In breve:

Editoriale

Maestri

Germogli di novità

di Augusta Cabras.

A una prima fase di euforia per la vacanza inaspettata è seguita la stanchezza per il peso di una didattica atipica. Ora è tempo della nostalgia. Dei propri compagni e insegnanti, della routine che regalava sicurezza e di quella normalità spesso mal sopportata. Gli studenti hanno nostalgia del tempo impegnato nello studio, nelle esercitazioni, nelle ricerche e verifiche, con gli appunti lasciati a metà e da riprendere in mano.
E gli insegnanti? La maggior parte di loro lavora più di prima, inventandosi nuove modalità didattiche pur di mantenere la relazione educativa con gli allievi, l’unica cosa importante, forse, in questo tempo anomalo, segnato dalla distanza. Questa situazione infatti, scardina il senso profondo della scuola e dell’insegnamento, frantumandone l’essenza. L’atto dell’insegnare, insieme a quello dell’imparare, necessita della prossimità, dello sguardo diretto, dell’orecchio ben teso per ascoltare non solo le parole, ma anche gli umori di una classe; presuppone la vicinanza e la relazione in presenza che nessun dispositivo mai può restituire.
Intanto tra le parti interessate – studenti, famiglie, docenti, politici chiamati a decidere sul futuro più prossimo – si aprono dibattiti su come finire l’anno scolastico. C’è chi è favorevole a una valutazione standard del percorso degli allievi nonostante sia viziato dall’emergenza e chi invece, respingendo questa tentazione, ancor peggio nella forma asettica del numero, preferisce che vengano apprezzati per la loro capacità di adattamento, per la dimestichezza nell’inventarsi nuove vie di conoscenza, nel fare della passione per la tecnologia l’àncora di salvezza nel mare magnum delle piattaforme didattiche.
Se in questa contemporaneità fatta di privazioni affettive, lezioni a distanza, compiti scaricati e allegati, di schermi che non funzionano e di audio distorti, volessimo infatti raccogliere semi da far germogliare, dovremmo cercarli nella pazienza dei bambini e dei ragazzi, in quei frammenti di sapere appresi per vie nuove e non canoniche, in quelle passioni scoperte perché il tempo lento delle giornate ne ha permesso il fiorire, in quei libri a cui è stata tolta la polvere, in quei film che hanno alimentato la straordinaria capacità di immaginare nuovi scenari. Perché al di là della lezione sull’umanesimo, sulla poesia, sulle figure retoriche e la funzione della h, importanti come tutto il sapere, potrà rimanere nella memoria e nell’esperienza, lo sguardo più attento sulle cose e la capacità di trovare soluzioni nel mezzo dell’emergenza.
La scuola può ripartire. Ed esserne stati privati può determinare un inizio con idee nuove e rinnovato entusiasmo.

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L’Ogliastra, sempre più presenti grazie ai social

La pagina Facebook, il profilo Instagram e il nuovo canale You Tube: l’informazione targata diocesi di Lanusei affianca sempre più al giornale cartaceo i canali multimediali, fra video, documentari, dirette

Una voce che varca gli stretti confini territoriali e continua a risuonare, oggi più che mai, per portare in tutte le case quel messaggio di speranza e vicinanza quanto mai indispensabile.
Anche il mensile della diocesi di Lanusei, L’Ogliastra, fa i conti con l’emergenza planetaria che sta radicalmente mutando abitudini e stili di vita. Lo fa con determinazione, senza fermarsi, rivoluzionando ritmi e strategie di lavoro, utilizzando tutti gli strumenti che la tecnologia offre (Internet e social) per costruire un prodotto editoriale capace ancora una volta di raccontare una terra, la sua gente e la sua Chiesa e di mettersi in comunicazione anche con quanti, tantissimi, sono fori sede, nel resto della penisola o all’estero e che ogni mese attendono l’arrivo della rivista per sentirsi a casa.
Sfruttando la preziosa piattaforma offerta dai social, a partire da marzo è stata attivata la rubrica web Prima pagina: uno spazio in onda ogni sabato dedicato alla rassegna stampa dei diversi giornali diocesani della Sardegna che – ultimamente in modo ancora più determinato e sinergico – collaborano reciprocamente per essere ancora più vicini alle comunità, per avvicinare i territori e far sentire il respiro universale della Chiesa.
Una volta al mese, inoltre, la presentazione ufficiale de L’Ogliastra, con l’anticipazione dei temi trattati e delle principali rubriche ospitate dal mensile.
Diocesi e redazione che hanno attivato il proprio canale You Tube (Ogliastraweb), dove vengono caricati e messi a disposizione di tutti gli iscritti, contributi video e servizi realizzati: ultimo è stato il video pubblicato nelle festività pasquali dove un drone ha mostrato il silenzio struggente di alcune realtà ogliastrine, insieme alla loro immutata bellezza. Ma sono diverse le novità in cantiere per i prossimi mesi.
Redazione sempre aperta in una via Roma, a Lanusei, deserta e avvolta da quel silenzio, appunto, che ormai è divenuto la colonna sonora di questi mesi. Riunioni di redazione rigorosamente in videoconferenza tra direzione, redattori, photo editor e grafico. Interviste e contatti unicamente telefonici. La postalizzazione del numero di marzo e aprile è avvenuta regolarmente, mentre la consegna a mano nelle varie comunità che si avvalgono della distribuzione non mediata da Poste Italiane è stata garantita personalmente dal direttore, unico autorizzato a effettuare gli spostamenti.
In alcune realtà, come Villagrande Strisaili, il titolare dell’edicola locale si è messo a disposizione, in sella alla sua bici, per consegnare – in aggiunta a quotidiani e riviste – anche L’Ogliastra, mentre altrove le copie sono state depositate presso panifici, negozi alimentari ed edicole, appunto, tutti luoghi che attualmente restano aperti, fornendo beni e servizi di prima necessità.
L’informazione lo è e continua ad esserlo: si lavora senza sosta alla realizzazione del numero di giugno, in distribuzione dalla metà del prossimo mese, che racconterà come l’Ogliastra sta vivendo e affrontando questa storia infinita chiamata “pandemia”. La speranza è quella di raccontare fortemente – già a partire da questo numero – come ci si rialza da questo momento difficile e in che modo ci si aiuta a farlo, dando voce, ancora una volta, agli attori sul campo: ai medici, agli insegnanti, ai ragazzi, ai parroci, ai volontari, ai lavoratori, alle imprese, alle famiglie. Senza bavagli o censure, nel rispetto di ruoli, compiti e diritti. Ma soprattutto nel rispetto della missione stessa del giornale che è da sempre quella di porsi a servizio del futuro del territorio come strumento autentico e necessario di unità e coesione.

