Gairo, due feste in una
di Antonio Murino e Rosetta Demurtas.
Lo Spirito Santo e la Madonna del Buoncammino. Due celebrazioni in una, che non possono essere vissute separatamente. Festa più amata della comunità di Gairo, è vissuta in due momenti che in qualche modo si incontrano tra di loro, quella che nella Chiesa universale chiamiamo solennemente Pentecoste o festa dello Spirito Santo e poi quella della Madonna del Buoncammino, il cui titolo rimanda alla figura di Maria protettrice dell’umanità, nell’iconografia riconoscibile dalla presenza della barca con un uomo, identità d’ogni uomo, che Ella protegge dalla tempesta.
A oggi, nel calendario liturgico, il giorno dopo Pentecoste celebriamo come memoria obbligatoria Maria Madre della Chiesa, come espressione della presenza di Maria il giorno della discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e su tutta la Chiesa.
La festa dello Spirito Santo, pur non essendo patrono, è molto sentita non solo dalla comunità gairese ma in tutta l’Ogliastra, ed era conosciuta con il nome Su Spiridu Santu de Gairu.
Il simulacro ligneo, in estofado de oro datato al tardo ‘600, rappresenta Dio Padre che regge nella sue mani il Figlio crocifisso consegnandolo all’umanità, mentre nel simbolo della colomba è raffigurato lo Spirito: una statua unica nel suo splendore che veneriamo ogni anno nella solennità di Pentecoste.
A tale celebrazione ci si preparava con una novena, a partire dal giovedì dell’ottava di Pasqua e ogni giovedì dopo la Santa Messa si proseguiva con la novena, nel canto del Veni Creator. Ancora oggi viene vissuta con profonda devozione e partecipazione.
Il sabato, alla vigilia della festa, cominciando all’imbrunire si dava luogo a Su igiriu; le donne che avevano qualche pena particolare propria o di qualche familiare, giravano in ginocchio attorno alla statua, e poi intorno alla chiesa, sempre in ginocchio, pregando con grande devozione, e si attribuiva a questa pratica penitenziale un’efficacia particolare.
La sua chiesa originariamente sorgeva nel vecchio abitato di Gairo, dove ancora se ne possono vedere i ruderi: chiamata dai gairesi cresiedda (“chiesetta”), era incorniciata dalle abitazioni e arricchita da un ampio piazzale dove si svolgevano i festeggiamenti e dove venivano accolti i pellegrini che venivano dai paesi vicini e non solo. Si giungeva qui, infatti, da Osini, Ulassai, Jerzu, Tertenia, Perdasdefogu, Barbagia di Seulo, Lanusei Arzana, Urzulei e altri… I più lontani cercavano ospitalità nelle famiglie dove ancora il parentato era molto importante, come anche le amicizie che si portavano avanti negli anni.
La festa era, insomma, occasione d’incontro e nuove conoscenze. Era consuetudine offrire ai pellegrini un pezzo di carne arrostita (su carramponi) al momento del pranzo, come segno di accoglienza. I festeggiamenti iniziavano la domenica con la processione accompagnata dalla confraternita della Beata Vergine del Rosario, con indosso l’abito lungo che riprendeva nella parte superiore la camicia del costume gairese, segno d’appartenenza. Processione che si limitava al perimetro della chiesa, precedendo la celebrazione della Santa Messa. È in questo giorno che arrivavano i pellegrini da Osini, Ulassai, e Jerzu; il lunedì era la volta di quelli di Lanusei e Ilbono, mentre il martedì era la festa solo dei Gairesi, detta anche sa festa de is bagadius.
I pellegrini erano soliti offrire degli oggetti in cera che raffiguravano una parte del corpo, quali ex voto in ringraziamento per la grazia ricevuta, deponendoli ai piedi del simulacro. Dopo l’alluvione del 1951, la chiesa parrocchiale costruita nel nuovo abitato fu dedicata allo Spirito Santo e qui è stata collocata la statua, protetta all’interno di una teca.
A partire dagli anni ’80, la festa ha subito delle modifiche per andare incontro a chi, per ragioni lavorative, era impossibilitato a seguire la tradizione. Da allora, infatti, la festa si celebra nei giorni di sabato, domenica e lunedì, mantenendo il lunedì la venerazione congiunta dello Spirito Santo e della Madonna del Buoncammino.
Mentre prima veniva portato in spalla, oggi il simulacro viene portato sul carro a buoi, accompagnato dal canto del Rosario, rigorosamente in lingua sarda. Nel passato era consuetudine che, durante la festa, alcuni giovani del paese ricevessero il sacramento della Cresima, e a questi si univano anche adulti provenienti da altri paesi. Nella processione del lunedì, in chiusura dei festeggiamenti, vengono portati in spalla sia il simulacro dello Spirito Santo che quello della Madonna del Buoncammino, a suggellare la devozione verso entrambi. A memoria d’uomo non si rinviene una ragione particolare che abbia originato tale tradizione, ma nell’immaginario gairese una festa non può celebrarsi senza tener conto dell’altra, appuntamenti inseparabili e identitari del vissuto di fede della comunità di Gairo.
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