La Chiesa che fa cultura è sempre una certezza
di Claudia Carta.
Un punto interrogativo e uno esclamativo. La domanda e l’affermazione. Fascino e desiderio. Parole e silenzi. Musica e preghiera. La Pastorale del Turismo traccia così le sue pennellate, fra le stelle cadenti di agosto e il cielo settembrino che profuma di pioggia. Lo fa con quello stile inconfondibile che le è proprio, ideato, progettato e costruito in nove anni, e che mai nulla lascia al caso e all’improvvisazione. Anzi. Più questa storia scorre, più si affina, ne cura i dettagli, ne smussa gli angoli, ne perfeziona forma e sostanza.
La forma racconta di 21 giorni di eventi ospitati all’aperto, nell’Anfiteatro Caritas di Tortolì e nell’Area Fraterna de La Caletta di Siniscola; di 24 protagonisti, personaggi noti al grande pubblico, fra radio, televisione, cinema e teatro, mondo della comunicazione, dello sport e dello spettacolo, della medicina e della scienza, altri che si sono distinti per il loro operato e la loro professionalità, per la loro fede e l’attenzione ai più fragili, per la capacità di trasmettere messaggi e contenuti positivi; di 12 comunità che hanno curato l’accoglienza: Villaputzu, Talana, Elini, Lanusei, Girasole, Perdasdefogu, per la diocesi di Lanusei; Posada, Lodè, Dorgali, Bitti, Gavoi, Nuoro (N. S. delle Grazie) per quella di Nuoro; di 1 mostra fotografica, giovane, fresca, luminosa, non solo perché incastonata tra cornici e pannelli giallo sole, ma perché luminosi sono i volti dei ragazzi che, silenziosamente, sussurrano la “terra di mezzo” che è l’adolescenza: “Dittici. I volti e il tempo” di Pietro Basoccu; di 6 cortometraggi, a disegnare nuove Camineras sotto lo sguardo attento di Vincenzo Ligios, maestro nel mettere insieme giovani videomakers e respiri di cinema: Cristiana Pesarini, Vincenza Asoni, Matteo Pedditzi, Arianna Lodeserto, Maurizio Loi, Daniele Arca, Simone Paderi, Alessandro Drudi; di 1 équipe interdiocesana guidata dal vescovo Antonello Mura, mente, cuore, adrenalina ed energia a servizio del progetto; di volontari, tecnici, maestranze, della loro professionalità e competenza, unite a una disponibilità che si fa umiltà e discrezione; di 20mila presenze totali – oltre alle quelle virtuali a cui la tecnologia digitale offre un regalo prezioso – a sottolineare come la forma si sia fatta sostanza.
Sì, perché la sostanza è racchiusa non solo il quel “Fascino del dubbio, desiderio di certezze”, leitmotiv che ha accompagnato ogni singolo appuntamento della manifestazione estiva diocesana, ma in quel mix di stupore e fraternità che abbraccia il concetto stesso di Pastorale del Turismo, che descrive – ma ormai da nove anni realizza – un’estate diversa. Non un contenitore di eventi, dunque, ma «un progetto ecclesiale con l’aspirazione di essere culturale, quindi attento a idee, temi e orizzonti che aiutino a pensare e a offrire contenuti attuali e decisivi per la nostra vita». Eccola la visione del vescovo Antonello, quanto mai aderente ai tempi, più che mai rispondente all’esigenza di essere stimolati, di non accontentarsi mai, seguendo quel «desiderio infinito di avere risposte, certezze», dinanzi a un bagaglio di esperienze – il nostro – «mai esente da dubbi».
E tutti gli ospiti della kermesse agostana e settembrina ne hanno parlato e ci hanno fatto i conti: un grande del cinema come Pupi Avati; insieme a lui un altro regista, questa volta della nostra terra, Salvatore Mereu; gli artisti nazionali di casa in teatro e alla televisione, quali Giovanni Scifoni, Neri Marcorè e Domenico Mariorenzi; e poi giganti della prossimità, del servizio agli ultimi, evangelizzatori con la vita tra le periferie esistenziali, fra i drammi causati dal dolore, dall’emarginazione, dalla violenza e dalla solitudine, senza aver mai paura di parlarne, quali don Gino Rigoldi, insignito del Premio Persona Fraterna 2023, don Fortunato Di Noto e la psicologa Chiara Griffini; senza tralasciare il messaggio che anche la musica porta con sé, cantando la vita con i suoi saliscendi, le sue rotte, le sue virate, le sue tempeste e le sue bonacce: Niccolò Fabi e Simone Cristicchi – quest’ultimo in coppia con don Luigi Verdi, anima della fraternità di Romena – ne sono stati un fulgido esempio; e ancora l’attenzione alla comunicazione, ma ancor più all’informazione corretta e scevra da bufale e imbrogli, sottolineata sia dalla presenza tutta al femminile di professioniste isolane che sono arrivate in alto grazie alla loro determinazione, la loro caparbietà, il loro studio e la loro abnegazione, a dispetto di un mondo ancora profondamente sbilanciato al maschile: Mariangela Pira di Sky News, Lucia Capuzzi de L’Avvenire, Elvira Serra de Il Corriere della Sera e Carla Frogheri del Giornale Radio Rai; sia dalla presenza di giornalisti del calibro di Nello Scavo, quest’anno affiancato da David Puente; per arrivare alle glorie dello sport – Gianfranco Zola e Andrea Lucky Lucchetta – e alla necessità di riscoprire una cultura sportiva autentica, non sopraffatta dal business e dalle dinamiche del mercato; fino a giungere agli Istentales di Gigi Sanna, a un ironico e spassoso ma quanto mai attuale Giacomo Poretti, per concludere con l’altalena tra dubbi e profondi desideri di certezze che deriva dalla scienza – oggi ancor più dall’intelligenza artificiale che rischia di ingoiare tutto e tutti – e dalla fede, guidati dalle provocazioni e dai ragionamenti di Paolo Benanti e dell’astrofisico Marco Bersanelli.
Promossa anche la novità di quest’anno: sfruttando uno strumento al quale affidiamo quotidianamente la nostra vita, il cellulare, è stato possibile interagire con gli ospiti, sottoporre loro domande, curiosità, osservazioni, trasformando l’Area Fraterna e l’Anfiteatro Caritas in un incontro familiare, dinamico e coinvolgente, nei quali realizzare quella condivisione che ci rende tutti – credenti e no – «umanità in ricerca».
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