8×1000: molto più che numeri
di Augusta Cabras.
La mappa dei progetti realizzati con l’8xmille, anche nella nostra Diocesi, si arricchisce sempre di più. Nessuna cattedrale nel deserto o progetto che non sia radicato nel territorio e risponda alle sue molteplici esigenze, soprattutto in questo tempo precario e difficile. Anzi, proprio in questo tempo segnato anche dall’emergenza sanitaria, ogni servizio, implementato e sviluppato grazie ai suddetti fondi ha rivestito un’importanza straordinaria.
Parliamo delle iniziative in capo alla Caritas Diocesana: il servizio mensa, con la consegna dei pasti a domicilio e del pacco con gli alimenti, la possibilità di una doccia calda e la disponibilità di alloggi temporanei per famiglie in estrema difficoltà e senza dimora. «Non potevamo lasciare soli i nostri fratelli e sorelle più fragili, neanche in questa fase – spiega il direttore della Caritas, don Giorgio Cabras –. Anzi. Abbiamo trovato dei modi nuovi di stare vicino a loro, soprattutto durante la pandemia e nel rispetto delle disposizioni del Governo».
Pasti caldi e alloggi, quindi, ma non solo. La vicinanza, un sorriso, la cura e la pre-occupazione sono stati e sono i punti fermi su cui poggia l’operato dei volontari Caritas, che proprio con la prossimità alle persone più deboli ha svolto un importante compito di monitoraggio costante delle situazioni più complesse intercettando nuove povertà, come quella sanitaria. Da qui ha rinforzato il servizio di accompagnamento delle persone sole e ammalate, nei luoghi di cura, ha garantito il collegamento tra questi e il personale sanitario, accompagnando i ricoveri quando necessario, e garantendo la sorveglianza sanitaria. Piccoli gesti determinanti per migliorare e in alcuni casi salvare una vita. È capitato. Capita quando l’attenzione è alta e il servizio è una missione. Lo dice bene un volontario, Franco Demurtas. «Dio mi ha scelto, Lui mi tiene in salute per aiutare il prossimo».
Chilometri su chilometri, insieme alle persone che necessitano di raggiungere medici e ospedali per potersi curare; un dialogo continuo fatto di parole, dette e non dette, di sguardi e di lacrime di gratitudine. Ci si accorge che sono le persone a fare la differenza, sempre. E che dietro ogni persona c’è una storia, importante, da ascoltare e da accogliere. Anziani, ammalati, giovani senza speranza, carcerati in attesa di libertà. È anche a loro che la Caritas guarda con attenzione. Anche per loro sono tante le forme d’aiuto, garantite dal lavoro volontario, ma anche da risorse economiche per rispondere a necessità primarie, come quella del vestiario, dell’acquisto di occhiali, di carta, busta da lettera e francobolli, di tutto quanto serve a restituire dignità a persone che vivono in un tempo sospeso.
Grazie ai fondi 8xmille, continua anche il progetto Insieme il cui fulcro è sempre la famiglia accolta, ascoltata, aiutata e guidata attraverso la messa in opera di interventi specifici e integrati tra loro, come l’inserimento lavorativo in ambito agricolo, l’offerta di servizi sociali, ludici e di socializzazione per minori, sempre nell’ottica di una crescita positiva personale e della comunità. E poi ancora le Chiese e gli oratori, ristrutturati e da ristrutturare, il Centro Famiglia Amoris Letitiae già attivo a Lanusei con diversi servizi: dall’oratorio, al servizio d’ascolto per le coppie e le famiglie e la proposta di momenti di condivisione. Il Centro Interparrocchiale invece è in fase di costruzione a Tortolì; accoglierà un modello di vita sociale comunitaria che investe in ambito educativo a supporto della famiglia e dell’intera società con attenzione alle fasce deboli, a chi vive situazioni di precarietà e disagio. Per portare ancora speranza.
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