Arzana. Pezzi di preventorio
di Claudia Carta.
Era il 6 giugno 2007. Al prezzo simbolico di un euro, l’Assessorato regionale degli Enti locali, servizio demanio e patrimonio cede all’amministrazione comunale arzanese l’edificio che ospitava l’ex Preventorio regionale antitubercolare.
Un passaggio reso possibile grazie a una delibera dell’allora assessore regionale, Gian Valerio Sanna, che prevedeva l’alienazione dei beni dimessi della Regione a favore dei Comuni, per destinarli ad attività di carattere sociale, culturale e di volontariato, nonché alla creazione di strutture sanitarie al servizio della popolazione.
Storia gloriosa, quella dello stabile sorto oltre un secolo fa, nel 1911, punto di riferimento strategico per la cura dei malati di tubercolosi provenienti da tutta l’Isola: duecento i posti letto per accogliere i degenti, grandi e piccoli, tanto che nel 1954 viene ribattezzato preventorio antitubercolare regionale.
La gloria della struttura va poi scemando, di pari passo con il dileguarsi della malattia. Personale sanitario trasferito dove c’è più bisogno e cartello “chiuso per cessata attività” che compare nel 1984.
Pioggia, vento, sole cocente hanno sferzato impietosi l’edificio di via Monsignor Virgilio, ad Arzana, in questi restanti 38 anni, facendolo venir giù un pezzo alla volta. Proposte di riqualificazione e nuovi progetti sono rimasti sulla carta, avviluppati da burocrazia e mancanza di fondi. Ma non c’è amministrazione, ai piedi del Monte Idolo, che non si ponga il problema. Un problema di oltre 30mila metri cubi. E il PNRR non dà tutte le risposte.
Ne abbiamo parlato con Angelo Stochino, sindaco di Arzana.
Su L’Ogliastra di febbraio l’intervista integrale…
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