Verso il convegno del 15 ottobre. Aprendo cantieri di ascolto
di Mons. Antonello Mura.
Il cammino sinodale quest’anno pastorale continuerà proponendo ulteriori momenti di riflessione e di ricerca. Dopo la Sintesi nazionale compiuta dalla CEI, riguardante la prima fase di ascolto nelle Diocesinel 2021-22 – che si può leggere all’indirizzo chiesacattolica.it - il percorso prevede ora che si lavori nelle Diocesi attorno a tre assi, chiamati cantieri sinodali, così identificati: quello della strada e del villaggio (ascolto dei mondi vitali); quello dell’ospitalità e della casa (la qualità delle relazioni e le strutture ecclesiali) e quello delle diaconie e della formazione spirituale.
Rimane fondamentale anche quest’anno il tema dell’ascolto, all’interno del primo momento del cammino sinodale, chiamata fase narrativa, alla quale seguiranno la fase sapienziale (2023-2024) e quella profetica (2025).
Interessante notare che tra le oltre 1500 pagine arrivate alla CEI dalle Diocesi, in vista della Sintesi italiana del cammino, sono emersi degli aspetti che possono costituire una premessa importante per il futuro del percorso avviato. Intanto si ammette che «non sono mancate incertezze e perplessità, soprattutto nella fase iniziale, a rallentare il percorso, specialmente in una stagione segnata da ansie e smarrimento», non negando altresì che anche tra i sacerdoti e in qualche vescovo si siano manifestate queste difficoltà. La Sintesi afferma infatti che «non va sottaciuta la fatica a suscitare un coinvolgimento cordiale di una porzione non trascurabile del clero, che ha visto il Cammino sinodale con una certa diffidenza. In alcuni passaggi, inoltre, non è risultata scontata la sintonia tra le modalità ordinarie di esercizio del ministero episcopale e l’assunzione di uno stile pienamente sinodale, a cui il Cammino punta».
Tutto questo risulta interessante perché, oltre a scegliere di evitare di nascondere queste difficoltà, evidenzia la vera novità del Cammino intrapreso: quella di dirsi con coraggio quanto sia difficile nella Chiesa coinvolgersi in maniera reale, sia ad intra (tra le mura presumibilmente amiche) sia ad extra (aprendosi a un dialogo senza prevenzioni con tutti, anche con i non credenti).
Questo stile non si improvvisa e deve ammettere oggi – è scritto ancora nella Sintesi della CEI – «lo scollamento tra la pastorale e la vita reale delle persone, il senso di fatica e solitudine di parte di sacerdoti e di altre persone impegnate nella vita della comunità, la mancanza di organicità nella proposta formativa, l’afasia di alcune liturgie».
L’annuale nostro convegno di sabato 15 ottobre, presso l’Auditorium Fraternità a Tortolì, rimarcherà e affronterà tutto questo, proseguendo un cammino intrapreso e aprendo cantieri che permettano di confessare ancora una volta che – come dice la Sintesi del primo anno del cammino sinodale in Italia – «uno dei dati più evidenti è il riconoscimento del debito di ascolto (che abbiamo) come Chiesa e nella Chiesa, verso una molteplicità di soggetti». E allora andiamo avanti con coraggio e senza paura.
✠ Antonello Mura
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