In breve:

Editoriale

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Giornata regionale per le famiglie il 7 gennaio a Oristano

“L’abbraccio dell’Amoris laetitia: una giornata in famiglia” è il tema dell’incontro regionale per le famiglie che si svolge il 7 gennaio 2017 presso la parrocchia “San Giovanni Evangelista” in Via Carissimi ad Oristano.

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Natale

di Augusta Cabras.
È attesa del nuovo, è travaglio doloroso della madre, è Natale nella straordinaria forza di un bambino che nasce non nella grandezza e nel potere umanamente concepito ma nel silenzio, nel respiro lieve, nell’essenzialità, nella povertà che scardina la convinzione che la ricchezza materiale sia il segno evidente e incontrovertibile del potere e della potenza.
Invece Gesù è lì. Nudo come ogni bimbo che nasce, avvolto di fasce e d’amore infinito, così come ogni bimbo dovrebbe essere. In quel luogo intimo, forse freddo, illuminato dal sole e dal buio del cielo, dove ognuno di noi può posare lo sguardo. E il cuore. È la memoria dell’incarnarsi di Dio per la redenzione dell’umanità, la memoria del dono, dell’esserci. È squarcio di tenerezza, è calore che si spande, è potenza infinita che ci trascende. Solo se sappiamo vedere. È il Natale, è il compimento dell’attesa, per la madre e per l’umanità. È raccoglimento e gioia incontenibile, è atto e potenza, è ordinario e straordinario che si abbracciano, è mistero che si disvela.
Non ci sono squilli di tromba ad annunciare e festeggiare questa nascita ma il vociare dei pastori e dei viandanti; non prìncipi e governatori, ma uomini di buona volontà pronti ad accogliere nella preghiera silenziosa il Dio che si fa uomo, il Dio che si fa figlio portando con sé un messaggio d’amore. D’amore, di pace, di gioia, misericordia e speranza.
È nato il Salvatore per tutti e per ogni tempo. E quindi anche per noi. Piccoli e peccatori, sempre pronti a perdere il senso del Natale tra false luci e abbaglianti scintillii, tra rumori assordarti che distraggono e confondono; noi sempre pronti a rincorrere il superfluo mentre l’essenziale, il vero, l’autentico ci sfugge continuamente dalle mani.
La festa del Natale è qui, ora, a ricordarci la strada da seguire; è qui per aiutarci a cogliere il senso profondo dell’essere uomini, oggi, in questo tempo che, come quelli passati, racconta ancora di odi e vendette, di guerre e dolori evitabili, di bimbi non amati, di solitudini e ferite non lenite, di lacrime non consolate. È qui a svegliare le nostre coscienze intorpidite e distratte dai non-problemi, a scuotere le nostre vite adagiate sul compiacimento o sulla rassegnazione, ad orientare i nostri passi nella direzione del bene.
È la forza di Gesù, del suo messaggio sempre attuale, del suo richiamo incessante all’amore, che invita e interroga ciascuno noi. Dovremmo scoprirlo e riscoprirlo, farlo nostro nella nostra quotidianità, nelle nostre scelte, negli obiettivi che poniamo alle nostre azioni e al nostro vivere. È difficile ma non ci si può sottrarre. Dobbiamo almeno provarci e riprovarci, continuamente. Perché possiamo avere tutto ma se non abbiamo l’amore siamo nulla.
E forse, il senso del Natale è tutto qui.

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Lectio d’Avvento in Cattedrale

Con la solennità di Cristo Re dell’universo, domenica scorsa, si è chiuso l’anno liturgico.
E’ tempo di Avvento. Un nuovo inizio, una nuova attesa che ci accompagnerà fino al Natale del Signore.
Sabato 26 novembre, alle ore 18.00, in Cattedrale, il vescovo Antonello guiderà la Lectio per l’inizio del tempo liturgico di Avvento.
Un tempo per ascoltare, meditare e pregare un brano biblico, preparandosi comunitariamente come diocesi a vivere e celebrare ancora una volta l’attesa per la venuta del Signore Gesù nelle nostre comunità parrocchiali“.
Il brano biblico proposto nella Lectio è tratto dal Vangelo secondo Luca: (Lc 7, 1-10):
Guarigione del servo di un centurione

[1]Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. [2]Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. [3]Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. [4]Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, [5]perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». [6]Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; [7]per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. [8]Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». [9]All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». [10]E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

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Chiuso il Giubileo: tutta la Diocesi attorno al suo Vescovo

