L’arte come terapia
di Anna Piras.
Piticobà a Tortolì è uno spazio dove l’esplorazione si coniuga con la scoperta, la bellezza, il benessere per grandi e piccoli. Laura Melis è l’artefice di questo micromondo aperto a tutti
Si può dar vita a una nuova attività lavorativa, coniugando importanti elementi? La risposta è sì. Abbiamo incontrato Laura Melis per parlare con lei del suo percorso professionale e della sua attività. Abbiamo ripercorso le fasi che hanno caratterizzato la sua idea di impresa nata da un’idea innovativa e di come sia riuscita a progettare e realizzare il suo centro, Piticobà, a Tortolì.
Si tratta di una struttura davvero particolare, dove si svolgono attività di artiterapie e Snoezelen in uno spazio esplorativo dove nulla è lasciato al caso e tutto è volto al benessere della persona. I sorrisi dei piccoli ospiti e i loro occhietti curiosi trasmettono serenità e gioia.
«Il mio Piticobà nasce come un centro delle terapie espressive e corporee – racconta Laura –, uno spazio esplorativo in cui le artiterapie e lo Snoezelen si fondono per diffondere benessere e contribuire alla cura e alla crescita della persona. La struttura è stata inaugurata tre anni fa, a maggio del 2021, ma la sua ideazione e progettazione risale al 2018, anno in cui ho fatto domanda di finanziamento Resto al Sud – l’incentivo che sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in diverse zone centrali e meridionali d’Italia, ndr –. Da quel momento, di difficoltà e sfide da affrontare ce ne sono state tante, a partire dalla messa in forma della mia idea imprenditoriale, che era sì chiara nella mia mente, ma non in quella di chi avrebbe dovuto guidarmi nella realizzazione e ancor meno delineata nei regolamenti attuativi e nelle normative vigenti. In sostanza il progetto era apparso da subito innovativo e valido, ma difficilmente inquadrabile e progettualmente ostico. La mia idea era quella di creare un luogo d’ascolto e condivisione, aperto a tutti, che potesse creare buone occasioni di scambio e che aprisse piccoli spiragli di consapevolezza».
Strada ardua e complessa, nella quale Laura Melis si prepara, studia, si specializza attraverso percorsi formativi mirati, con l’obiettivo di rendere il suo centro, praticamente unico: «Durante il mio percorso universitario nella facoltà di Scienze dell’Educazione – spiega – ho avuto la fortuna di lavorare e crearmi una lunga esperienza lavorativa, ma soprattutto comprendere come volessi spendere le mie competenze e quali altri strumenti voler acquisire nel tempo con la mia formazione. Le mie passioni e le mie attitudine hanno finalmente trovato nutrimento nei percorsi di specializzazione: quello triennale come arte terapeuta e quello come operatore Snoezelen, ultimati entrambi dopo l’apertura del centro, che hanno delineato in maniera marcata non solo le mie esperienze e le mie scelte formative, ma anche il mio progetto dandogli l’identità che ancora oggi, tra mille sforzi e difficoltà combatto per preservare».
Determinazione e tenacia. Sono le caratteristiche della giovane professionista ogliastrina che mai si è arresa dinanzi ai cavilli burocratici, ai problemi di accesso ai finanziamenti o alla ricerca dell’inquadramento specifico per il suo centro, anche se le difficoltà non mancano mai. Una certezza solida: la sua famiglia che la segue e la incoraggia: «Tante sono state e sono tutt’oggi le volte in cui ho pensato di mollare – ammette –. Se in fase progettuale le paure maggiori sono state quelle di veder sfumare un sogno prossimo alla realizzazione, adesso le difficoltà maggiori stanno nel restare a galla, sopravvivere alle innumerevoli spese e incombenze di una Partita Iva che non ammette leggerezze o distrazioni. Se vuoi sopravvivere devi correre e marciare senza poterti concedere il lusso di rallentare, come nel caso della maternità, per citare un esempio che mi ha riguardata da vicino. Per fortuna ho avuto chi ha creduto da subito in me e nelle mie idee: la mia famiglia. Mi sono resa conto delle mille e più criticità e difficoltà che i giovani incontrano nel costruirsi un futuro, nell’accedere al credito e nel portare a compimento i propri progetti. L’ho imparato a mie spese, giorno dopo giorno: bisogna scontrarsi con normative ormai poco adeguate ai nostri tempi, che ostacolano persino la cosa più semplice quale quella di poter assegnare un codice all’impresa, regolamentarne gli spazi interni, inquadrarla e poterle dare vita. La mia famiglia ha creduto in me più di quanto ci credessi io in certe giornate!».
Portare avanti un centro così all’avanguardia nell’offerta alle famiglie, sicuramente ha fatto la differenza. Ma in che modo, in questo spazio, ci si prende cura degli altri? «Le possibilità sono diverse e personalizzabili in base alle età e ai bisogni. Con la prima infanzia è semplice: si parte da zero in un percorso guidato di sperimentazione e indagine. Si fa esperienza dei materiali artistici, naturali e di recupero, per conoscerli e farne uso, come mezzo espressivo del nostro immenso universo interiore. Ma tutte le arti fanno da padrone nelle nostre proposte: l’espressione corporea per esempio, dove si entra in contatto con le parti del nostro corpo, ampliandone la percezione e il potenziale; la musica e gli strumenti, che ci guidano nei lavori di gruppo e ci permettono di entrare in contatto col suono e col ritmo; e poi ovviamente la stimolazione sensoriale controllata e modulabile come ci insegna lo Snoezelen. Con gli adulti, o con chiunque scelga di avvicinarsi a noi, vale lo stesso principio, ma cambiano gli obiettivi e anche le modalità vengono adattate in base ai bisogni».
Abbiamo chiesto a Laura Melis se oggi si sentisse al posto giusto e nel momento giusto, col lavoro giusto e i sogni professionali realizzati: «Non sono certa di essere nel posto giusto al momento giusto – risponde –, di strada per raggiungere quelli che sono i miei obiettivi ce n’è ancora tantissima da fare. L’unica certezza è che, indipendentemente da come andranno le cose, questo progetto mi sta arricchendo moltissimo, sia dal punto di vista umano che professionale e so per certo che questa esperienza maturata mi sarà utile nella vita perché mi sta permettendo di acquisire consapevolezza dei miei punti di forza e di debolezza, spingendomi a fare meglio, a dare il massimo, a conoscermi profondamente, imparando dagli errori».
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