Aperta a Lanusei la Porta Santa – “Innamorati della misericordia”
“Siamo qui – ha detto il vescovo Antonello nell’omelia – per dirci che l’affermazione paradossale di Gesù nel Discorso della Montagna: Beati i misericordiosi, ci invita a una conversione personale e comunitaria, perché portatrice insieme a tutte le Beatitudini di un modo ineguagliabile di vedere le persone e il mondo”.
di Maurizio Picchedda
parroco del Santuario Madonna d’Ogliastra di Lanusei
Il 13 dicembre 2015 resterà nella storia d’Ogliastra come una giornata memorabile. Per la prima volta, infatti, la porta santa del Giubileo è stata aperta non solo a Roma come è avvenuto finora fin dal 1300 ma anche nella nostra diocesi, come in tutte le diocesi del mondo. Una novità voluta da papa Francesco per dare a questo anno Giubilare un respiro veramente mondiale. La cosa straordinaria di questo Giubileo è anche il tema ben definito che il papa ha voluto dargli: quello della misericordia: tutto nasce dall’amore e tutto conduce all’amore. Papa Francesco ci suggerisce in quest’anno di prendere in considerazione, per viverle con maggior consapevolezza, le opere di misericordia corporale e spirituale.
La Chiesa Giubilare nella nostra Diocesi è il santuario Madonna d’Ogliastra in Lanusei e la porta santa della misericordia è la porta laterale sinistra del santuario. La celebrazione di apertura dell’anno Santo si è svolta nel pomeriggio del 13 dicembre. Dopo il saluto del vescovo Antonello e la lettura di un passo della bolla di indizione del Giubileo da parte del vicario generale, can. Giorgio Cabras, dal vicino centro Caritas è partita la processione solenne verso il Santuario. Mentre il vescovo portava solennemente in processione il libro dei vangeli, i fedeli cantavano le litanie dei santi, preghiera particolarmente solenne che si usa solo nelle celebrazioni liturgiche più importanti.
Arrivati alla porta santa il vescovo ha pronunciato davanti ad essa le parole del rito di apertura e vi è entrato prima lui e successivamente tutti i sacerdoti e i fedeli. Nell’omelia il vescovo Antonello ha prima di tutto richiamato al tema della misericordia. “Sono convinto – ha detto, tra l’altro – che oggi, per tutti noi, sia in gioco la nostra immagine di Dio. E mi chiedo, vi chiedo: Qual è l’immagine più ricorrente che abbiamo di Lui? Siamo qui, oggi, per dirci con gioia che il nome più bello da dare a Dio è “Misericordia”! Un nome che spesso abbiamo oscurato, sostituendolo unilateralmente con quello di un Dio giusto, ma che punisce e si vendica; sottovalutando così le parole e l’immagine di un Dio misericordioso, che mai vuole la morte del peccatore ma piuttosto che si converta e viva. Forse – ha aggiunto – anche la parola misericordia ci fa quasi paura. La scambiamo facilmente con debolezza, pensando talvolta che l’insistenza sulla misericordia minimizzi il peccato e il male. Questo sta a dimostrare quanto sia urgente tornare a riflettere, da cristiani, sul mistero della misericordia di Dio, e siamo grati a papa Francesco per il dono del Giubileo della Misericordia, un dono fatto alla Chiesa per sostenerla nel suo cammino a cinquant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II”.
Poi, il vescovo si è soffermato “sull’attualità delle opere di misericordia, un vero e proprio manifesto per il cammino giubilare”. “Siamo qui – ha detto – per dirci che l’affermazione paradossale di Gesù nel Discorso della Montagna: Beati i misericordiosi, ci invita a una conversione personale e comunitaria, perché portatrice insieme a tutte le Beatitudini di un modo ineguagliabile di vedere le persone e il mondo”. E mentre l’attenzione dei fedeli si faceva percettibilmente più alta, il vescovo Antonello ha così proseguito: “Anche in Diocesi sono necessarie persone che si lascino raggiungere dall’annuncio commovente della Misericordia di Dio per poterne diventare testimoni nella vita quotidiana. Persone che si prendano a cuore gli altri perché raggiunte dal Cuore misericordioso di Dio. La nostra Chiesa diocesana è chiamata a mostrarsi innamorata della misericordia, come Casa dalla porta sempre aperta, come Madre che consola i suoi figli, come famiglie che non si chiudono in se stesse, come comunità che si interrogano sui bisogni del territorio.
“Chi ha imparato, anche solo frettolosamente a frequentare e a vivere della Misericordia di Dio, la riconosce presente nella nostra realtà anche quando si presenta modesta o addirittura nascosta. Ed è giusto darle il nome che merita e l’incoraggiamento che attende. Si trova nelle corsie degli ospedali, nelle aule delle scuole, nel tribunale, nelle celle del carcere, nelle case di riposo, sulle banchine dei porti, nei centri di accoglienza dei migranti, presso le stazioni, persino per strada. Vuole essere una parola d’ordine in tutte le nostre comunità ed è importante che presieda ogni parola e ogni azione pastorale. Per questo ci auguriamo un Anno attivamente misericordioso, illuminato da Maria, Madre della Misericordia”.
Durante l’offertorio si è compiuta l’offerta dell’olio per la lampada perpetua della Madonna d’Ogliastra da parte delle parrocchie della Diocesi, mentre al termine della funzione ad ogni fedele è stato consegnato un depliant sul Giubileo preparato dalla Diocesi.
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