In breve:

Azione Cattolica: passione per la Parrocchia

Giovani-Ac

di Filippo Corrias.

Sabato 29 ottobre, nell’Aula Nervi, papa Francesco ha ricevuto i giovani dell’Azione Cattolica

Dopo il saluto del Presidente nazionale, il pontefice ha rivolto ai convenuti un breve discorso nel quale ha evidenziato, anzitutto, l’importanza di appartenere alla parrocchia. «Voi – ha esordito il papa – lo avete vissuto anche attraverso l’Azione Cattolica, cioè un’esperienza associativa che è “intrecciata” con quella della comunità parrocchiale. Alcuni di voi immagino che abbiate fatto parte di un gruppo ACR; e lì già si impara tantissimo su cosa significa far parte di una comunità cristiana: partecipare, condividere, collaborare e pregare insieme. Cari giovani – ha proseguito Bergoglio – abbiamo in comune l’amore per la Chiesa e la passione per la parrocchia, che è la Chiesa in mezzo alle case, in mezzo al popolo. Vorrei condividere con voi alcune sottolineature, cercando di sintonizzarmi con il vostro cammino e il vostro impegno».

Francesco si è soffermato poi ad analizzare l’attuale contesto ecclesiale dando ai giovani dei preziosi consigli: «Oggi, specialmente i giovani, sono estremamente diversi rispetto a 50 anni fa: non c’è più la voglia di fare riunioni, dibattiti, assemblee. Per un verso, è una cosa buona, anche per voi: l’Azione Cattolica non dev’essere una “sessione” cattolica, e la Chiesa non va avanti con le riunioni! L’individualismo, la chiusura nel privato o in piccoli gruppetti, la tendenza a relazionarsi “a distanza” contagiano anche le comunità cristiane. Se ci verifichiamo, siamo tutti un po’ influenzati da questa cultura egoistica. Dunque bisogna reagire, e anche voi potete farlo incominciando con un lavoro su voi stessi.

È un “lavoro” perché è un cammino impegnativo e richiede costanza. La fraternità non si improvvisa e non si costruisce solo con emozioni, slogan, eventi. La fraternità è un lavoro che ciascuno fa su di sé insieme con il Signore, con lo Spirito Santo, che crea l’armonia tra le diversità».

Essere impastati in questo mondo.

«È il principio di incarnazione, la strada di Gesù: portare la vita nuova dall’interno, non da fuori, no, da dentro. Ma a una condizione, però, che sembrerebbe ovvia ma non lo è: che il lievito sia lievito, che il sale sia sale, che la luce sia luce. Ma se il lievito è un’altra cosa, non va; se il sale è un’altra cosa, non va; se la luce è oscurità, non va. Altrimenti, se, stando nel mondo, ci mondanizziamo, perdiamo la novità di Cristo e non abbiamo più niente da dire o da dare».

Essere giovani credenti responsabili credibili

«State attenti – ha ammonito il Pontefice – che il sale rimanga sale, che il lievito rimanga lievito, che la luce rimanga luce!

Giovani credenti, responsabili e credibili: questo io vi auguro. Potrebbe diventare anche questa una formula, un “modo di dire”. Ma non è così, perché queste parole sono incarnate nei santi, nei giovani santi!».

Ultima raccomandazione ai giovani

«Imparate dalla Vergine Maria a custodire e meditare nel vostro cuore la vita di Gesù, i misteri di Gesù. Rispecchiatevi ogni giorno negli eventi gioiosi, luminosi, dolorosi, gloriosi della sua vita, ed essi vi permetteranno di vivere l’ordinario in modo straordinario».

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