In breve:

Medicina, giurisprudenza, ingegneria ed economia: le facoltà più richieste dai maturandi

Studenti

Studenti Liceo Classico e Scientifico Tortolì.

Gli studenti delle classi IV e V del Liceo Classico e Scientifico di Tortolì iniziano a fare i conti con la scelta dell’Università fra indecisione, sogni e desiderio di un buon lavoro

La scelta della facoltà universitaria è un momento difficile, in cui, forse per la prima volta, ci sentiamo artefici del nostro destino. Dubbi, ansie, sogni e attese ci accompagnano in questo percorso, lungo il quale a momenti sembriamo procedere spediti, ma per lo più ci arrestiamo, ci guardiamo intorno, sostiamo, incerti se proseguire nella stessa direzione o prendere un’altra strada tra le tante che si offrono dinanzi a noi.

Sentimenti che emergono con chiarezza dal breve sondaggio che ha coinvolto la nostra insieme ad alcune fra le classi quinte del Liceo Classico e Scientifico di Tortolì. Se la metà degli intervistati sembra avere già preso la sua decisione, l’altra si dice ancora indecisa. «Al momento non ho le idee chiare su cosa fare una volta terminato il liceo», è la frase più frequente e che delinea chiaramente la situazione attuale. Le ragioni sono diverse: dai tanti interessi apparentemente inconciliabili, al timore che seguire le proprie passioni precluda sbocchi lavorativi soddisfacenti.

Le facoltà al momento più quotate sono medicina, giurisprudenza, ingegneria ed economia, ma non mancano scelte inusuali come accademia di canto, criminologia e design. E in proposito sembra avere le idee molto chiare Serena: «Dopo il diploma, ciò a cui aspiro è entrare in un’accademia di canto: sono sicura della mia scelta, perché la musica mi motiva a impegnarmi continuamente e le cose belle che mi regala non mi fanno pesare i sacrifici che pure devo fare».

Tra i pochi che hanno fornito indicazioni sulla sede universitaria, spicca la preferenza per le facoltà del Nord Italia, seguite da quelle sarde di Cagliari e Sassari. «Da grande vorrei fare il medico. L’idea è di fare domanda in varie università, dopo il liceo. Le prime scelte saranno Padova (mi è stata molto consigliata), Trieste, Perugia, preferirei studiare fuori dalla Sardegna», afferma Irene.

Anche l’anno sabbatico è un’opzione considerata da chi vorrebbe affrontare l’università con una minima indipendenza economica. Solo qualcuno preferisce non continuare gli studi.

Dal sondaggio emerge che frequentare un liceo di indirizzo classico non limiti nella scelta, garantendo opportunità lavorative varie anche a chi, per cinque anni, si dedica prevalentemente allo studio di materie umanistiche. Infatti, dati alla mano, la maturità classica è spesso seguita dalla frequenza delle facoltà di medicina, ingegneria, chimica ed economia.

In linea con questa tendenza le probabili scelte di Massimiliano: «Sono indeciso tra le facoltà di economia aziendale (Università di Trento) e di ingegneria energetica o robotica (Politecnico di Torino o Università di Pisa e, per il master, Università di Trieste)».

È comunque opinione diffusa e comprovata che le facoltà scientifiche offrano più opportunità lavorative nell’immediato rispetto a quelle umanistiche, per cui l’insegnamento è l’opzione più semplice e probabile. Sempre Massimiliano aggiunge: «Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, sono deciso a lasciare il mio Paese per sfruttare opportunità più vantaggiose all’estero».

Se dunque i ragazzi del Liceo Classico includono tra le proprie scelte anche facoltà che si allontanano dalla formazione umanistica che hanno conseguito, lo stesso non si può dire dei ragazzi dello Scientifico: ingegneria biomedica e meccanica, economia aziendale ed infermieristica sono alcune delle loro scelte, in linea con il panorama italiano. Risulta, infatti, in vetta alle classifiche nazionali per numero di iscritti, la facoltà di economia, seguita da ingegneria e giurisprudenza; al quarto posto la facoltà di Lettere, come a delineare una situazione prevalentemente “scientifica”.

Risulta ricorrente la questione economica: «Dovrei cercare di prendere una borsa di studio – dicono alcuni – per poter accedere al corso che desidero», oppure: «La mia è una scelta che richiede tanti sacrifici da parte della mia famiglia», affermano altri.

Altrettanto frequente è il richiamo ai desideri e ai sogni dell’infanzia: avvocati, poliziotti e medici sono i mestieri più ricorrenti, che tuttavia adesso hanno lasciato spazio a dubbi e indecisioni: «Non ho ancora deciso con certezza che cosa fare dopo il diploma – ammette Sara –. Fin da quando sono bambina però ho sempre voluto fare giurisprudenza per poi intraprendere il percorso in magistratura».

Forse, alla base di questa incertezza diffusa, vi è la crescente paura di deludere i propri cari con scelte sbagliate e poco sicure, oltre al timore di non riuscire a raggiungere obiettivi di vita che si conciliano con una buona situazione economica. Le passioni devono dunque lasciar spazio al lavoro sicuro e immediato, traguardo ambito da tutti gli intervistati.

Si dice spesso che il tempo voli e agli sgoccioli dell’esperienza liceale non possiamo fare altro che confermare. Tuttavia tanti di noi aspettano ancora di trovare le ali giuste per partire al prossimo decollo, magari con qualche indecisione di meno e un pizzico di coraggio in più.

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