Riapriamo il libro dell’Avvento
di Mons. Antonello Mura
Le immagini sono sempre efficaci nella comunicazione, anche perché evocano i passaggi della nostra vita. Una bella suggestione ci arriva dai rabbini ebrei che, parlando del libro biblico del Deuteronomio, dicono che quando si arriva all’ultima pagina di questa grande omelia di Mosè nel deserto, l’impegno è quello di ritornare alla prima pagina, perché finché ci sarà uno che riapre il libro, quello sarà il segno che Mosè non è morto, e che parla ancora.
Il tempo dell’Avvento ci viene offerto liturgicamente per riaprire il libro del nostro cammino di fede, per dimostrare ancora una volta che Gesù non è morto, chiuso in una tomba, ma è il Vivente, e che continua a parlare alla nostra vita.
Si ricomincia. Riprendiamo il percorso che ci porta ad incontrare Gesù e a leggere il libro della nostra vita. Le parole del Vangelo ci incoraggiano, talvolta ci agitano, sempre ci proteggono. Stimolante scoprire come Gesù accompagna i suoi discepoli nella comprensione di quanto accade, nella lettura dei segni dei tempi. Genere letterario e immagini non sono quelle di oggi, ma rimangono efficaci per identificare il futuro dei nostri giorni.
Nei racconti dei Vangeli molti verbi sono imperativi, martellanti, e sembrano suggerire come vivere in tempi difficili. Uno di questi verbi è vigilare, stare attenti. Gesù sembra chiedere attenzione, invitandoci a tenere gli occhi ben aperti su quanto accade, come anche nel prevedere quello che accadrà alla fine dei tempi: «Badate che nessuno vi inganni».
Fin dai primi tempi i cristiani corrono il rischio di cadere nel tranello di un ascolto senza discernimento, rimanendo ingannati da coloro che hanno la pretesa di essere salvatori, mentre il vero salvatore è un altro: «Verranno nel mio nome…; Diranno: “Sono io” …»; «Se qualcuno vi dirà: “Ecco il Cristo è qui, è là”, non credeteci». L’inganno è dietro l’angolo e va sempre smascherato.
Come distinguere oggi le parole dell’Avvento di Gesù, quando la mentalità prevalente sembra premiare l’inganno? E come difendersi da chi orchestra abilmente parole e immagini per imbrogliare con sottili strategie?
La difficoltà a interpretare appartiene alla storia. Gesù ci propone di invocare la luce dello Spirito, ascoltando la sua parola e imparando a condividere nella comunità ecclesiale il viaggio della vita. Ma senza dimenticare di onorare la nostra intelligenza, secondo le belle parole di Martin Luther King: «La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’interesse chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Arriva il momento in cui si deve prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare, ma la si deve prendere perché la propria coscienza ci dice che è giusta».
Gesù ci invita ad alzare la testa, ad aprire gli occhi. Bello ripetere in questo tempo l’invocazione dei primi cristiani: «Il Signore viene! Vieni, Signore Gesù!». Nonostante le apparenze, le contraddizioni e gli sconvolgimenti della storia non sono l’ultima parola. Ritorna nella mente e nel cuore un canto, ricco di immagini, lo canteremo nei giorni dell’Avvento: «Nella notte, o Dio, noi veglieremo, con le lampade accese, vestiti a festa, presto arriverai e sarà giorno».
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