Caritas Covid-19

La carità non si ferma

di Fabiana Carta.

La prudenza e l’attenzione sono massime, come la convinzione, ancor più in questo momento complesso di crisi, paura e smarrimento. La Caritas della diocesi è presente e lavora senza sosta per farsi vicina a chi più ne ha bisogno, ravvivando la speranza

La vicinanza verso gli ultimi, gli ammalati, i più bisognosi e gli anziani non si ferma, in questo difficile tempo. La Caritas italiana ha deliberato lo stanziamento di 10 milioni di euro, provenienti dai fondi 8×1000 da distribuire alle 220 Caritas presenti nel territorio, perché possano fronteggiare l’emergenza Covid–19.
Un segno concreto di speranza e di presenza anche a Tortolì: «In questi momenti non possiamo lasciare soli i nostri fratelli e sorelle più deboli. La speranza in questi frangenti non può mancare, come neppure la dimensione della Carità» – sono le parole di don Giorgio Piero Cabras, direttore del Centro –, che aggiunge: «Vincendo comprensibili paure, con le cautele del caso e con tutta la prudenza necessaria, senza esporsi ed esporre altri a inutili rischi, non possiamo far venire meno alcuni servizi essenziali a favore dei poveri».
Sono una cinquantina i pasti e i pacchi viveri che vengono distribuiti quotidianamente a domicilio dai volontari, con tutte le precauzioni del caso, mascherina, guanti e distanza di sicurezza. Oltre a queste misure di precauzione, si è scelto di lasciare a casa i volontari più anziani, oltre i 65 anni di età, per non esporli a eventuali pericoli per la loro salute, mentre sono 40 quelli rimasti coinvolti. Due macchine con gli approvvigionamenti alimentari partono contemporaneamente e seguono due linee di consegna nella cittadina tortoliese. «Poveri, sofferenti e anziani hanno necessità costante di una presenza, di una parola, di un segno da parte nostra – continua il direttore della Caritas diocesana – per noi è importante anche monitorare la loro situazione fisica e psichica, affinché non si sentano mai soli, soprattutto in questo periodo complesso di emergenza generale».
Gli ultimi, i vecchi, gli ammalati, sono indubbiamente la categoria che sta soffrendo di più l’isolamento e la pressione di questi giorni difficili, riempiti da notizie non confortanti, da previsioni tutt’altro che rosee. Per questo è importante che non si sentano abbandonati.
I volontari della Caritas di Tortolì si sono impegnati anche a produrre manualmente le mascherine da consegnare a tutti coloro che ne hanno bisogno. Per le situazioni di emergenza resta attivo il servizio del Centro di ascolto, altro punto fermo in questo periodo di grande crisi, mentre per il momento è interrotto quello presso la casa Circondariale. L’attività del servizio che raccoglie e distribuisce il vestiario si è momentaneamente fermata, ma i volontari sono pronti a rispondere alle richieste di emergenza e consegnare i vestiti a domicilio.
È bello e confortante sapere che le donazioni continuano ad arrivare, nonostante il periodo di forte crisi, certamente in forma minore nelle ultime settimane, a causa delle rigide restrizioni dettate dal Governo. La Caritas continua a essere, oggi più che mai, un punto di riferimento e sostegno dei più fragili, portando un messaggio di fiducia, speranza e di fede concreta.

