In breve:

Il nostro posto

Tacchi

di Claudia Carta.
Il vero amore è quello che aiuta l’altro a essere libero. Un sussurro di Maria Lai rubato in una vecchia intervista realizzata tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta.Amore e libertà. L’immensità della mia pochezza annaspa nell’infinito di queste due parole. Così, nel girovagare leggero di pensieri in una sera di mezza estate, mi piace semplicemente unire la bellezza di amare – qualcosa, qualcuno – alla grandezza di essere liberi. Meglio, mi piace scoprire che è l’amore stesso a donare libertà. A questo punto, le domande sono diverse. Cosa amiamo? Quando amiamo? Quando ci sentiamo amati? E, dall’altra parte, cosa o chi ci rende liberi? Quando ci sentiamo liberi?

Libero il cuore, perché l’amore trovi casa. Parole in musica a suggerire che libertà non significa tanto assenza di pensieri, di preoccupazioni, di problemi, quasi che la nostra testa sopravviva anestetizzata nel frastuono del mondo, quanto la capacità di saper trovare, in quel chiasso, una melodia; in quel disordine, un’armonia; in quel buio, una luce. Facile? Neanche un po’. Serve esercizio. Serve pazienza. Ma provarci è un dovere.

Nel tutto diverso che viviamo da due anni e mezzo, nemmeno l’estate sembra più la stessa. Eppure, guardiamoci intorno: non c’è mai stata un’offerta culturale di qualità intorno a noi come nei giorni che viviamo. Le “CostellAzioni Letterarie” a Lotzorai, “Un filo bianco” a Ulassai, “7sere 7piazze 7libri” a Perdasdefogu, il “Festival dei Tacchi” a Jerzu, il “Venerdì letterario” a Tortolì, la Pastorale del Turismo diocesana.

Libertà è scegliere. Scegliere è un diritto, ma spesso anche un privilegio. Possiamo scegliere di riempire il nostro tempo di contenuti, di scambi, di confronti, di ascolto, di scoperta. Di noi in mezzo agli altri. Per dirla con Antonio Gramsci: «Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri». Il nostro posto è qui.

L’alternativa è il vuoto, la noia, la schiavitù. Ma stiamo attenti, perché quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti.

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