In breve:

Editoriale

Apertura Porta della Misericordia 2015 -SC- (29)

Aperta a Lanusei la Porta Santa – “Innamorati della misericordia”

“Siamo qui – ha detto il vescovo Antonello nell’omelia – per dirci che l’affermazione paradossale di Gesù nel Discorso della Montagna: Beati i misericordiosi, ci invita a una conversione personale e comunitaria, perché portatrice insieme a tutte le Beatitudini di un modo ineguagliabile di vedere le persone e il mondo”.

di Maurizio Picchedda
parroco del Santuario Madonna d’Ogliastra di Lanusei

Il 13 dicembre 2015 resterà nella storia d’Ogliastra come una giornata memorabile. Per la prima volta, infatti, la porta santa del Giubileo è stata aperta non solo a Roma come è avvenuto finora fin dal 1300 ma anche nella nostra diocesi, come in tutte le diocesi del mondo. Una novità voluta da papa Francesco per dare a questo anno Giubilare un respiro veramente mondiale. La cosa straordinaria di questo Giubileo è anche il tema ben definito che il papa ha voluto dargli: quello della misericordia: tutto nasce dall’amore e tutto conduce all’amore. Papa Francesco ci suggerisce in quest’anno di prendere in considerazione, per viverle con maggior consapevolezza, le opere di misericordia corporale e spirituale.
La Chiesa Giubilare nella nostra Diocesi è il santuario Madonna d’Ogliastra in Lanusei e la porta santa della misericordia è la porta laterale sinistra del santuario. La celebrazione di apertura dell’anno Santo si è svolta nel pomeriggio del 13 dicembre. Dopo il saluto del vescovo Antonello e la lettura di un passo della bolla di indizione del Giubileo da parte del vicario generale, can. Giorgio Cabras, dal vicino centro Caritas è partita la processione solenne verso il Santuario. Mentre il vescovo portava solennemente in processione il libro dei vangeli, i fedeli cantavano le litanie dei santi, preghiera particolarmente solenne che si usa solo nelle celebrazioni liturgiche più importanti.
Arrivati alla porta santa il vescovo ha pronunciato davanti ad essa le parole del rito di apertura e vi è entrato prima lui e successivamente tutti i sacerdoti e i fedeli. Nell’omelia il vescovo Antonello ha prima di tutto richiamato al tema della misericordia. “Sono convinto – ha detto, tra l’altro – che oggi, per tutti noi, sia in gioco la nostra immagine di Dio. E mi chiedo, vi chiedo: Qual è l’immagine più ricorrente che abbiamo di Lui? Siamo qui, oggi, per dirci con gioia che il nome più bello da dare a Dio è “Misericordia”! Un nome che spesso abbiamo oscurato, sostituendolo unilateralmente con quello di un Dio giusto, ma che punisce e si vendica; sottovalutando così le parole e l’immagine di un Dio misericordioso, che mai vuole la morte del peccatore ma piuttosto che si converta e viva. Forse – ha aggiunto – anche la parola misericordia ci fa quasi paura. La scambiamo facilmente con debolezza, pensando talvolta che l’insistenza sulla misericordia minimizzi il peccato e il male. Questo sta a dimostrare quanto sia urgente tornare a riflettere, da cristiani, sul mistero della misericordia di Dio, e siamo grati a papa Francesco per il dono del Giubileo della Misericordia, un dono fatto alla Chiesa per sostenerla nel suo cammino a cinquant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II”.
Poi, il vescovo si è soffermato “sull’attualità delle opere di misericordia, un vero e proprio manifesto per il cammino giubilare”. “Siamo qui – ha detto – per dirci che l’affermazione paradossale di Gesù nel Discorso della Montagna: Beati i misericordiosi, ci invita a una conversione personale e comunitaria, perché portatrice insieme a tutte le Beatitudini di un modo ineguagliabile di vedere le persone e il mondo”. E mentre l’attenzione dei fedeli si faceva percettibilmente più alta, il vescovo Antonello ha così proseguito: “Anche in Diocesi sono necessarie persone che si lascino raggiungere dall’annuncio commovente della Misericordia di Dio per poterne diventare testimoni nella vita quotidiana. Persone che si prendano a cuore gli altri perché raggiunte dal Cuore misericordioso di Dio. La nostra Chiesa diocesana è chiamata a mostrarsi innamorata della misericordia, come Casa dalla porta sempre aperta, come Madre che consola i suoi figli, come famiglie che non si chiudono in se stesse, come comunità che si interrogano sui bisogni del territorio.
“Chi ha imparato, anche solo frettolosamente a frequentare e a vivere della Misericordia di Dio, la riconosce presente nella nostra realtà anche quando si presenta modesta o addirittura nascosta. Ed è giusto darle il nome che merita e l’incoraggiamento che attende. Si trova nelle corsie degli ospedali, nelle aule delle scuole, nel tribunale, nelle celle del carcere, nelle case di riposo, sulle banchine dei porti, nei centri di accoglienza dei migranti, presso le stazioni, persino per strada. Vuole essere una parola d’ordine in tutte le nostre comunità ed è importante che presieda ogni parola e ogni azione pastorale. Per questo ci auguriamo un Anno attivamente misericordioso, illuminato da Maria, Madre della Misericordia”.
Durante l’offertorio si è compiuta l’offerta dell’olio per la lampada perpetua della Madonna d’Ogliastra da parte delle parrocchie della Diocesi, mentre al termine della funzione ad ogni fedele è stato consegnato un depliant sul Giubileo preparato dalla Diocesi.

