L’Ogliastra degli sprechi
di Maria Franca Campus
L’Ogliastra è piena di opere pubbliche enormi e inutili, o necessarie e mai utilizzate. Parlare di sprechi è un esercizio retorico. Tutti noi li abbiamo presenti e assistiamo impotenti al fiume di denaro bruciato per niente.
Di edifici costruiti e mai utilizzati è piena l’Ogliastra. Stabili enormi, progettati, finanziati e ora in preda al degrado. Peggio. In mano ai vandali che distruggono e danneggiano impuniti. Opere realizzate con investimenti pluri-milionari popolano inutilmente il territorio, spesso deturpandone il paesaggio. Erano sorti con una destinazione ben precisa ma al momento del fine lavori hanno perso ragione di esistere e non sono mai stati resi fruibili. Una situazione paradossale in un’area che spesso ha difficoltà a trovare risorse per sistemare e migliorare strutture fondamentali come le scuole. Succede così che gli studenti talvolta si ritrovino a frequentare le lezioni in locali inadeguati e poco favorevoli all’apprendimento. In questi casi si lamenta la carenza di risorse finanziarie, le stesse che hanno permesso invece il sorgere di strutture imponenti e arroganti, tanto onerose quanto inutili.
Da nord a sud dell’Ogliastra abbondano gli edifici che cadono a pezzi ancora prima della loro inaugurazione. Uno spreco di denaro pubblico inspiegabile, di cui nessuno risponde e che nulla insegna perché continua a verificarsi. A Tortolì l’emblema di questa situazione è la Stazione marittima di Arbatax ma anche il parco di Batteria dove con un finanziamento regionale di un milione di euro sono sorte strutture per la fruizione e la valorizzazione del sito che racconta la seconda guerra mondiale in Ogliastra. Oggi quel complesso è in mano ai balordi e alle intemperie, alla mano dell’uomo e della natura che tanto crea e forma quanto danneggia e distrugge.
Alla periferia di Lanusei svettano i locali dell’Anas e sorge inutilizzato il Centro fieristico mentre i piccoli alunni delle elementari seguono le lezioni in una vecchia scuola che non ha neppure l’ingresso adeguato: una porticina a vetri che si apre su una strada in pendenza. E a Tortolì gli studenti dell’Alberghiero, l’Istituto superiore più grande d’Ogliastra solo di recente hanno avuto una sede propria.
Accanto agli uffici pubblici inutilizzati le macerie di sogni industriali infranti. I capannoni vuoti della Cartiera con vista sul porto, poco lontani dalla Stazione marittima mai nata. E sull’altopiano di Villanova rimangono le spoglie di quelle che una volta erano le serre di Barbagia Flores. Sono immortalate nelle foto di Pietro Basoccu esposte di recente nella mostra Fiori di carta all’ex mercato civico di Tortolì, una struttura che invece grazie all’arte è tornata a nuova vita. Proprio lì accanto si trova la ex blocchiera Falchi anch’essa diventata sede di importanti iniziative culturali.
Esistono quindi edifici scampati al degrado. Come l’Albergo Esit di Lanusei in via Marconi ceduto dalla Regione al Comune e poi rivenduto allo Stato per ospitare l’Agenzia delle entrate. Un passaggio virtuoso che ha permesso la riapertura di uno stabile chiuso rendendolo moderno e funzionale. E chissà che anche Arzana non trovi il modo di recuperare le macerie dell’ex preventorio di via Monsignor Virgilio, una volta centro di formazione e opportunità lavorativa per tanti, oggi in rovina.
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