Maria, donna dei nostri giorni
di Tonino Bello.
Maria, la vogliamo sentire così. Di casa. Con gli abiti del nostro tempo. Che non mette soggezione a nessuno. Non la vogliamo ospite. Ma concittadina. Interna ai nostri problemi comunitari.Preoccupata per il malessere che scuote la nostra comunità. Ma contenta anche di condividere la nostra esperienza spirituale, contraddittoria ed esaltante. Maria, la vogliamo sentire così. Tutta nostra, ma senza gelosie. Sempre pronta a darci una mano. A contagiarci della sua speranza. A farci sentire, con la sua struggente purezza, il bisogno di Dio. E a spartire con noi momenti di festa e di lacrime.
Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Tu hai predetto che tutte le generazioni ti avrebbero chiamata beata. Ebbene, tra queste generazioni c’è anche la nostra, che vuole cantarti la sua lode non solo per le cose grandi che il Signore ha fatto in te nel passato, ma anche per le meraviglie che egli continua a operare in te nel presente.
Fa’ che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi. Non come Signora che viene da lontano a sbrogliarceli con la potenza della sua grazia o con i soliti moduli stampati una volta per sempre. Ma come una che, gli stessi problemi li vive sulla sua pelle e ne conosce l’inedita drammaticità, ne percepisce le sfumature del mutamento, ne coglie l’alta quota di tribolazione.
Facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l’obbedienza, la fiducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti l’edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio.
Mettiti accanto a noi e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l’incertezza del futuro, la paura di non farcela, la solitudine interiore, l’usura dei rapporti, l’instabilità degli affetti, l’educazione difficile dei figli, l’incomunicabilità perfino con le persone più care, la frammentazione assurda del tempo, il capogiro delle tentazioni, la tristezza delle cadute, la noia del peccato…
Facci sentire la tua rassicurante presenza, o coetanea dolcissima di tutti. E non ci sia mai un appello in cui risuoni il nostro nome, nel quale, sotto la stessa lettera alfabetica, non risuoni anche il tuo, e non ti si oda rispondere: «Presente!». Come un’antica compagna di scuola.
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