Gairo

Il vescovo a Gairo. “Non rassegnatevi al male”

di Augusta Cabras

“Non rassegnatevi al male. Non accettate che sia la violenza a distruggere le famiglie e ad alimentare contrapposizioni e brutalità. Lottiamo perché chi nasce e vive a Gairo abbia esempi illuminati di vita e di fede. E diciamo insieme basta a questi omicidi, che stanno stravolgendo un paese e che ne stanno rovinando immagine e futuro”.
É questo l’invito accorato del vescovo Antonello Mura alla comunità di Gairo sconvolta nuovamente e per la terza volta in poco più di un anno, dalla morte di un suo figlio, Simone Piras, 32 anni, caduto per mano assassina. É un altro delitto che porta con sé dolore e tristezza per una vita spezzata, per una moglie troppo presto diventata vedova e per tre figli per sempre segnati da una tragedia immensa. É un dolore che scuote la coscienza di tutti gli uomini di buona volontà, che non vogliono lasciarsi sopraffare dal male, che rifiutano la vendetta, che spezzano la spirale dell’odio e della violenza percorrendo così l’unica via che permette agli uomini e alle comunità di salvarsi.
Non può esserci, infatti, giustificazione alcuna a tanta efferatezza, non può esserci neppure un errore così grande da dover essere pagato con il sangue. Non può e non deve esserci. Ci devono essere invece vie e soluzioni pacifiche che risolvano anche questioni complesse. Ci devono essere percorsi di pace anche quando sembra impossibile superare rancori e inimicizie. Perché sangue non chiami altro sangue. Perché nessuno pianga ancora per i figli assassinati e per i figli assassini. Assassini chiamati a rispondere davanti a Dio e agli uomini della propria condotta.
Nella sua lettera indirizzata a don Tito Pilia, parroco della Parrocchia di Sant’Elena Imperatrice e a tutta la comunità , il nostro Vescovo scrive ancora: “Chi ha colpito Simone in maniera così spietata ne risponderà a Dio, perché la vita ha un valore così grande che nessuna giustificazione è consentita per chi osa sopprimerla con questa violenza. Prego per chi in modo nascosto e crudele ha assassinato la vita di Simone. Se credente, chieda in ginocchio la Misericordia di Dio, così come – di fronte alla giustizia umana – potrà ricostruire la sua vita solo riconoscendo il delitto commesso”.
Il delitto semina dolore e disperazione nei familiari delle vittime e nei carnefici, tormentati da un gesto che non lascia possibilità alcuna, se non quella del pentimento. In quest’anno speciale ci auguriamo che il cuore indurito dal male e dalla paura possa essere accolto e trasformato dal Dio di Misericordia e il dolore delle vittime lenito e orientato al perdono.

TRIBUNALE LANUSEI

Ci risiamo. Il tribunale di Lanusei rischia la chiusura.

di Augusta Cabras

“È  in corso presso il Ministero della Giustizia lo studio della riforma della geografia giudiziaria, con valutazioni di diverse proposte di soppressione e accorpamento delle Corti d’Appello e dei tribunali ordinari”.

sinodo2

Sanità: la preoccupazione dei vescovi sardi

Nel corso della riunione tenutasi a Cagliari, sotto la presidenza di S.E. Monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, presso il Seminario Regionale nei giorni 12-13 ottobre u.s. la Conferenza Episcopale Sarda ha affrontato, fra gli altri, la gravosa questione della riforma sanitaria regionale. Ecco il testo integrale del Comunicato diffuso da mons. Sebastiano Sanguinetti, segretario della Conferenza Episcopale.

