Da Bruxelles a Parigi. Il tramonto dell’Occidente
di Tonino Loddo
Gli spaventosi attentati di Bruxelles e di Parigi (ma anche quelli di Lahore, Sana’a, Maiduguri …), sono solo l’ultimo episodio di una guerra non convenzionale che riporta sulla scena in modo dirompente l’elemento religioso, pur deformato e manipolato. Non sono in pochi a chiedersi: Chi c’è dietro? Qual’è il fine ultimo per cui si compiono? Come mai l’Europa appare indifesa davanti a tutto questo? Non pochi sono quelli che ci vedono dietro una vera e propria cristianofobia: una caccia al cristiano diffusa e praticata a livello planetario per i motivi più disparati, che – se non verrà arrestata – con questa media di vittime rischia seriamente di passare alla storia come la più cruenta di tutti i tempi. Ed è proprio papa Francesco a non cessare mai di ricordarci come si registrino più martiri oggi che sotto l’Impero Romano.
Ma questa spiegazione non appare del tutto sufficiente o, quanto meno, non appare l’unica possibile. Perché non sono i criminali del Daesh che metteranno in ginocchio l’Occidente: le loro sono guerre interne al fondamentalismo islamico. Ma sono i milioni di espropriati del mondo intero che hanno iniziato a marciare, con la loro disperazione e la loro voglia di vita e fiducia nel futuro, su questa Europa stanca, opportunista ed egoista, che ha scelto di scomparire, che ha reso nella sua legislazione la procreazione una sorta di attività secondaria della specie umana, che si può appaltare all’utero di donne del Terzo o del Quarto Mondo; l’Europa di quelli che misurano la civiltà solo in base alle frazioni del Pil e all’andamento delle Borse; l’Europa di coloro che non esitano a spostare le proprie attività industriali in luoghi che offrono una manodopera così a basso costo da far impallidire i più foschi tempi dello schiavismo; l’Europa disposta a spendere miliardi in armamenti ed intelligence, e che non si vergogna di speculare perfino sui centri di accoglienza … I milioni di disperati che attraversano i nostri fili spinati, che passano tempi infiniti nei nostri lager, che affrontano scalzi e a mani nude gendarmerie armate di mitra ed equipaggiate con mute di cani; quelle schiere affamate, lacere, maleodoranti, visto che le guardie che li avvicinano portano sempre guanti e mascherine; quei bambini che giocano inconsapevoli nel fango delle tendopoli … Sono essi che metteranno in ginocchio l’Occidente.
E ciò accadrà per almeno tre motivi. Innanzitutto, perché hanno un’arma vincente: sono pieni di bimbi che si stringono addosso come possono; sanno, infatti, che l’unico futuro dell’umanità è la vita ed hanno fede nella vita. Per poverissimi, per sospettati, disprezzati, depredati e strumentalizzati che siano, hanno futuro, anche se sembrano condannati a tendere la mano, anche se sono affollati ai margini, da migranti e richiedenti asilo: uomini e donne che consideriamo importuni e pericolosi proprio come i figli che troppi di noi, italiani ed europei, non generano più.
Ciò accadrà, in secondo luogo, perché l’Occidente non ha mai purificato la sua memoria, perché non ha avuto coraggio di fare i conti con la sua coscienza, con la sua storia, con secoli di rapine verso i poveri del mondo, ieri per l’oro, oggi per il petrolio e per il gas. Perché non abbiamo mai chiesto scusa e non vogliamo chiederne. E questo (ci piaccia o no, poco importa) mette in essere le maledizioni bibliche: «la voce di Abele grida a me dal suolo!» (Gen 4,10).
Ed infine, perché essi hanno Dio, e dunque – pur sradicati e umiliati e perseguitati – sono capaci di speranza. Mentre l’Occidente si chiude nel fortino del proprio passato, circondandosi di muri e filo spinato, essi ancora desiderano la vita, e sanno che il Dio dei poveri e di tutti gli inquieti per la violenza, il Dio degli affamati di giustizia e dei sempre nuovi crocifissi, non li abbandonerà mai.
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