Festa della famiglia e serata sinodale
di Giuseppina Nieddu e Giovanni Pischedda.
Domenica 16 giugno, nella cornice dell’Auditorium Fraternità di Tortolì, si è svolta la festa diocesana della famiglia, seguita dalla serata sinodale diocesana
L’accoglienza delle circa quaranta famiglie è stata fatta dall’equipe famiglie e dai volontari Caritas. Dopo aver salutato e ringraziato i partecipanti, il vescovo Antonello Mura ha iniziato l’incontro con un momento di preghiera, incentrato sul brano evangelico di Matteo (Mt 8,28-34) che racconta di Gesù nel paese dei Gadareni (luogo non tanto geografico, quanto interiore), invitando alla riflessione su alcune domande che scaturiscono dal testo: chi è quest’uomo? Chi siamo noi? Quale posto abbiamo nella Chiesa? Gesù è venuto a scomodarci: noi come i mandriani fuggiamo per non perdere le nostre comodità e «lo preghiamo di allontanarsi dal nostro territorio»?
I saluti e i ringraziamenti sono quelli di don Battista Mura, coordinatore dell’Ufficio di pastorale familiare che ha ricevuto gli auguri dei presenti per i suoi 22 anni di sacerdozio. Il responsabile dell’equipe, Giovanni Pischedda, ha poi presentato la coppia ospite che ha dato la sua testimonianza sulla ministerialità degli sposi: Luisa Mura e Stefano Fadda, fondatori dell’associazione di promozione sociale Profumo di Nardo, a Quartu S. Elena.
Luisa e Stefano si sono formati nella parrocchia della Sacra Famiglia a Milano come operatori di pastorale familiare organizzati dalla CEI e dall’Istituto Giovanni Paolo II di Roma. Importanti per la loro crescita spirituale sono stati vari sacerdoti: Don Sergio Nicolli che ha proposto loro di accompagnarlo in Trentino nel progetto Una famiglia in canonica; Don Renzo Bonetti in un percorso di catechesi familiare e di teologia nuziale; Don Carlo Rocchetta col quale hanno intrapreso e scoperto la spiritualità della tenerezza nel Centro Famiglia Casa della Tenerezza di Perugia.
Con la nascita del loro figlio Domenico, sono poi rientrati a Quartu, dove hanno fondato Profumo di Nardo. La coppia ha aiutato la riflessione, raccontando la propria esperienza di vita “in canonica”, sottolineando come ogni famiglia cristiana debba essere un soggetto consapevole dei doni ricevuti e capace di assolvere ai propri compiti ecclesiali e sociali in quanto battezzati. Ogni coppia cristiana – come Aquila e Priscilla che accolgono a casa Paolo e condividono con lui la passione per l’annuncio del Vangelo nella prima comunità cristiana – dovrebbe sentirsi ed essere riconosciuta corresponsabile, assieme ai pastori, della missione salvifica della Chiesa.
Dopo un tempo di dialogo vivace tra i partecipanti, il vescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica; nell’omelia ha evidenziato come ogni piccolo seme del regno di Dio gettato, racchiuda in sé la speranza che possa germogliare e portare frutto in abbondanza; di questo tempo di attesa ne è emblema la pazienza del contadino. Il momento di convivialità, grazie al servizio generoso dei volontari Caritas, ha concluso una bella mattina di incontro, confronto e crescita.
Il prossimo appuntamento sarà l’esperienza del campo diocesano famiglie ad Arbatax, presso la Colonia Madonna d’Ogliastra, dal 3 al 4 agosto. Per informazioni e iscrizioni, contattare i seguenti recapiti: tel. 3472383787 (Pinuccia) – 3471929665 (Iosè)
LA SERATA SINODALE
Preghiera, silenzio, canto e dibattito hanno animato la serata sinodale, naturale proseguimento della Festa della famiglia celebrata al mattino. Dall’ascolto del brano di Luca e da quel «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso», è partito il commento del vescovo per l’interiorizzazione della Parola, a cui si sono aggiunte le parole di Papa Francesco sulla missione e sull’essere Chiesa, quelle dei vescovi sul Sinodo. E proprio sul cammino sinodale nelle parrocchie, sui temi ecclesiali decisivi da affrontare nel concreto, sull’appartenenza di ciascuno alla Chiesa e ai suoi compiti e sulla Chiesa profetica si è incentrato il dibattito tra i partecipanti e il vescovo Antonello, il quale ha sottolineato che l’unità va incoraggiata sempre, che è importante creare momenti di incontro e confronto chiarificatori, che spesso si assiste a realtà parrocchiali dove manca lo spirito di squadra e che occorre concentrarsi per creare una parrocchia profetica capace di guardare al futuro, e di creare momenti e temi adatti a ogni fascia d’età. (c.c.)
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