«Dai territori delle 10 Diocesi sarde giungono anche ai Vescovi diffuse lamentele e preoccupazioni presso l’opinione pubblica nel merito della riorganizzazione ospedaliera e dei servizi sanitari a livello regionale, con paventate soppressioni o ridimensionamenti. Per avere una più puntuale informazione sulla “filosofia”, sui contenuti e sugli obiettivi della Riforma, i Vescovi hanno sollecitato un incontro con l’Assessore regionale Luigi Arru, che con disponibile cortesia si è prestato a fornire ai Presuli una dettagliata descrizione del progetto in cantiere. L’incontro è stato lungo e cordiale, oltre che puntuale nell’affermazione di alcuni presupposti e contenuti. Nessuno spirito ragionieristico, spesa regionale molto più alta che in altre parti d’Italia rispetto al numero degli abitanti, un utilizzo delle 29 strutture ospedaliere sparse nel territorio regionale sproporzionato e inadeguato, dove prevalgono le lungo-degenze rispetto alle acuzie, sistema di emergenza vetusto e non adeguato alle reali necessità. Bisogno, quindi, di migliorare il servizio nella qualità, maggiore razionalizzazione degli ospedali e servizi integrati con i reali bisogni dei singoli territori, non chiusura di ospedali ma una più adeguata loro utilizazione, integrata con altri servizi che diano garanzia di sicurezza e di efficienza, migliore integrazione tra rete ospedaliera pubblica e privata… Sono questi alcuni dei cardini emersi nel corso dell’incontro. I Vescovi si sono ripromessi di convocare a breve tutti gli incaricati diocesani della pastorale sanitaria, per un approfondimento della materia, a partire dalla propria esperienza diretta sul campo, dalla quale potranno emergere possibili proposte da avanzare al competente Assessorato.

Nel corso della Conferenza i Vescovi  hanno anche affrontato il tema delle Scuole paritarie (in Sardegna sono 260, di cui 160 cattoliche, con decine di migliaia di alunni e circa 2.000 docenti).  C’è grande preoccupazione circa la sussistenza di queste strutture per la contrazione dei fondi regionali e per il notevole ritardo con cui questi vengono assegnati, costringendo alcune scuole a chiudere i battenti e altre a fare autentici salti mortali per far fronte alle ingenti spese di gestione, che le famiglie non possono evidentemente assorbire. I Vescovi chiedono alla Regione Sarda una più precisa presa di consapevelozza circa questa questione che riguarda i diritti delle famiglie a una libera educazione dei propri figli.

I Vescovi hanno inoltre incontrato la nuova equipe formativa del Seminario Regionale, guidata dal nuovo rettore don Antonio Mura, della Diocesi di Iglesias. L’occasione è servita per rinnovare la propria fiducia alla nuova equipe e per tracciare un bilancio dell’attuale situazione della comunità e individuare i futuri percorsi. Dall’incontro è uscito confermato e rafforzato il progetto, che vede come fulcro il quinquennio formativo in vista del sacerdozio, con la stabilizzazione e qualificazione  dell’anno propedeutico, per coloro che si affacciano al Seminario senza un congruo cammino previo nei seminari diocesani e privi di alcuni requisiti fondamentali atti all’inserimento nel Regionale, insieme a una più chiara definizione del Sesto Anno, come sintesi del percorso precedente e acquisizione di alcune specifiche abilità ed esperienze pastorali,  prima dell’inizio del ministero dei futuri sacerdoti. Alla fine la Conferenza ha voluto esprimere profonda gratitudine al Rettore uscente, Monsignor Ginfranco Saba, della diocesi di Tempio-Ampurias per il competente servizio svolto nei 5 anni precedenti, nonché per la la redazione di un qualificato progetto educativo e la cura della struttura, abbellita e impreziosita in alcune sue parti, come la Cappella.

Altro argomento affrontato è stato quello della nuova disciplina sui procedimenti di nullità del sacramento del matrimonio, emanate da Papa Francesco con apposito motu proprio. La disciplina, che entrerà in vigore il prossimo 8 Dicembre, ridà centralità decisionale al Vescovo Diocesano e ha bisogno di un cammino di adeguamento delle strutture e delle procedure sul piano diocesano e su quello regionale. Il tema è delicato e di grande impatto ecclesiale e sociale. In attessa della pubblicazione delle linee applicative da parte della Segnatura Apostolica i Vescovi continueranno il proprio approfondimento in vista di linee adeguate e condivise.

