In breve:

Amore disse a fragilità: «Dammi la mano»

Cristicchi

di Claudia Carta.
Che tutti cantino Sanremo non ha importanza. Né tanto meno è produttivo disquisire su gusti e preferenze musicali di ciascuno. Vero è che la kermesse della Città dei fiori riesce sempre a far parlare di sé, spesso più per tutto il contorno che non per i testi in gara, ma tant’è.
Volenti o nolenti, al di là delle note coinvolgenti, vibranti, dei tormentoni o delle ormai settantacinquenni rime della canzone italiana, quando un pezzo vero arriva sul palco si sente, si fa ascoltare e sa arrivare. Edeccola quella sper anza che «la buona musica possa raggiungere il cuore di tutti», come ha sottolineato Papa Francesco in apertura del Festival.

Lui si chiama Simone Cristicchi e porta all’Ariston più che una canzone. Dentro Quando sarai piccola c’è l’abisso. C’è la fragilità della malattia che scompiglia le carte e fa tremare la terra sotto i piedi; c’è l’impotenza davanti a qualcosa infinitamente più grande; c’è la sofferenza per tutto ciò che poteva essere e non sarà più; c’è la profonda nostalgia di qualcosa che va via per sempre, c’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.

Ma infinitamente più grande dell’abisso è l’amore. Quello di un figlio che guarda negli occhi sua madre, nata il 20 marzo del ’46, senza più ricordi, leggera come una bambina sopra un’altalena. È arrivato il momento. Quello di restituire l’amore dato, la vita spesa, il bene donato. E poco importa se ti ripeterò il mio nome mille volte perché tanto te lo scorderai: Simone sa chi è sua madre e la canta, perché ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare, ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole, ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare.

Elogio alla dignità della vita che va amata, protetta e accompagnata, che non è tutta lustrini e paillettes, né forever young (“giovane per sempre”); canto al tempo prezioso trascorso accanto a chi soffre, carezza intima e delicata davanti al dolore, tenerezza sconfinata che si fa cura, sollievo, conforto. E chi sta male lo sente.
Così, quando sarai piccola ti stringerò talmente forte che non avrai paura nemmeno della morte, tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte.

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