In breve:

Arbatax, il fantasma della stazione marittima

Stazione marittima

di Fabiana Carta.
Sono trascorsi quasi 40 anni dalla posa del primo mattone. Su quest’opera sono piovuti miliardi di lire e milioni di euro, la stazione marittima mai inaugurata è il fermo immagine della vergogna. Un fermo immagine che racconta un ingente spreco di denaro pubblico, problemiburocratici, difficoltà e rimpallo di competenze tra Comune, Consorzio industriale e Regione.

Il progetto iniziale prevedeva una struttura per l’accoglienza turistica, dotata di biglietteria, servizi pubblici, area commerciale, area forze dell’ordine e l’ufficio circondariale marittimo di Arbatax. Completata intorno al 2012, dopo 25 anni, è rimasta chiusa e abbandonata a sé stessa, in balìa dei vandali. Oggi servono seri lavori di ristrutturazione, non solo per la stazione marittima ma anche per la sistemazione e il potenziamento della banchina traghetti e per il completamento dell’illuminazione. Non è facile destreggiarsi fra i vari finanziamenti, proteste e le polemiche accumulate nel corso di tutti questi anni.

L’argomento è ancora qualcosa che scotta: l’amministrazione comunale passa la palla a Massimo Deiana, il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna, con cui abbiamo parlato, ma è da tenere bene presente che lo scalo di Arbatax è di loro competenza solo dal settembre 2021.

 

L’inserimento del porto di Arbatax nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna nel settembre 2021 dovrebbe far superare i problemi di burocrazia e competenze che si sono accumulati in tutti questi anni: perché abbiamo dovuto aspettare così a lungo?

Relativamente ai tempi di attesa, direi che la domanda andrebbe posta ai rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e territoriali che si sono succedute nel tempo. È altresì vero che l’iter procedurale per l’ingresso di un porto nella circoscrizione dell’AdSP (Autorità di Sistema Portuale) non è semplice e immediato, e la riforma delle Autorità Portuali del 2016 si è rivelata un’occasione utile per maturare una scelta che potesse valorizzare lo scalo all’interno di un unico sistema a dimensione regionale. È, comunque, un processo che parte sostanzialmente dal basso: in primis dalla volontà di una locale Amministrazione comunale che, con il voto a maggioranza del Consiglio, delibera di voler aderire al Sistema portuale. C’è poi una successiva deliberazione della Regione che, nel caso di Arbatax, è quella del 27 febbraio 2018, relativa alla “Proposta di classificazione come porto di seconda categoria e seconda classe ai fini dell’inserimento nell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna”. Infine, il suggello del Consiglio dei Ministri che, sempre nel caso del porto ogliastrino, è il Decreto-Legge del 10 settembre 2021, nel caso specifico l’articolo 5, nel quale lo scalo di Arbatax viene inserito nell’elenco dei porti della circoscrizione dell’AdSP.

L’AdSP di cosa si occupa nel particolare?

Per estrema semplificazione, l’Autorità di Sistema Portuale è un Ente pubblico non economico con compiti strategici di indirizzo, programmazione e coordinamento dei porti di competenza ben delineati dalla Legge 84/94 e dal successivo D.Lgs 169/2016. Una governance di sistema il cui obiettivo è rendere gli scali marittimi competitivi, adeguatamente infrastrutturati, e generare ricchezza e valore aggiunto per il territorio, la regione e il sistema portuale italiano.

Qualche aspetto resta di competenza del Comune di Tortolì?

I Comuni restano centrali nel confronto propedeutico all’azione strategica di pianificazione dell’Ente. Mi riferisco, in particolare alla consultazione che l’AdSP attua nella fase preliminare di redazione del Documento di Programmazione Strategica di Sistema e, ancora più approfonditamente, nella successiva fase di redazione dei singoli Piani Regolatori Portuali, affinché questi possano ben integrarsi gli strumenti urbanistici come, ad esempio, i PUC.

C’è poi un’attività ancora più operativa nella quale le Amministrazioni comunali sono chiamate a esprimere pareri urbanistici, ad esempio per il rilascio di particolari concessioni demaniali che prevedono la realizzazione di fabbricati. E una prettamente istituzionale, ma non meno importante, di costante confronto con i Comuni nella quotidiana azione di governance dell’AdSP.

 

[L’intervista integrale è sul numero di Marzo de L’Ogliastra]

 

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