Inaugurate le sedi Caritas di Lanusei e Tortolì
“Sono presidi di carità nel territorio” ha detto il vescovo durante le cerimonie di inaugurazione cui erano presenti sacerdoti, fedeli e le massime autorità dei comuni interessati.
di Tonino Loddo
Era pieno avvento quando le sedi della Caritas di Lanusei e Tortolì sono state inaugurate. L’attesa del Natale non poteva essere più densa di significato. “Vieni, Signore Gesù”, pregava la comunità diocesana insieme alla chiesa universale. E il Signore Gesù non poteva farsi maggiormente presente in questa diocesi che apriva le sue porte alle periferie dell’esistenza. Il 5 dicembre a Tortolì, quello stesso edificio che per oltre mezzo secolo aveva donato lavoro ed offerto sicurezza a tante famiglie riprendeva a vivere per volontà del vescovo Antonello che raccoglieva il testimone del vescovo Emanuele che l’aveva fortemente voluto nei primi decenni del Novecento. E la stessa cosa accadeva il 12 dicembre a Lanusei, dove il vescovo raccoglieva il testimone del vescovo Lorenzo che proprio in quel luogo aveva voluto un asilo (come si chiamavano allora le scuole materne) per accogliere e avviare ad un’esistenza serena centinaia e centinaia di bambini. Con lui, in entrambi i centri, oltre a diversi sacerdoti, tantissimi volontari e significative rappresentanze delle parrocchie. A don Giorgio Cabras, direttore diocesano della Caritas, è stato affidato il compito di raccontare le tappe che hanno portato alla ristrutturazione degli edifici e il gradito dovere di ringraziare chi vi ha lavorato come progetto e come manodopera, oltre ai diversi benefattori. In entrambi i centri non è mancata la presenza dei rispettivi sindaci, Massimo Cannas (Tortolì) e Davide Ferreli (Lanusei) che con la loro presenza hanno voluto sottolineare la gratitudine delle istituzioni per l’importante presenza.
Aprendo ufficialmente le attività dei centri, il vescovo Antonello ha ricordato che l’inaugurazione costituiva un “evento di Chiesa”, di una Chiesa solidale come vuole essere la nostra Diocesi, ma anche una “consegna al territorio di un presidio di carità, tanto più importante oggi perché la Chiesa e la società sono chiamate a rispondere a nuove emergenze”. Ha spiegato, inoltre, che “la Caritas non è una realtà diversa dalla Chiesa locale, ma di quest’ultima vuole rappresentare l’immagine più misericordiosa e sensibile”, soprattutto come “luogo di ascolto delle persone”. Un ascolto, ha aggiunto, “umile, amorevole e discreto”. “I poveri – ha ancora detto – non ci interessano perché vogliamo dimostrare che siamo bravi, ma perché sono loro che ci aiutano ad essere un Vangelo vissuto, una generosità condivisa”. Per questo sono necessarie “persone autenticamente volontarie che non offrono solo aiuto o assistenza materiale ma accoglienza e fraternità”. In questo modo, il vescovo ha potuto legare l’iniziativa al clima dell’anno giubilare che proprio in quei giorni andava iniziando: “L’anno giubilare – ha detto ancora – potrà così essere vissuto in modo attivo e concreto”.
Le due nuove sedi della Caritas riprendono, come si è accennato, nello spirito fondativo altre iniziative della chiesa d’Ogliastra. Quella di Tortolì, infatti, è ubicata nella vecchia Manifattura Tabacchi, un ampio stabile di proprietà della diocesi che è stato ristrutturato a tempo di record e che ospiterà la mensa, il centro di ascolto, la distribuzione dei viveri, i ricoveri per i senza tetto, l’assistenza medica con ambulatorio e il servizio antiusura. A governare la struttura sono state chiamate tre suore del Buon Samaritano, una congregazione indiana assai esperta nel servizio ai più umili. Questa attività riassume, infatti, un’analoga attività già presente nel centro costiero e sarà anche luogo in cui i benefattori potranno consegnare derrate alimentari e indumenti da destinare ai più bisognosi. Una casa che ha la porta aperta per tutti e in particolare per coloro che, trovandosi in situazioni di necessità, cercano un luogo e persone capaci di ascolto e misericordia. Proprio in merito alla presenza delle suore samaritane, il vescovo Antonello ha voluto sottolineare come essa arricchisca ulteriormente la Caritas, dando “un’anima a tutti i servizi”. Il vescovo neppure ha mancato di sottolineare come l’antico stabile conservi ancora la possibilità di offrire dei Corsi professionali gestiti dai Cnos dei salesiani e, rammentando mons. Emanuele Virgilio, ha aggiunto di pensare “al mio amato predecessore, mons. Virgilio, recuperandone attenzioni e sensibilità verso la città e il territorio”.
Lo stesso spirito di accoglienza si è vissuto a Lanusei, nell’ex asilo delle suore domenicane chiamate a Lanusei da mons. Lorenzo Basoli, dove pure c’è una casa accogliente e una porta sempre aperta. Anche in questo caso sono stati necessari importanti lavori di ristrutturazione sostenuti dalla diocesi e da un contributo straordinario di Caritas Italiana grazie ai fondi dell’otto per mille. “Anche a Lanusei il luogo dove sorge la Caritas – ha detto il vescovo Antonello, ripercorrendone la storia – è fortemente simbolico, essendo stato scuola dell’infanzia. Questo ci invita oggi, come allora per i bambini, ad aver cura di persone e situazioni che incontriamo, custodendone la dignità e il futuro”.
I servizi offerti dalla Caritas nelle due sedi riguardano attualmente il centro di ascolto, la mensa (solo a Tortolì), la distribuzione di alimenti e di capi d’abbigliamento, oltre all’attivazione delle possibili procedure per ottenere un “prestito della speranza”. Nelle prossime settimane verranno pubblicizzati gli orari di apertura di ciascun servizio. Davvero interessante è la notizia che lo stesso vescovo Antonello assicurerà la sua personale presenza nelle due sedi ogni lunedì: al mattino a Tortolì e al pomeriggio a Lanusei.
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