In breve:

Lavoro: istruzione, politiche attive e formazione professionale per le sfide del futuro

Saldatori

di Michele Muggianu.
Le sfide dei prossimi decenni, con l’ingresso in scena dell’intelligenza artificiale e la concorrenza del lavoro a basso costo nei paesi emergenti, non saranno affatto semplici. Per vincerle, ci vorranno dedizione e creatività, fatica e vocazione al lavoro, serviranno politiche nuove, inclusive e generative a livello locale, nazionale ed europeo. Le nuove sfide che ci attendono ci porranno di fronte ad alcune emergenze da affrontare, prima tra tutte quella educativa e formativa. Per creare nuovi posti di lavoro è necessario, infatti, attrarre imprese innovative che necessitano di dipendenti molto qualificati. La nuova geografia del lavoro sarà disegnata dall’istruzione media di un Paese e quindi dal capitale umano.

Occorre, dunque, investire in formazione continua per aumentare l’occupabilità delle persone perché, per dirla con le parole di Don Milani «gettare nel mondo di oggi un giovane senza istruzione è come gettare dalla finestra un passerotto senza ali».

Come siamo messi in Sardegna e nel nostro territorio ogliastrino? Abbiamo un colossale problema di capitale umano adeguato ai cambiamenti in corso, tecnologici e di mercato, vi è un disallineamento formativo importante e una distanza abissale dell’Isola dalle regioni più sviluppate d’Europa. La Sardegna infatti è al numero 210 su 231 regioni d’Europa in termini di giovani laureati: è nostro il primato in Europa per la minor incidenza di ingegneri e scienziati sul totale della popolazione attiva. L’ultimo rapporto Invalsi, presentato di recente alla Camera dei deputati, evidenzia il divario enorme tra Nord e Sud, con il dato pessimo delle Isole: il 45 % degli alunni delle terze medie in Sardegna ha un livello insufficiente di comprensione in italiano, in matematica siamo al 60 %. Lacune che si trascinano anche alle superiori. La dispersione scolastica è al 15,9 %, i nostri studenti che hanno superato con eccellenza i test Invalsi sono meno del 9 %.

Senza un capitale umano adeguato, non c’è politica che tenga e la povertà educativa si trasforma poi in povertà economica. Ci distinguiamo infatti per la triste posizione di 182esima regione in termini di PIL (con un PIL per abitante che raggiunge appena il 68 % della media Ue). Abbiamo scogli strutturali noti che vanno levigati, penso ad esempio alle difficoltà delle aziende nell’accesso al credito, al costo della burocrazia e della tassazione sul lavoro, alla lentezza giudiziaria, al costo delle materie prime, alle infrastrutture inadeguate, all’alto costo dell’energia e alla mancata continuità territoriale.

Ci sono però grandi opportunità. Il nostro è un territorio vocato al turismo, all’agroalimentare, all’artigianato di qualità e all’industria compatibile con l’ambiente: il rinnovato interesse di Saipem per gli investimenti ad Arbatax, lo sbarco dei colossi della nautica Ferretti e San Lorenzo, i fondi per il potenziamento delle infrastrutture portuali, la Zes. Temi importanti e prospettive interessanti.

Dobbiamo essere incisivi nel favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, indirizzando i nostri disoccupati, inoccupati, sotto-occupati verso i settori economici che offrono possibilità di impiego e crescita professionale. In buona sostanza, dobbiamo porci l’obbiettivo di aumentare il tasso di occupazione attraverso il potenziamento delle politiche attive del lavoro.

L’incremento dell’occupazione femminile è dirimente per il raggiungimento degli obbiettivi: occorrono politiche adeguate per la conciliazione famiglia-lavoro e per implementare tutta la rete dei servizi per l’infanzia. Allo stesso modo, il territorio dovrà predisporsi, se vuole crescere economicamente e socialmente, a politiche di accoglienza e integrazione di lavoratori che arriveranno in numero sempre maggiore da altri Paesi, con le famiglie al seguito. Un apporto indispensabile, considerata anche la drammatica crisi demografica che stiamo attraversando.

Temi sensibili, in quanto persino il settore turistico negli ultimi anni è stato investito da criticità legate alla carenza di manodopera che oggi sono di fatto comuni a diversi settori economici.

Tornando alle opportunità, il rilancio di Saipem che chiede ulteriori aree ad Arbatax per investire è un fatto molto positivo. Saipem è al momento concentrata sulle attività legate alle rinnovabili e sulle tecnologie più vicine al suo business, vale a dire l’eolico offshore, pannelli solari, bioraffinerie integrate, energia geotermica e progetti waste-to-energy (ovvero produrre energia elettrica, calore o carburanti utilizzando ciò che non serve più, in sintesi la valorizzazione dei rifiuti). Ci sarà necessità di tanti nuovi professionisti in questi settori, dagli ingegneri agli operai specializzati, a partire dai saldatori.

Allo stesso modo, l’industria della nautica di lusso rappresenterà un pezzo importante dell’economia di questo territorio. Non risente di crisi economiche e le nostre eccellenze sono richiestissime in giro per il mondo. Oggi occorrono resinatori e carrozzieri – siamo, infatti, ancora nella fase in cui realizziamo scafi e coperte –. Nel medio termine, però, dobbiamo farci trovare pronti a realizzare per intero le imbarcazioni e occorreranno più ingegneri, architetti, artigiani specializzati, in grado di rispondere all’interesse di questi importanti player dell’industria nazionale con serietà e competenza.

Per questa ragione la Cisl ha investito nel corso dell’ultimo anno per il potenziamento delle offerte formative della nostra agenzia dei servizi per il lavoro, lo IAL, e così come noi altri enti e associazioni stanno seguendo la stessa strada. Le ingenti risorse economiche messe a disposizione, in modo particolare attraverso i fondi PNRR, dovranno essere spese al meglio per garantire alle tante donne e uomini, oggi fuori dal mercato del lavoro, di poter entrare a farne parte con ruoli da protagonisti, con i loro sogni e le loro speranze per il futuro. In questo modo si daranno anche le necessarie risposte alle aziende che cercano forza lavoro qualificata, spesso senza successo.

La Cisl è in campo da protagonista, con la certezza che l’impegno di tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti produrrà risultati importanti per i nostri concittadini e le nostre comunità.

 

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