. L’amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, perché “Dio è amore”: si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita. Uno dei più rilevanti fenomeni d’oggi è la sete di Dio, la sete di Amore, che si manifesta nel mondo in mille modi e maniere, dentro e fuori della Chiesa.
Assemblea elettiva dell’Azione Cattolica Diocesana
Si svolgerà a Lanusei domenica 19 febbraio, presso l’aula magna del Seminario Vescovile, la XVI Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica.
Tema: “Fare nuove tutte le cose”.
Il programma della giornata è il seguente:
Ore 8.30: Arrivi e Accoglienza
Ore 9.00: Saluto e breve lectio del Vescovo Antonello
Ore 9.45: Intervento di Simona Fodde, Delegata del Centro Nazionale
Ore 10.00: Relazione del Presidente diocesano e presentazione della bozza del Documento assembleare
Ore 10.20: Breve presentazione dei candidati al nuovo Consiglio
Ore 10.25: Pausa e contestuali elezioni
Ore 11.00: Dibattito e approvazione del Documento assembleare
Ore 12.00: Celebrazione eucaristica