Adozioni. Una scelta d’amore
di Augusta Cabras
La scelta dell’adozione è complessa e segnata da un circuito d’amore che viene donato e ricevuto. Il cuore dell’adozione è il bambino, la sua storia di sofferenza e abbandono, il bisogno d’amore da colmare, le relazioni da ristabilire, l’equilibrio da ritrovare. Chi adotta decide di accogliere la diversità di origine, storia, cultura, la diversità di patrimonio genetico. E perché tutto questo avvenga nel modo più sereno possibile la coppia deve essere forte, solida e paziente. Deve essere pronta al passaggio da coppia coniugale a coppia genitoriale che implica, per gli adulti uno sviluppo relazionale ed organizzativo, la presenza di capacità cognitive ed emotive. È un passaggio che implicando profonde trasformazioni sul piano dell’identità personale e di coppia richiede forti investimenti di risorse personali, e nella complessità del percorso adottivo la fatica è maggiore.
In Ogliastra le coppie che decidono di adottare un bambino possono contare sul sostegno del Consultorio familiare della ASL e dell’Associazione Italiana Pro Adozioni (AIPA).
Ma quali sono i passi che una coppia deve compiere per poter adottare un bambino? Manuela Deiana, psicologa dell’Associazione Aipa Sardegna con sede a Pardasdefogu, spiega: Il primo passo è la dichiarazione di disponibilità all’adozione (internazionale e/o nazionale) da presentare presso il Tribunale per i minorenni. Entro circa 15 giorni il Tribunale trasmette la domanda ai servizi socio-territoriali competenti che hanno 4 mesi di tempo circa per compiere l’indagine sulla coppia, ossia, la valutazione delle potenzialità genitoriali, il raccogliere informazioni sulla coppia, il dare informazioni sull’adozione e redigere una relazione psico-sociale. Entro un paio di mesi dalla ricezione della relazione da parte dei servizi, il tribunale convoca la coppia per rilasciare loro il decreto di idoneità. Il giudice può pure decidere di non rilasciarlo in caso riscontri l’insussistenza dei requisiti all’adozione. Una volta ottenuto il decreto, la coppia dovrà attivarsi per ricercare l’ ente a cui conferire il mandato. La coppia deve trovarlo entro 1 anno dalla data del rilascio del decreto di idoneità.
In Ogliastra è il consultorio familiare che, oltre ad informare sulle peculiarità dell’adozione nazionale e internazionale, sulle relative procedure, sulle funzioni svolte dagli Enti autorizzati e sulle altre forme di solidarietà nei confronti dei minori in difficoltà, incontra le coppie e acquisisce tutti gli elementi sulla situazione personale, familiare, sanitaria e del contesto sociale, approfondendo in particolare modo le motivazioni e le attitudini degli aspiranti genitori adottivi, nonché la loro capacità a farsi carico di un’adozione, tenuto anche conto, nell’adozione internazionale, delle specifiche problematiche. Attraverso uno studio psicologico delinea il profilo di personalità di ciascun coniuge con particolare riferimento alle caratteristiche direttamente correlate con le capacità genitoriali adottive nonché le modalità comunicative e relazionali della coppia dopodiché i risultati dell’indagine svolta vengono inviati al Tribunale per i minorenni ai fini della valutazione della idoneità degli aspiranti all’adozione.
Il percorso per l’adozione non è privo di ostacoli. I tempi lunghi dell’attesa, i viaggi verso il luogo d’origine del bambino che si vuole adottare (che porta ad esempio ad assentarsi dal lavoro e ad avere quindi anche un costo economico elevato), costituiscono elementi di difficoltà ma, nella maggior parte dei casi, non un limite all’adozione, tant’è che molte famiglie dichiarano di dimenticare tutte le fatiche dell’attesa appena il bambino fa ingresso nella famiglia, così come la nascita di un figlio biologico fa dimenticare i dolori lancinanti del parto. L’attesa di un figlio è sempre accompagnata da dubbi, aspettative, sogni e paure. Chiedo ad Antonella Dettori, psicologa del Consultorio familiare, quali siano le aspettative e le paure più grandi che una coppia vive prima dell’adozione e quanto queste aspettative e paure si rivelino reali nel momento in cui si costituisce la famiglia. Le paure e le aspettative non possono collocarsi all’interno di un pensare comune ed essere tradotte automaticamente come i normali bisogni di una coppia senza figli e di un bambino senza famiglia. Ogni coppia e ogni minore adottabile hanno una loro storia che concorre a creare “quella famiglia” e non un’altra. L’importante è che i processi di idealizzazione iniziali lascino spazi alla creazione di un rapporto che rispetti l’individualità di ciascuno, e, nell’accettazione reciproca, si implementino risorse e capacità per mettersi in relazione con i bisogni, i desideri e le paure profonde dell’altro.
Manuela Deiana sottolinea come le paure siano tante durante questo cammino di attesa: in primis il non essere accettati dai bambini, non riuscire a gestire le dinamiche dell’adozione, la paura di non farcela a sostenere il figlio nel processo di elaborazione dell’abbandono. Ora le coppie però si informano più che in passato, partecipano a più corsi di formazione, gruppi di sostegno ecc per cui arrivano più preparate all’adozione e spesso le paure e le problematiche vengono ben gestite.
E il bambino generalmente come vive l’incontro con i suoi genitori adottivi e l’arrivo in famiglia? Antonella Dettori fa un’analisi e risponde: i vissuti e gli agiti comportamentali di un bambino all’interno di una nuova famiglia si diversificano a seconda dell’età, dell’esperienza pregressa con la famiglia d’origine, del periodo di istituzionalizzazione, dei vissuti e delle relazioni con le figure adulte significative di riferimento. Si possono osservare comportamenti volti alla ricerca di conferme affettive, altri di distacco e allontanamento, regressioni rispetto ad abilità già acquisite e richieste di accudimento non coerenti con l’età anagrafica, legami privilegiati con uno dei componenti della coppia e rifiuto dell’altro, intolleranza alle frustrazioni con modalità di risposte aggressive e oppositive o accettazioni passive senza nessuna reattività. I bambini che hanno vissuto una perdita importante come quella delle figure genitoriali e che non hanno avuto figure positive di attaccamento nei primi anni di vita, avranno probabilmente una grande paura a costruire nuove relazioni, faranno una certa fatica a stabilire legami di attaccamento sicuri e ad acquisire una certa stabilità emotiva ed affettiva. Spesso sono bambini con una competenza emotiva piuttosto bassa, possono avere scarsa capacità di comprendere gli stati d’animo altrui e la tendenza a rispondere con una certa aggressività o con l’isolamento e la chiusura agli stimoli, pur in presenza di una capacità intellettiva e cognitiva normale È necessario prendere coscienza di questo aspetto, spesso presente in molti bambini adottivi, per poter fornire risposte adeguate ai bisogni di sicurezza e stabilità che essi non sanno riconoscere ma dei quali hanno una grande necessità per crescere e svilupparsi in modo armonico e sereno. Il bambino ha bisogno di tempo per imparare a fidarsi e a affidarsi. Ha bisogno di tempo per superare la paura di un nuovo abbandono.
E ha bisogno di amore infinito!
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