In breve:

Quando il turismo è responsabile. IT.A.CÀ è di casa in Ogliastra

Itaca

Il festival del turismo responsabile ha coinvolto quest’anno, a settembre, quattro paesi: Lanusei, Jerzu, Villagrande Strisaili e Ussassai.

È un piccolo esercito di migranti e viaggiatori con la passione per l’ambiente, visitano il mondo rispettando i popoli e i loro habitat, muovendosi e riconoscendosi come esseri naturali e sociali interconnessi, all’interno di un sistema dove non esistono massificazioni globali ma realtà locali che conoscono la genuinità dei rapporti e che sanno di non dover rinunciare a se stesse per essere accoglienti.

Nasce con questo spirito in Ogliastra la seconda tappa di IT.A.CÀ il festival del turismo responsabile che è approdata nell’isola coinvolgendo quest’anno quattro paesi: Lanusei, Jerzu, Villagrande Strisaili e Ussassai. Un grande evento con lo sguardo sul tema “HABITAT – Abitare il futuro”, ricco di esperienze e dibattiti legati alla sostenibilità e all’ambiente in uno dei luoghi più belli e autentici della Sardegna, quella Sardegna che non è fatta solo spiagge di sabbia bianca, mare smeraldo e vacanze da vip, ma che risponde ai temi della sensibilità ambientale, del rispetto per la natura e della visione del futuro.

Per 10 giorni gli ospiti provenienti da tutta Italia e dall’Europa si sono dati appuntamento per quasi 40 eventi organizzati in contemporanea alla 14° edizione nazionale. Il Festival – promosso da YODA aps e Nexus Emilia Romagna, con il patrocinio nazionale Ministero della Cultura e A.I.T.R Associazione Italiana Turismo Responsabile e con il supporto Città metropolitana di Bologna – deve proprio a queste terre la sua origine. In Emilia infatti il festival fonda le sue radici e il suo nome: il viaggio responsabile parte da casa e arriva a casa (ît a cà = sei a casa? in dialetto bolognese) ma riporta anche alla Itaca del mito di Ulisse. Locale e globale quindi perché il viaggio non sia solo come una semplice vacanza o un momento di svago, ma un’esperienza profonda, di conoscenza e scoperta del mondo, vicino e lontano da casa. Un modo di pensare che spinge gli organizzatori di tutta Italia a influenzare positivamente il comportamento del turista, promuovendo un mondo in cui le persone comprendono che le dinamiche economiche, la soddisfazione del viaggiatore e la protezione dei patrimoni naturali, sociali e culturali sono indissolubilmente connessi. Un luogo in cui il turismo non condanna, ma piuttosto lascia prosperare i territori locali e le persone che li abitano.

In sintonia con il tema sono ovviamente le parole-chiave di questa edizione, sviluppate dagli esperti del settore intervenuti alle conferenze, dagli ospiti che le hanno fatte proprie e da chi ha l’interesse per il destino del nostro pianeta. Nei 10 giorni di Itacà Ogliastra tutti hanno applicato i loro modi di vivere consapevoli partecipando a esperienze, degustazioni, camminate, trekking, laboratori di cucina e incontri all’insegna del turismo sostenibile.

«L’Ogliastra con la sua natura è senza dubbio uno dei piatti forti di IT.A.C.A’ – dice Jean Luc Madinier dell’agenzia di ecoturismo Sardinia Fair Travel –, i suoi abitanti sono una delle ricchezze che richiamano l’interesse dei visitatori appassionati delle bellezze naturali e della buona tavola. Stiamo scoprendo che il festival può essere anche una occasione per acquisire una migliore consapevolezza sul rispetto dell’ambiente, ma anche per offrire nuove chance di lavoro per chi vuole ripensare un turismo sostenibile. Questo è il momento giusto per vivere con ritmi più lenti, ritrovarci e condividere insieme l’interesse per la natura meravigliosa che ci ospita».

Quattro paesi protagonisti perfettamente in tema alla edizione 2022. Villagrande Strisaili ha ospitato gli eventi legati alla natura del suo Gennargentu, dal Selvaggio Verde, la visita alle sue bellezze naturali di Bau Mela e del Lago Bau Muggeris, i suoi siti archeologici di Sa Carcaredda e S’Arcu de is Forros, i murales ma anche la vita al monte del pastore, la Food Forest per ridurre l’impronta ecologica dovuta ai viaggi e la panificazione come momenti di convivialità.

A Jerzu non sono mancate le sorprese con la visita alle Cantine di produzione del Cannonau, unite alle escursioni a dorso degli asini, alla scoperta dei meravigliosi Tacchi di Jerzu, la passeggiata alla ricerca delle erbe profumate che diventano tisane e la musica delle launeddas.

Ussassai ha detto la sua con le sorprendenti cene social eating, la guida per il centro urbano accompagnati dal sindaco Francesco Usai in prima persona e poi l’acquatrekking in uno dei posti che meglio rappresentano la natura selvaggia di cui l’Ogliastra può vantarsi.

Lanusei, quartier generale delle sei conferenze, ha fatto da punto di ritrovo sociale accompagnando i suoi ospiti a conoscere la storia con le visite al sito archeologico del Bosco Selene. La cittadina ha saputo accogliere relatori e pubblico con la maestria che sottolinea l’accoglienza tipica del turismo lento.

E così in un’epoca di interrogativi drammatici sulla sostenibilità del nostro modello di sviluppo e sull’impatto socio-economico e ambientale dei nostri stili di vita, IT.A.CÀ ha saputo promuovere una nuova etica del turismo e proporre abitudini responsabili per muoverci e conoscere il pianeta attuando principi di giustizia sociale ed economica, nel rispetto dell’ambiente e delle culture.

Il festival si è chiuso in Ogliastra con la vendemmia turistica nelle Tenute Pelau di Jerzu: tra i filari hanno risuonato la fisarmonica e i brindisi degli ospiti mentre altre realtà in Italia stanno in queste ore avviando la loro edizione, altre ancora hanno chiuso in festa i loro eventi che si sono realizzati su una rete di oltre 700 realtà locali che basano le loro attività su questi principi, con l’obiettivo di coniugare la sostenibilità del turismo con il benessere dei cittadini. Tutte torneranno a lavoro per garantire l’appuntamento al 2023.

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