In breve:

Raccontare il Medio Oriente: studio, ricerca e verità dei fatti

Manuela Borraccino

di Augusta Cabras.

Si è occupata per anni di Medio Oriente, una delle regioni più interessanti del pianeta oggi in secondo piano dal punto di vista mediatico. Qual è oggi, secondo lei, la questione più importante in quest’area?

“Tutto è connesso” rimarca papa Francesco nell’enciclica del 2015 Laudato sì, e in poche aree del mondo come il Medio Oriente è evidente la complessità degli intrecci fra i conflitti che da oltre settant’anni dilaniano la regione e che, ancora prima, affondano le radici nella spartizione dell’Impero ottomano e nella corsa alle risorse energetiche dell’area. Non a caso il Vaticano ha cercato per molti anni una soluzione regionale multilaterale al conflitto israelo-palestinese, considerato almeno fino all’inizio degli anni Duemila la madre di tutte le guerre, risolto il quale si sarebbe potuta aprire una stagione di stabilità e progresso per tutti i popoli dell’area.

Oggi la situazione è molto più cupa: l’attacco degli Stati Uniti all’Iraq nel 2003 ha scoperchiato il vaso di Pandora della rivalità secolare tra sunniti e sciiti nel mondo islamico. In questi vent’anni la progressiva militarizzazione delle identità religiose musulmane ha portato al tutti contro tutti di oggi: la lotta per la supremazia fra la teocrazia sciita dell’Iran e i paesi guidati dalle potenze arabe sunnite e dalla Turchia alimenta i conflitti regionali, erode la coesione sociale, peggiora il collasso degli Stati in Yemen, Afghanistan, Libia, Siria, Iraq e Libano e fornisce il brodo di coltura che attira gli estremisti. Il conflitto in Ucraina ha esacerbato il disordine globale, mentre il Medio Oriente è una polveriera pronta a esplodere.

Che cosa ricorda maggiormente della sua esperienza di vaticanista?

Ho avuto il privilegio di iniziare a lavorare nel 1997 nella redazione del Vaticano dell’agenzia Ansa, negli ultimi otto anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Devo gran parte di quel che so e di quello che ho potuto realizzare al caposervizio Franco Pisano, umile e forte maestro di vita e di giornalismo, che in quegli anni mi ha insegnato ad accostarmi al mondo della Santa Sede e dell’informazione religiosa attraverso lo studio, la verifica delle notizie e il lavoro di scavo sotto la superficie, lo sguardo alla storia e il discernimento fra verità fattuale e interpretazione. Non posso dimenticare né il viaggio di Wojtyla in Terra Santa, nel 2000, al quale partecipai da cronista freelance, né l’emozionante viaggio in Polonia nel 2002 come inviata dell’agenzia Adnkronos. Toccai con mano in quel suo ultimo viaggio in patria, nella commozione dei polacchi, che cosa avesse rappresentato Giovanni Paolo II per i popoli vittime della cortina di ferro e dei regimi comunisti nell’area sovietica.

Lei è una freelance. Quali sono le luci e le ombre di questa professione?

La grave crisi professionale e industriale che attraversa l’informazione da più di vent’anni si è tradotta in una precarizzazione crescente del lavoro giornalistico e nell’aumento dell’età media dei cronisti, la maggior parte dei quali oggi hanno tra i 40 e i 50 anni con scarsissimo ricambio generazionale, soprattutto per via dei compensi bassi e delle ridotte prospettive di stabilità lavorativa. Certamente la sfida esiziale è quella della digitalizzazione: oggi per fare il giornalista è indispensabile conoscere la SEO (acronimo di Search Engine Optimization, l’ottimizzazione del posizionamento sui motori di ricerca) e l’uso professionale dei social media. Cambiano le modalità di produzione e fruizione delle notizie, quel che non cambia è il bisogno di essere informati per far funzionare meglio le nostre democrazie. Perciò resta la sfida di stimolare la domanda per un’informazione di qualità che non può essere gratuita, se vogliamo restare cittadini liberi, partecipi e vigili sul mondo che ci circonda.

Nel suo lavoro racconta storie di rinascita e di riscatto rese possibili anche grazie ai fondi 8xmille della CEI. Quanto è importante descrivere queste storie di speranza in un momento in cui si tende a mettere in luce soprattutto il dolore?

Proprio perché la Chiesa è scossa in tutto il mondo da scandali senza precedenti e da una grave crisi di credibilità nelle nostre società opulente e secolarizzate, informare su come vengono impiegate le donazioni per i sacerdoti e i fondi dell’8×1000 offre un’opportunità formidabile di restituire quanto viene donato, far conoscere il lavoro silenzioso che tantissimi sacerdoti e laici svolgono spesso nel nascondimento. Sono storie di solidarietà e di ripartenza dopo gravi rovesci della vita delle quali tutti abbiamo bisogno, credenti e non credenti.

H avuto modo di raccontare anche il progetto della nostra Caritas diocesana sul contrasto alla povertà educativa. Che cosa la colpisce maggiormente?

Amo smodatamente la Sardegna, i suoi scrittori, la bellezza mozzafiato dei suoi paesaggi, i suoi silenzi e la sua gente testarda e fiera. Resto sempre colpita dalla creatività e dall’ingegno dei sardi nel superare la frammentazione territoriale e sociale dell’isola, fare rete per cercare di offrire delle opportunità ai più giovani ed evitare che con l’emigrazione si disperdano i talenti dell’isola.

Manuela Borraccino – Laureata in Lettere moderne e giornalista professionista dal 1999, Manuela Borraccino ha seguito dal 1998 il Vaticano e il Medio Oriente per le agenzie Ansa (1997-2001), per l’Adnkronos (2001-2004) e per il service televisivo internazionale ROMEreports (2004-2009), per il quale ha girato e prodotto alcuni documentari sull’impegno della Chiesa cattolica nei Paesi in via di sviluppo. Ha scritto reportage da Israele e dai Territori palestinesi per testate italiane e straniere e ha lavorato come field producer per emittenti latino-americane nei due Conclavi del 2005 e del 2013. Ha pubblicato per le Edizioni Terra Santa e per l’Editrice La Scuola. Ha diretto per tre anni (2017-2019) il settimanale diocesano di Novara ed è cultrice della materia in Storia contemporanea presso la Libera Università di Lingue e comunicazione (Iulm) di Milano. Sul sito Terrasanta.net cura il blog Il giardino di limoni sulla condizione delle donne nel mondo arabo.

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