In breve:

Dialogo fra religioni: un complesso percorso di rinnovamento culturale

Introvigne

a cura di Augusta Cabras

I cristiani, sappiamo essere perseguitati in molte parti del mondo. Il rischio è alto anche in Occidente?
Non possiamo paragonare quanto avviene in Cina o in altri Paesi non democratici con la situazione in Occidente. In Cina, per esempio, il governo riconosce – ma anche qui con limitazioni – una solo Chiesa protestante unificata e con leader nominati dal Partito Comunista, la cosiddetta Chiesa delle Tre Autonomie, e un’associazione detta patriottica che in teoria dovrebbe riunire tutti i cattolici. Prima del 2018 l’adesione all’associazione era vietata o almeno sconsigliata ai cattolici dalla Santa Sede. Con l’accordo tra Vaticano e Cina del 2018, che dovrebbe ora essere rinnovato, la Santa Sede consente – da qualche punto di vista, perfino consiglia – ai cattolici l’adesione all’associazione, ma nello stesso tempo in un documento del 2019 ha chiesto «rispetto» per chi, per ragioni di coscienza, si rifiuta di aderire. In verità non c’è nessun rispetto. Chi rifiuta di aderire all’associazione patriottica è discriminato in mille modi e spesso finisce in prigione. Quanto ai protestanti, chi si rifiuta di aderire alla Chiesa delle Tre Autonomie è fuori della legge e perseguitato.
In Occidente non parlerei di persecuzione, piuttosto di intolleranza, che è un fatto culturale, e che qualche volta diventa discriminazione, un fatto giuridico.

Quali sono gli elementi del cristianesimo che maggiormente generano nelle persone di altre religioni questi atteggiamenti?
Vi è oggi in Occidente una cultura che non è necessariamente maggioritaria nella popolazione – come gli esiti delle elezioni dimostrano in diversi Paesi – ma è assolutamente maggioritaria tra coloro che scrivono sui grandi media che fa prevalere i cosiddetti nuovi diritti – aborto, assoluta libertà sessuale, rivendicazioni delle persone omosessuali, e così via – rispetto ai diritti umani tradizionali, compresa la libertà religiosa. Il cristianesimo non accetta questo rovesciamento nella nozione dei diritti – che per la verità preoccupa anche intellettuali non cristiani – e per questo è visto come un ostacolo che deve essere spazzato via.

Cosa del Magistero di Papa Francesco incide di più, secondo lei, nella prospettiva dell’incontro tra le religioni?
Papa Francesco è talora criticato “da destra” per discorsi come quello che tenne a Posillipo nel 2019, dove afferma che ci sono elementi di verità in tutte le religioni e talora altre religioni hanno qualche cosa da insegnare a noi cattolici. Personalmente, apprezzo queste aperture, che in realtà hanno precedenti nel Magistero antecedente a Papa Francesco. Non si tratta di relativismo. Ma ci sono molti modi di guardare la stessa verità e lo sguardo di altre religioni può spesso aiutare il nostro. C’è anche una critica “da sinistra” a Papa Francesco, accusato di avere deluso le promesse di chi si aspettava che riformasse radicalmente la Chiesa, magari aprendo il sacerdozio alle donne o agli uomini sposati. A me sembra che il modo gentile ma sistematico in cui Francesco ci invita a cogliere gli elementi di verità in altre religioni sia non una rivoluzione (come ho accennato, non mancano i precedenti) ma uno stile nuovo, che comporta un rinnovamento più profondo rispetto a riforme che magari sarebbero più facilmente leggibili da parte dei grandi media.

Il Medio Oriente è uno dei terreni più infuocati, ma è anche il luogo delle tre grandi religioni. Come si concilia questo e come si conciliano tra loro?
Il Medio Oriente è un terreno di scontro politico e questo scontro politico ha una dimensione religiosa. Una parte del mondo politico israeliano – non tutto e non la maggioranza – vede nella difesa e nell’espansione dello Stato d’Israele una missione voluta direttamente da Dio. Una parte del mondo politico medio-orientale musulmano – non tutto, ma in questo caso, e almeno finora, la maggioranza – vede nella distruzione dello Stato d’Israele qualche cosa cui i musulmani non possono rinunciare senza tradire a loro volta un comando di Dio. Se le posizioni rimangono queste, ovviamente lo scontro non avrà mai fine. Tuttavia, ci sono degli sviluppi positivi, tra cui il fatto che nelle ultime settimane prima gli Emirati Arabi Uniti e poi il Bahrain abbiano allacciato relazioni diplomatiche con Israele, grazie agli sforzi della diplomazia americana. Anche la diplomazia della Santa Sede lavora – com’è suo costume – lontano dai riflettori, ma opera incessantemente per la pace.

Lei si occupa e si è occupato di religione e religioni, ma anche di esoterismo, spiritismo ecc. Nei tempi di maggior crisi e difficoltà, aumenta la tentazione da parte delle persone più fragili, di affidarsi a queste pratiche pericolose?
È importante distinguere diversi livelli. Oggi c’è una tendenza a usare esoterismo come se fosse una parolaccia. In realtà l’esoterismo – una materia che si studia in molte università, c’è un intero istituto che se ne occupa all’Università di Amsterdam e una cattedra alla Sorbona – è una quinta ineliminabile della storia del pensiero occidentale, dall’epoca ellenistica ai giorni nostri, passando per il Rinascimento. L’esoterismo è stato attaccato come pericoloso prima da una certa cultura protestante, per cui era il residuo della Roma pagana presente nel cattolicesimo, poi dall’Illuminismo in nome della ragione, quindi dal marxismo sulla base della tesi che l’esoterismo favoriva posizioni politiche di destra (una tesi falsa, perché nell’Ottocento è stato semmai il socialismo a essere legato a filo doppio all’esoterismo). Oggi la cultura accademica ha rivalutato l’esoterismo. La stampa però qualche volta confonde l’esoterismo come corrente di pensiero con l’occultismo, che è un insieme di pratiche che comprendono evocazione di spiriti, divinazione, fatture (non quelle fiscali!), uso di talismani e così via. Tra esoterismo e occultismo c’è una relazione, nel senso che alcuni esponenti anche di primo piano dell’esoterismo – ma non tutti – si sono interessati all’occultismo. Ma non c’è nessuna relazione tra l’esoterismo in senso proprio e l’occultismo cialtrone dei maghi a pagamento che, come lei dice, sfruttano le persone più fragili al solo scopo di arricchirsi. La loro conoscenza della cultura esoterica è spesso inesistente.

Massimo Introvigne
Sociologo, dirige a Torino il CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni). Nel 2011, è stato Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia e alla discriminazione religiosa.

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