Scrivo a te, che stai per celebrare la cresima…
di mons. Antonello Mura
Finalmente “il” giorno è arrivato, starai pensando. “Finalmente” è il termine giusto, perché a questo giorno hai forse iniziato a pensare fin dalla prima Comunione. Celebrerai presto la cresima e ti immagino felice. Senti di essere giunto al traguardo, dopo tanti incontri, richieste e magari qualche verifica. Per questo ti sembra quasi naturale aggiungere: “Basta”! Come a dire: Non ne posso più del catechismo e dei catechisti, del sacerdote che mi ricorda cosa devo fare, dei genitori che tanto hanno insistito perche “almeno” arrivassi a questo momento. Hai anche scelto il padrino o la madrina, con l’arrivo conseguente dell’immancabile e desiderato regalo. Tutto sembra ormai concluso, anche con la prevista festa che dalla chiesa ti porterà
direttamente a festeggiare con parenti e amici. Ma è proprio tutto finito? Oppure, tutto sta per iniziare?
Oso dirti che mi auguro che questa tappa della tua vita la percepisca come un nuovo inizio, perché dopo la tua personale Pentecoste, e dopo aver ricevuto dei doni speciali da Dio, tu hai la possibilità, oltre che le potenzialità, per diventare come credente un protagonista della tua vita e di quella della tua comunità.
Protagonista ad esempio quando metti a disposizione i tuoi talenti, quando accogli proposte formative
e non accetti di vivere nella mediocrità e nel disinteresse per gli altri.
Mi piace dirti che per la Chiesa, col sacramento della Confermazione sei già diventato “grande”, come spesso ti capita di voler apparire davanti agli altri e alla società. Sei “grande” perché Dio e la Chiesa ti rispettano sempre e comunque, nonostante appaia talvolta dubbioso e perfino perplesso riguardo alla fede;
ma sei “grande”, perché dopo la cresima diventi sempre più consapevole che Dio non ti lascia solo,
rendendoti conto che di fronte alla domande sulla vita e sul futuro la parola del Vangelo ti illumina come
nessun altra luce riesce a fare.
Ma sei già “grande” anche dentro la tua comunità parrocchiale, dove solo frequentandola e partecipandovi
ti accorgerai che tutti coloro che ti sono vicini – sacerdote ed educatori in particolare – non avevano e non hanno altro scopo che quello di offrirti una voce amica e una esperienza fraterna. Tu infatti, che oggi hai accesso, grazie alla tecnologia che utilizzi splendidamente, a diverse forme di comunicazione e di linguaggio, e puoi esplorare e relazionarti con mondi lontani prima sconosciuti, apprezzerai ancora di più chi – molto più vicino a te – ti sa ascoltare e proteggere perché ti vuol bene, e ti sta accompagnando a comprendere la vita e la fede.
La Chiesa, insieme alla tua famiglia, questo vuol essere e questo vuol realizzare, offrendoti itinerari di crescita e di formazione che mostrino come Gesù nel Vangelo tenga molto alla tua vera gioia. Lui non è un
avversario né un ostacolo nella ricerca della felicità che, pur tra mille contraddizioni dentro e attorno a te, non smetti di perseguire. Per questo come vescovo, che nel rito della cresima, contemporaneamente al
gesto dell’unzione con l’olio del crisma pronuncia su di te queste parole: Ricevi il sigillo dello Spirito santo che ti è dato in dono, ti dico con grande simpatia e altrettanta energia: continua a sentire la tua comunità parrocchiale come un luogo per crescere, divertirti e stare bene insieme agli altri; metti a sua disposizione i tuoi doni, con la freschezza che ti contraddistingue.
E aiuta con il tuo entusiasmo la Chiesa che ti ha generato alla fede, per ringiovanirla – insieme ai tuoi coetanei – con proposte creative e impegni che ti vedano non più spettatore ma protagonista. Tu sei un dono per noi, diventalo per tanti altri.
Con affetto.
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