Si chiude con un forte messaggio di speranza e un richiamo a rinvigorire gli animi, il giubileo della Misericordia, nella diocesi di Lanusei. A pronunciarlo, il vescovo Antonello Mura che, partendo dalle parole del vangelo domenicale parla ai numerosissimi fedeli giunti da ogni parte nel capoluogo diocesano.
È gremito il Santuario della Madonna d’Ogliastra. Come nelle occasioni più belle. Sono le 17 quando la processione di sacerdoti e diaconi delle 34 parrocchie, insieme al loro pastore, fanno il loro ingresso solenne nella chiesa che dall’alto abbraccia l’intera cittadina e guarda fino al mare. Animata dal coro “Divinae Gratiae” guidato dal direttore Tonino Loddo, la Santa Messa è stata ancora una volta il culmine dei tanti momenti di condivisione e ringraziamento vissuti nell’Anno Santo appena concluso.
«Ogni fine segna sempre un nuovo inizio – ha detto il presule ogliastrino nella sua omelia – l’ottica ideale per cogliere un appello importante per la nostra vita presente e futura, e insieme un’occasione per rinnovare il nostro sguardo sul tempo che stiamo vivendo e rinvigorire lo slancio».
Parole, quelle del vescovo di Bortigali, che hanno incoraggiato in più di un’occasione l’assemblea di fedeli, invitandola a lasciare da parte “il pessimismo di chi non vede nessuna luce nel futuro”, ad essere “levatrice dell’aurora”, a saper scorgere “la gemma che spunta nell’albero che secca”. Ma che, al tempo stesso, non ha risparmiato un richiamo deciso alle cattive abitudini di tanti “cristiani della domenica, che insistono su atteggiamenti che poco o nulla hanno di cristiano, tutti tesi all’essere e all’avere, a cercare “letture di sé per altre strade”, incapaci di vedere ciò che unisce, ma sempre pronti a sottolineare ciò che divide”.
Nessuna porta chiusa, dunque. O meglio: «Una porta santa che fa capire come Cristo apra tutte le porte – ha proseguito Mura – sempre e comunque, oltre tutte le violenze che caratterizzano spesso anche le nostre realtà. Non lasciamoci ingannare, recuperiamo tutta un’altra sapienza, aggrappiamoci alla perseveranza, che è anche costanza, resistenza, fermezza».
Accorato il ringraziamento al termine della celebrazione verso tutti i sacerdoti, per il lavoro costantemente svolto nelle comunità parrocchiali, alle autorità civili e militari che con non poca fatica sono presenti e lavorano per il bene comune, ai frati Cappuccini, “realtà importante della nostra diocesi”: «Che questo sia per tutti un nuovo inizio, come comunità, come cristiani».

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VIII° CONCORSO DIOCESANO PRESEPI

Quale immagine di parrocchia ci arriva dal presepio?
E’ il tema dell’edizione 2016 del Concorso diocesano.

Regolamento. Il tema proposto si colloca all’interno della riflessione sulla parrocchia che vuole interpellare la diocesi nell’anno pastorale 2016-2017.
Ai partecipanti è chiesto di manifestare creativamente almeno un’immagine attuale della parrocchia che si può cogliere osservando i personaggi presenti nel presepio. I criteri che verranno adottati per le premiazioni terranno quindi conto della tecnica di realizzazione, del valore estetico, ma soprattutto dell’attinenza al tema.
È necessario comunicare l’adesione entro il 18 dicembre 2016, segnalando la propria iscrizione a una delle seguenti sezioni:

  • Parrocchie, comprendente i presepi delle chiese, quelli delle famiglie e dei rioni.
  • Scuole di ogni ordine e grado.

L’iscrizione comprende:

  • Dati personali e numero telefonico del referente;
  • Sezione in cui ci si iscrive;
  • L’indicazione del luogo, con indirizzo, in cui si trova il presepe che è stato realizzato.

Occorrerà inoltre allegare alcune foto del presepe, una con vista completa, le altre con alcuni dettagli significativi. Una Commissione diocesana visiterà i presepi e stilerà le graduatorie per la premiazione, assegnando un premio di euro 400,00 al miglior presepe di ciascuna delle due sezione, e un premio di euro 100,00, sempre per ogni sezione, quando venga riconosciuto un particolare valore dell’opera realizzata. La premiazione avverrà nel corso di una manifestazione pubblica.
Le adesioni dovranno pervenire alla Segreteria della Commissione diocesana comunicando all’indirizzo di posta elettronica: segreteria.curialanusei@gmail.com oppure tramite l’indirizzo postale: Curia Vescovile, Via Roma 102, 08045 Lanusei.

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Si chiude l’Anno Santo della Misericordia. Domenica la S. Messa al Santuario

Si conclude l’Anno Santo straordinario della Misericordia.
Domenica 13 Novembre, alle ore 17.00, nel Santuario