In breve:

A Tortolì il convegno regionale delle Caritas parrocchiali

Caritas

di Maria Chiara Cugusi.

Circa 400 partecipanti provenienti dalla Caritas parrocchiali delle varie diocesi sarde, a cui si aggiungono i volontari della Caritas diocesana Tortoli, hanno preso parte lo scorso 29 ottobre al XII Convegno regionale delle Caritas parrocchiali dal titolo “Guidati dal Vangelo, insieme agli ultimi, con creatività”, coordinato dal delegato regionale Caritas Sardegna, Raffaele Callia, che ha ricordato le nuove sfide che interpellano la Caritas, all’indomani della pandemia, della guerra in Ucraina e sullo sfondo del percorso sinodale della Chiesa in Italia, segnato anche dal 50mo anniversario di Caritas italiana.

In apertura dei lavori, mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro e Lanusei, e presidente della Conferenza episcopale sarda ha salutato i presenti, volontari e operatori delle Caritas parrocchiali e diocesane sarde, sottolineando come «una pastorale difensiva, in difesa cioè di quanto facciamo o abbiamo sempre fatto, non aiuta la Chiesa e non inventa nulla per il tempo che viviamo. E la carità, come la Chiesa, si senta chiamata all’originalità della proposta e alla creatività degli strumenti per attuarla». A seguire si è data lettura del messaggio di saluto del presidente della Regione, Christian Solinas, mentre il saluto di benvenuto è stato rivolto dal sindaco di Tortolì Massimo Cannas che ha ringraziato il vescovo per la attenzione e per la crescita delle comunità, ricordando il ruolo insostituibile della Caritas nel territorio.

Ancora, l’introduzione del vescovo emerito di Iglesias e incaricato della Ces per il servizio della Carità mons. Giovanni Paolo Zedda (connesso da remoto) che ha ripreso alcuni passaggi del messaggio di Papa Francesco per la VI Giornata mondiale dei poveri, il 13 novembre: «Dobbiamo lasciarci guidare dal Vangelo – ha detto – per essere disponibili a un cambiamento, evitando la trappola del “si è sempre fatto cosi”, imparando a vivere la comunità con spirito sinodale e a guardare la storia a partire dai poveri».

A seguire le tre relazioni sulle tre vie indicate dal Papa in occasione del 50mo anniversario di Caritas Italiana, quella sulla via del Vangelo, affidata al biblista Michele Antonio Corona, che ha messo in luce alcune parole chiave, tra cui l’annuncio, la parola e l’azione secondo lo stile evangelico, il servire che è amare, l’importanza della comunità attraverso cui perseguire tale via. Ancora, Suor Anna Cogoni ha parlato della via degli ultimi, raccontando anche le esperienze concrete portate avanti accanto alle donne vittime di violenza, ai padri separati, opere nate dall’incontro diretto e concreto con il bisogno.

Infine, la via della creatività raccontata da Valentina Musina e Angelo Arcadu, due giovani impegnati attivamente nella Diocesi di Nuoro in diverse esperienze di servizio accanto ai fragili, che hanno evidenziato quello che può essere il ruolo dei giovani nel portare nuove idee, rinnovare l’impegno Caritas in continuità con quanto fatto finora, innescando allo stesso tempo percorsi di cambiamento.

Successivamente, i partecipanti delle varie Caritas parrocchiali, suddivisi in gruppi, hanno riflettuto sui contributi offerti la mattina cercando di delineare i possibili scenari futuri per la Caritas. In chiusura, ha emozionato il pubblico l’esibizione della cantante Manuela Mameli, accompagnata con la chitarra di Massimo Satta. Gli applausi fragorosi hanno chiuso una serata ricca di scambi di esperienze e spunti di riflessione.

 Le testimonianze. 

Presenti al Convegno regionale i volontari delle Caritas parrocchiali delle diverse diocesi sarde. A Bari Sardo la Caritas della parrocchia di N.S. di Monserrato, guidata dal nuovo parroco don Pietro Sabatini, è impegnata nella distribuzione di viveri ai più fragili, ma anche in un’azione di ascolto e accoglienza, grazie al coinvolgimento della comunità che, tra le diverse iniziative, promuove la “spesa sospesa” nei supermercati locali. Presto si punterà a rafforzare l’animazione a partire dai più piccoli, per esempio con la “Carriolata” con cui, il prossimo gennaio, i bambini del catechismo gireranno le case per chiedere viveri per i più bisognosi; inoltre, si intende organizzare la “settimana della Carità”, con una veglia di preghiera e altri momenti di riflessione.

Maria Antonia è volontaria nella Caritas della parrocchia di S. Pietro Apostolo a Orgosolo: «Cerchiamo di sensibilizzare le persone della comunità, affinché diventino sentinelle, pronte a prendersi in carico di chi è più fragile. Talvolta, oltre ai servizi sociali, sono i parrocchiani che ci segnalano le famiglie bisognose: ci avviciniamo a loro con discrezione, instauriamo con loro una relazione. Aiutiamo anche alcune persone disabili e giovani in difficoltà, con interventi di sostegno allo studio».

Il Centro interparrocchiale di San Francesco e Santa Lucia a Ozieri porta avanti diversi interventi, tra cui l’ascolto, la distribuzione di viveri, l’accoglienza di migranti. «Non si tratta solo di consegnare viveri – spiega la volontaria Stefania Sanna –, ma promuoviamo anche la solidarietà tra persone aiutate e volontari, e tra le stesse persone sostenute».

Presenti anche alcuni volontari della Caritas parrocchiale di San Paolo, a Cagliari: «Costituiamo un punto di riferimento – spiega il coordinatore Guido Lai – non solo per le persone fragili della nostra comunità, ma anche per quelle di altre parrocchie che talvolta si rivolgono a noi: in questi casi li indirizziamo a queste ultime, creando una rete. Abbiamo presentato dodici progetti per i bisognosi, che sono stati finanziati grazie al Fondo diocesano di solidarietà, riguardanti diversi interventi: dal sostegno allo studio e alla formazione professionale ad aiuti di vario tipo per le famiglie più fragili. Lavoriamo in rete con la Caritas di Cagliari, e possiamo contare anche sulla presenza di vari gruppi salesiani che riescono a sensibilizzare la comunità nel donarsi e trovare risorse per i bisognosi».

Francesco Faedda è volontario dal 2020 nel Centro di accoglienza di Ales: «Offriamo soprattutto ascolto, un sorriso, parole di conforto. Crediamo tantissimo nei giovani: per esempio, coinvolgiamo nelle nostre attività i ragazzi del “dopo Cresima” e, in occasione della Giornata mondiale dei poveri, alcuni studenti della scuola media incontrano i nostri volontari e vedono come aiutiamo le famiglie».

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