Paola Murru

Sardegna, in magistratura tante donne

di Augusta Cabras.
Paola Murru, magistrato, è la prima donna Presidente del Tribunale di Lanusei, nominata dal Csm nel 2012

Ci racconta il percorso compiuto per arrivare a ricoprire questo ruolo così importante?
 Ho fatto tutto il percorso di studi e sono diventata magistrato nel 1986. Sono stata a Lodi, a Milano, poi a Nuoro e Cagliari finché, per esigenze familiari, ho deciso di chiedere il trasferimento e poter lavorare a Lanusei.

AC

Forte, determinata e coraggiosa: il Dna dell’Azione Cattolica ogliastrina

di Giusy Mameli.

In vista della assemblea per il rinnovo del consiglio diocesano, una rappresentanza dei consigli parrocchiali di Azione Cattolica si è ritrovata il 12 gennaio scorso nella parrocchia Sant’Andrea in Tortolì per ricordare le figure che hanno scritto pagine indelebili della storia associativa ogliastrina

Ricordo e testimonianza. Un clima di familiarità e condivisione, sotto la guida del Presidente Enrico Congiu, e dei tre relatori, a loro volta presidenti diocesani nel corso degli anni.
Tonino Loddo ha riportato tutti indietro nel tempo, attraverso il vissuto di chi aveva testimoniato un forte impegno ecclesiale. Nel ricordare quanto già descritto nel volume Il movimento cattolico in Ogliastra 1872-1969, ha delineato la figura di Antonio Giua, ex allievo di Don Bosco che si dedicò alla promozione degli ideali cattolici. Grazie all’incoraggiamento di Mons. Virgilio, Giua poté superare alcune vicende poco chiare emerse nella Curia Cagliaritana del tempo.
Pioniere dell’Azione Cattolica sono state Agostina Demuro, Maria Gregorio, Maria Luisa Giua, Amalia Usai: sempre instancabili nonostante grandi difficoltà (basti pensare alla mancanza di mezzi di trasporto e comunicazione). Sull’onda dell’entusiasmo di Armida Barelli e persuase da Mons. Basoli, non si sono scoraggiate: oggi il servizio di apostolato continua anche grazie a loro.
Annamaria Piga e Giulia Aresu hanno ripercorso momenti di vita ecclesiale vissuta tra fede ed entusiasmo per le innovazioni post-conciliari. Talvolta si faticava a fare emergere l’autonomia laicale rispetto al clero, ma grazie al sostegno dei vescovi Basoli e Delogu – convinti sostenitori dell’Azione Cattolica per lo slancio apostolico e la sintonia con la Chiesa rinnovata dal Concilio – il cammino di innovazione e rinascita è potuto proseguire. Sono stati ricordati vari soci che diedero un’impronta decisiva, anche sul piano culturale e di virtù cristiana (ad es. i coniugi Spano-De Zolt).
Mons. Piseddu ha rinnovato la fiducia nell’Azione Cattolica, riconoscendone l’autonomia e valorizzandone il servizio apostolico.
Giulia in particolare ha ricordato Paola Staffa, prima Presidente sotto il nuovo statuto della scelta religiosa promosso da Vittorio Bachelet. Le avventure vissute, le parrocchie sostenute costantemente, le difficoltà e delusioni perché non tutti i parroci accoglievano a braccia aperte l’opera di promozione laicale. Ancora, il rimpianto per la dedizione totale di Paola, la mitezza e disponibilità, la testimonianza degli ultimi anni con la salute irrimediabilmente compromessa. Senza dimenticare l’oasi di Bau Mela: luogo della memoria e dell’impegno, insostituibile tappa di formazione secondo una rinnovata spiritualità.
Marinella Demurtas, nella sua qualità di segretaria del primo consiglio diocesano col nuovo statuto, ha testimoniato l’entusiasmo e l’incoraggiamento per il futuro, mentre don Giovanni Piroddi, in qualità di assistente adulti di Ac, ha ricordato gli assistenti (Don Ligas e Don Demurtas per tutti) e le molte vocazioni presbiterali, anche tra le più recenti, frutto del cammino dell’Associazione.
Al pomeriggio sono stati presentati i nuovi presidenti parrocchiali, parte di quella Chiesa accogliente e propositiva che il Papa sempre incoraggia.
Non a caso, la recente notizia dell’incarico del Vescovo Antonello come Presidente della Conferenza Episcopale Sarda è stata una conferma che anche la nostra Chiesa diocesana è una realtà di speranza.

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Oratorio diocesano: si parte!

di Sergio Mascia.
Un’autentica alleanza educativa all’interno delle nostre comunità, ma anche nel territorio, «dove tutti i soggetti in campo, genitori, sacerdoti, catechisti, educatori, animatori, docenti di religione, scuole cattoliche, operatori pastorali, si sentano impegnati» a crearne le condizioni.