a cura dell’equipe diocesana giovani.
Libertà non vuol dire solo privarci di ciò che ci tiene in ostaggio, ma anche fare tesoro delle nostre insicurezze e valutare da cosa è utile liberarsi o meno, per poi volgere il tutto al nostro bene.Non solo liberarsi da qualcosa, ma liberarsi per qualcosa, per qualcuno o per un progetto o un fine più grande. Il tutto sempre nel rispetto della relazione col prossimo.
Questa è la riflessione emersa durante le iniziative rivolte ai giovani e giovanissimi di Azione Cattolica della nostra diocesi. Quest’anno l’equipe giovani dell’AC ha voluto far incontrare in presenza i ragazzi dai 14 ai 18 anni attraverso un mini-camposcuola itinerante, della durata di tre giornate. Primo appuntamento che ha avuto luogo dall’11 al 13 agosto, partendo dal Bosco di Santa Barbara a Villagrande Strisaili, passando per la zona a mare di San Lussorio, a Tortolì, per chiudersi al bosco Selene, a Lanusei. I giovani dai 18 ai 30 anni, invece, si sono incontrati nella giornata del 20 agosto tra i monti di Sant’Antonio, a Jerzu. La tematica che ha accompagnato sia i giovanissimi che i giovani è stata “Libertà: un invito, una chiamata, una domanda”.
Attraverso alcuni passi del Vangelo, testi di canzoni e racconti, i giovanissimi hanno riflettuto sul significato della libertà, sugli ostacoli e le pressioni interne ed esterne che talvolta non ci rendono liberi, comprendendo che la libertà non è fine a sé stessa e non significa “fare ciò che si vuole”, ma è quella condizione con la quale si crea qualcosa di costruttivo per sé stessi e per gli altri perché, come scrive Fabrizio Moro nella canzone Libero, “la libertà è sacra come il pane”.
I giovani, guidati nell’attività mattutina da Don Alfredo, sono stati messi di fronte alla figura di San Giuseppe, anch’egli giovane e libero di seguire il progetto che il Signore aveva in serbo per lui. Durante il momento di deserto, hanno potuto riflettere su progetti, sogni, sul quando ci si senta realmente liberi di compiere le proprie azioni. Ne è conseguita una condivisione molto costruttiva, che ha evidenziato come alle volte sia difficile prendere alcune decisioni: spesso, infatti, ci si sente frenati da ostacoli e pressioni, sia da parte di chi ci circonda, che da noi stessi e dalle nostre paure.
Ciò che ha arricchito e reso speciali queste giornate è stata la gioia che i ragazzi hanno provato nel rivedersi e nello stare nuovamente insieme, pur rispettando sempre la distanza e indossando la mascherina. Sono state giornate di crescita, di formazione, meditazione e preghiera guidate dall’équipe diocesana giovani e dall’assistente di settore Don Roberto Corongiu.
Due preziosi appuntamenti conclusisi con il desiderio e la speranza di rincontrarsi prestissimo, magari senza restrizioni, liberi da questo nemico invisibile, per continuare a crescere e percorrere il cammino insieme.
Un’estate di libertà
a cura dell’equipe diocesana giovani.
Libertà non vuol dire solo privarci di ciò che ci tiene in ostaggio, ma anche fare tesoro delle nostre insicurezze e valutare da cosa è utile liberarsi o meno, per poi volgere il tutto al nostro bene.Non solo liberarsi da qualcosa, ma liberarsi per qualcosa, per qualcuno o per un progetto o un fine più grande. Il tutto sempre nel rispetto della relazione col prossimo.
Questa è la riflessione emersa durante le iniziative rivolte ai giovani e giovanissimi di Azione Cattolica della nostra diocesi. Quest’anno l’equipe giovani dell’AC ha voluto far incontrare in presenza i ragazzi dai 14 ai 18 anni attraverso un mini-camposcuola itinerante, della durata di tre giornate. Primo appuntamento che ha avuto luogo dall’11 al 13 agosto, partendo dal Bosco di Santa Barbara a Villagrande Strisaili, passando per la zona a mare di San Lussorio, a Tortolì, per chiudersi al bosco Selene, a Lanusei. I giovani dai 18 ai 30 anni, invece, si sono incontrati nella giornata del 20 agosto tra i monti di Sant’Antonio, a Jerzu. La tematica che ha accompagnato sia i giovanissimi che i giovani è stata “Libertà: un invito, una chiamata, una domanda”.
Attraverso alcuni passi del Vangelo, testi di canzoni e racconti, i giovanissimi hanno riflettuto sul significato della libertà, sugli ostacoli e le pressioni interne ed esterne che talvolta non ci rendono liberi, comprendendo che la libertà non è fine a sé stessa e non significa “fare ciò che si vuole”, ma è quella condizione con la quale si crea qualcosa di costruttivo per sé stessi e per gli altri perché, come scrive Fabrizio Moro nella canzone Libero, “la libertà è sacra come il pane”.
I giovani, guidati nell’attività mattutina da Don Alfredo, sono stati messi di fronte alla figura di San Giuseppe, anch’egli giovane e libero di seguire il progetto che il Signore aveva in serbo per lui. Durante il momento di deserto, hanno potuto riflettere su progetti, sogni, sul quando ci si senta realmente liberi di compiere le proprie azioni. Ne è conseguita una condivisione molto costruttiva, che ha evidenziato come alle volte sia difficile prendere alcune decisioni: spesso, infatti, ci si sente frenati da ostacoli e pressioni, sia da parte di chi ci circonda, che da noi stessi e dalle nostre paure.
Ciò che ha arricchito e reso speciali queste giornate è stata la gioia che i ragazzi hanno provato nel rivedersi e nello stare nuovamente insieme, pur rispettando sempre la distanza e indossando la mascherina. Sono state giornate di crescita, di formazione, meditazione e preghiera guidate dall’équipe diocesana giovani e dall’assistente di settore Don Roberto Corongiu.
Due preziosi appuntamenti conclusisi con il desiderio e la speranza di rincontrarsi prestissimo, magari senza restrizioni, liberi da questo nemico invisibile, per continuare a crescere e percorrere il cammino insieme.