I Vescovi hanno approvato anche le modifiche apportate al Calendario liturgico della Sardegna e delle singole Diocesi Sarde di prossima pubblicazione. In pari tempo hanno anche proceduto alla nomina del nuovo incaricato regionale per la liturgia nella persona del reverendo don Efisio Coni, della Diocesi di Tempio-Ampurias, nonché del Rev.do don Mario Tanca, della Diocesi di Sassari, come Consigliere spirituale regionale della Coldiretti.

La CES ha anche espresso il proprio compiacimento per il prossimo convegno nazionale dell’associazione archivisti italiani, che si svolgerà in Sardegna nel 2017, e sarà preparato da alcuni incontri regionali. Ha quindi confermato alla dott. Licia Meloni, della diocesi di Iglesias, il mandato di seguire e coordinare i responsabili degli archivi diocesani sardi fino allo svolgimento del convegno nazionale, seguendo contemporaneamente i rapporti tra Ces e Regione Sardegna”Altro tema affrontato è stato quello relativo ai tre Istituti Superiori di Scienze Religiose presenti in Sardegna (Cagliari, Sassari e Tempio Pausania), nel quadro di un ridimensionamento sul piano nazionale. Entro il mese di dicembre la Conferenza produrrà una sua decisione da portare in sede nazionale.

Infine, i Vescovi hanno definito struttura e  statuto della Fondazione culturale della CES, in capo alle 10 diocesi sarde. Si passerà presto alla sua costituzione formale mediante rogito notarile».

Corso Docenti di Religione Ott 2015

Corso docenti di religione

di Miria Ibba
Dal 1° ottobre al 3 ottobre 2015 trenta insegnanti di religione provenienti dalle diocesi di Ales-Terralba, Alghero-Bosa, Cagliari, Nuoro, Oristano, Ozieri, Sassari e Lanusei si sono ritrovati insieme nell’Aula Magna del Seminario di Lanusei – ospitati anche per il vitto dalla nuova gestione dell’Istituto Salesiano – per riflettere su “Il profilo del docente di religione tra laboratori didattici e nuove tecnologie”. Il corso convenzionato dal Ministero ha offerto ai docenti le competenze per coordinare dei laboratori didattici a livello locale.
Gli incontri, coordinati da Miria Ibba, responsabile del servizio regionale per gli insegnanti di religione, ha ricevuto il primo giorno il saluto del sindaco del Lanusei, dei due dirigenti scolastici della cittadina, dr.ssa Patrizia Fiori dell’Istituto Comprensivo e Ing. Antonio Piroddi del Liceo, oltre che dell’Ispettore dell’Ufficio scolastico regionale dott. Ottavio Marcia.
All’inizio di ciascun giorno il Vescovo Antonello Mura, responsabile del Corso a nome della Conferenza Episcopale Sarda, ha tenuto una breve lectio, proponendo inoltre delle considerazioni sul rapporto docente-studente nell’attuale situazione della scuola.
I relatori hanno affrontato il tema facendo emergere le proprie competenze, certamente significative e che sono state apprezzate dai docenti. Il prof. Paolo Masini, laureato in Lettere e insegnante di religione cattolica nella scuola secondaria superiore, è autore di libri di testo scolastici e formatore accreditato presso l’Ufficio scolastico regionale della Toscana, si è soffermato in maniera particolare sull’apprendimento delle competenze nelle nuove Indicazioni Nazionali per l’IRC e come proporre i contenuti didattici IRC anche attraverso le odierne tecnologie. Il prof. Mario Becciu, psicologo e psicoterapeuta, docente presso la Pontificia Università Salesiana e presso la Scuola Cognitivo Comportamentale e Intervento Psicosociale del CRP di Roma ha posto l’attenzione sul dialogo educativo tra docente e studente, indagando sulle diverse sfumature che vi si manifestano.
In conclusione si può affermare che il Corso, nonostante l’intensità dei contenuti e dei tempi, ha rappresentato una bella occasione per un dialogo tra i docenti delle diocesi, aiutato da relatori preparati ed empatici e da un clima di simpatia reciproca rivelatasi anche nei momenti di convivialità presso l’Istituto salesiano. Al termine del Corso i docenti hanno ricevuto l’attestato che testimonianza oltre la partecipazione anche l’acquisizione delle competenze formative raggiunte.

INSEGNANTI DI RELIGIONE - RELIGIONE A SCUOLA - FOTO ARCHIVIO

Corso regionale docenti di religione a Lanusei

L’Ufficio Pastorale Scolastica e IRC della Diocesi di Lanusei in collaborazione con i rispettivi Uffici delle Diocesi di Cagliari, Sassari, Ales-Terralba, Nuoro, Alghero-Bosa, Oristano, Tempio-Ampurias, Iglesias e Ozieri ha organizzato un corso di aggiornamento della durata di tre giorni,