Macelleria Gorropu: il racconto buono della genuinità
di Davide Lorrai.
La storia di Andrea Arba, giovane ragazzo di Urzulei, che nel novembre 2014 sceglie di aprire la sua macelleria-gastronomia nel suo paese natale
La giornata è uggiosa, quasi ombrosa, ma la macelleria Gorropu apre le sue porte, illuminando i clienti. L’accoglienza di Andrea è coinvolgente e rassicurante. Una sicurezza premurosa, la stessa con la quale s’impegna a servire il via vai quotidiano dei residenti. La merce è trattata come fosse un tesoro, un dono per le case. Si legge cura, sentimento e veracità. Quella che si ricorda delle attività di un tempo.
La macelleria apre nel 2014, in novembre. Una sfida, un investimento che Andrea Arba di Urzulei, classe 1989, decide di raccogliere carico di entusiasmo e voglia di mettersi in gioco: «Ho deciso di aprire la mia attività a Urzulei – racconta – per mantenere un legame fisico, geograficamente identitario, con il mio paese. Una decisione non ragionata in termini di riscontro economico, ma frutto di un bisogno involontario».
I giovani della sua generazione sono quelli che hanno vissuto il passaggio al secondo millennio, un momento storico in cui la scelta di condividere un sogno ha dovuto coltivarsi e argomentarsi da sola, quasi in sordina. La terra è madre putativa delle speranze e delle aspettative in cui tutto si traduce in una soluzione quasi primordiale. Andrea è un ragazzo timido, gentile nei modi, impegnato nel suo lavoro. Si muove appassionato dietro il bancone apparecchiato di una scelta variegata di prodotti di ottima qualità. Dalle carni semplici all’elaborazione originale di pietanze, dall’aspetto invitante.
Si racconta in pillole, raccolto dentro uno spazio che vive con appartenenza e fierezza. Gli anni di formazione professionale si contano sul campo, in giro per l’Ogliastra, per otto anni, prima a Lotzorai, poi a Tortolì, per planare infine, a piccoli cerchi, nel suo paese, portando con sé tutta l’esperienza acquisita. L’obiettivo è di regalare a Urzulei «un format diverso, più moderno rispetto agli spazi precedenti», spiega. Nel 2017, infatti, la sua attività si arricchisce, e insieme alla macelleria, diventa paninoteca-rosticceria. Un ampliamento desiderato e realizzato con coraggio. Una scelta condivisa con i suoi collaboratori, che sono la sua famiglia. Grazie al lavoro di collaborazione e alla presenza assidua di una clientela piena di partecipazione e soprattutto giovane, la scommessa di Andrea vanta, a oggi, una popolarità meritata: «Questo spazio è diventato un rifugio, un luogo di raduno per i giovani. Un posto dove condividere l’esperienza di un cibo genuino e gestito con cura», prosegue.
La passeggiata diventa incontro in un luogo posizionato nella via principale alta del paese. L’affluenza assidua e di aggregazione è resa possibile dai tavoli che si affacciano sulla strada, circondati da delle panche di legno comode. Andrea ricorda un personaggio romanzesco. La sua prestanza e genuinità tracciano i caratteri di una letteratura che conosciamo bene. Le figure dei commercianti come Andrea sono state spesso protagoniste di storie di vita interessanti, legate ai luoghi. Una Elena Ferrante, cito da Un’amica geniale, racconta dell’apertura di una attività, in una Napoli degli anni ’60: “L’ex falegnameria di Peluso, che una volta nelle mani di don Achille era diventata una salumeria, si riempì di cose buone che occuparono anche un po’ di marciapiede. A passarci davanti si sentiva un odore di spezie, d’olive, di salami, di pane fresco, di cicoli e sugna, che metteva fame”. Ecco, questa è la sensazione che si prova quando ci si avvicina alla macelleria Gorropu. Uno spazio raccontato. Andrea è rassicurante nella sua timidezza e sicuro nel suo mestiere. Le sue risposte sono brevi, ma sincere, accompagnate da un sorriso o una frase quasi sospirata che sembrano essere la vera chiave della sua soddisfazione. La sua attenzione per il cliente colora anche il locale, che nel giro di dieci minuti conta almeno cinque persone in fila. Nell’attesa, che non è noiosa, lo scambio di battute, in dialetto, sono il suo lascia passare, una promessa di fiducia per i clienti, che lasciano la bottega soddisfatti e anche sorridenti. «L’idea di regalare uno spazio di questo tipo a Urzulei nasce dalla mia passione per la natura, quella che ha bisogno di una cura sana ed equilibrata. Ho io stesso l’esigenza di regalare ai miei clienti un’esperienza soddisfacente. Sia in negozio e, arrogantemente, anche a casa. Quindi metto avanti il rispetto e la cordialità, che sono la chiave per mantenere vivo l’interesse commerciale».
Ha le idee chiare Andrea. La sua non è solo un’attività di commercio, ma la visione realizzata di un’esperienza nuova e di scambio. L’habitat naturale dei borghi e questo legame d’origine rendono il suo intento di facile attuazione. La sua idea di commercio e, insieme, di consumo è figlia di un’era che ha tracciato un proposito di investimento con il fine di rendere felice e riconoscenti sé stessi, in primis, e il prossimo. I tempi sono cambiati, ma ci sono persone come Andrea che lo spirito l’hanno mantenuto. Probabilmente, dice, il merito è dei suoi genitori, di una famiglia che gli ha trasmesso valori solidi e circoscritti. La traduzione delle cose l’ha vissuta in maniera prematura, la sua scelta di non studiare, ma di lavorare, non è sofferta, sembra indubbiamente ragionata. Questi anni gli hanno consentito di formarsi e di migliorare la sua visione di impresa per rendere così possibile e materiale la sua presenza nel territorio. Una maniera per restituire vita e colore allo spazio che, amorevolmente, l’ha cresciuto e accudito.
Lascia un Commento