San Cristoforo tiene Lotzorai sulle sue spalle
di Don Damien Celeste Randrianandrianina.
Lotzorai, come un po’ tutte le comunità della nostra Diocesi, è particolarmente legata alle proprie tradizioni e ama venerare e festeggiare i suoi numerosi Santi. A partire dalla patrona della parrocchia, Sant’Elena Imperatrice, che si festeggia l’ultima domenica di agosto; Santa Maria in Donigala, nel quartiere omonimo, la domenica successiva all’Assunta; San Sebastiano, l’ultima domenica di maggio; San Tommaso, la prima domenica di luglio presso la chiesetta campestre non lontana dall’abitato; San Francesco d’Assisi e Gesù Bambino di Praga.
In questa occasione, però, vogliamo conoscere meglio un’altra festività cara ai lotzoraesi, San Cristoforo.
Mentre, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, dal 2020 fino a pochi mesi fa erano bandite tutte le manifestazioni, anche religiose, comprese le processioni, nel caso di San Cristoforo non è stato così. Questo, come vedremo più avanti, a motivo della sua storia e della tradizione tramandata da secoli relativamente al suo svolgimento.
Oltre altri patronati della biografia, San Cristoforo è stato sempre venerato come il patrono di quelli che hanno a che fare con il trasporto, come barcaioli, pellegrini, pendolari, viandanti, viaggiatori, facchini, ferrovieri, autieri. Nei tempi moderni il suo culto è stato rilanciato su scala mondiale perché è stato proclamato protettore degli automobilisti.
San Cristoforo si festeggia la prima domenica di agosto. La festa inizia di buon mattino, quando il comitato uscendo per le vie del paese, porta la corona del Santo di casa in casa accompagnato dal suono festoso delle launeddas o della fisarmonica. Al passare della corona, le famiglie tributano l’omaggio al Santo, lasciando un’offerta che viene successivamente depositata in parrocchia per l’organizzazione dei festeggiamenti. Il giro si conclude, infine, con un momento conviviale che vede protagonisti oltre al comitato, tutti gli invitati: un memento di condivisione, di gioia e di incontro in onore del santo.
Il momento più bello e solenne è certamente la celebrazione della Santa Messa che coinvolge tutta la comunità, solitamente alla sera intorno alle 19. Dopo la benedizione finale, ha luogo la processione, diversa da tutte le altre e questo spiega, appunto, il fatto che anche in questi ultimi anni sia stata fatta ugualmente: il simulacro del Santo, infatti, viene caricato su una macchina preparata appositamente e resa bella con drappi e fiori. Il parroco prende posto accanto all’autista sulla stessa auto, mentre tutti i fedeli seguono con la propria, facendo risuonare con i clacson le vie e le piazze lungo il tragitto: partendo da Lotzorai, si arriva alla frazione limitrofa di Tancau per poi far ritorno in paese.
Al rientro presso la chiesa parrocchiale, con il Santo ancora svettante sulla macchina ferma sul sagrato, il parroco dalla scalinata che sovrasta la centralissima via Roma benedice tutte le macchine che hanno partecipato al corteo. La festa si conclude con l’invito al rinfresco dopo la reposizione del Santo, mentre la serata prosegue con i consueti festeggiamenti civili.
Protettore dei viaggiatori
L’immagine più frequente di San Cristoforo raffigura un gigante barbuto che porta su una spalla Gesù Bambino, aiutandolo ad attraversare le acque di un fiume; Gesù Bambino regge sulla punta delle dita il mondo, come se giocasse con una palla. Questa immagine risale a una delle leggende agiografiche più note relative al Santo martirizzato il 25 luglio a Samo, in Licia.
Secondo questa tradizione, il suo vero nome era Reprobo, era un gigante che desiderava mettersi al servizio del re più forte del mondo. Giunto alla corte di un re che si riteneva invincibile, si mise al suo servizio, ma un giorno si accorse che il re, mentre ascoltava un menestrello che cantava una canzone che parlava del diavolo, si faceva il segno della croce. Gli chiese come mai, e il re gli rispose che aveva paura del diavolo, e che ogni volta che lo sentiva nominare si faceva il segno della croce per cercare protezione.
Il gigante si mise allora alla ricerca del diavolo, che giudicava più potente del suo re. Non gli ci volle molto per trovarlo, e si mise a servirlo e a seguirlo. Ma un giorno, passando per una via dove c’era una croce, il diavolo cambiò strada. Reprobo gli chiese per quale motivo l’avesse fatto, e il diavolo fu costretto ad ammettere che su una croce era morto Cristo e che lui davanti alla croce era costretto a fuggire spaventato.
Reprobo allora lo abbandonò e si mise alla ricerca di Gesù Cristo. Un eremita gli suggerì di costruirsi una capanna vicino ad un fiume dalle acque pericolose e di aiutare, grazie alla sua forza e alla sua statura gigantesca, i viandanti ad attraversarlo; certo Cristo ne sarebbe stato felice e forse un giorno si sarebbe manifestato a lui.
Un giorno il gigante buono udì una voce infantile che gli chiedeva aiuto: era un bambino che desiderava passare sull’altra riva. Il gigante se lo caricò sulle spalle e cominciò ad attraversare le acque tumultuose; ma più si inoltrava nel fiume, più il peso di quell’esile fanciullo aumentava, tanto che solo con molta fatica il gigante riuscì a raggiungere la riva opposta. Lì il bambino rivelò la propria identità: era Gesù, e il peso che il gigante aveva sostenuto era quello del mondo intero, salvato dal sangue di Cristo. Questa leggenda, oltre a ispirare l’iconografia occidentale, ha fatto sì che San Cristoforo fosse invocato patrono dei barcaioli, dei pellegrini e dei viandanti.
Le altre feste
San Francesco, la cui festa ricorre il 4 ottobre, è legata alla forte presenza in parrocchia, da tanti anni, delle Terziarie Francescane. Così come cara alle terziarie è anche Santa Elisabetta d’Ungheria, il 17 novembre.
Gesù Bambino di Praga, il 25 gennaio, è solitamente organizzata dall’Azione Cattolica. È usanza fare una di colletta per Gesù bambino, i cui proventi vengono donati alla parrocchia.
San Tommaso viene organizzata da un apposito comitato. Festa religiosa (piccola processione con il Santo intorno al piazzale della chiesa) e momenti conviviali si svolgono tutti nella omonima chiesa campestre.
Anche Santa Maria in Donigala, una tra le feste più sentite, è organizzata dal suo comitato. Tutto si svolge nel quartiere di Donigala.
Per la festa della patrona, Sant’Elena Imperatrice, ogni anno il comitato organizzatore è diverso, così come per San Sebastiano, anche questa particolarmente cara ai lotzoraesi. In quest’ultimo caso, durante la processione si fanno tre momenti di sosta, in luoghi diversi, dedicati all’asta del Santo: un modo originale per effettuare il passaggio di consegne con l’augurio di un buon lavoro al comitato che dovrà organizzarla l’anno successivo.
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