Lezioni? Sì, ma che gran confusione!
di Gaia Argiolas.
IV Alberghiero
Accoglienza turistica
Reti sovraffollate, comunicazioni estremamente lente, mancanza di segnale specie nei centri dell’interno. Si prova a farla, questa didattica a distanza, ma il sistema è ancora particolarmente inadeguato e palesa tutte le sue difficoltà. La scuola 4.0, insomma, resta per certi versi ancora un miraggio. Ce lo racconta Gaia, studentessa di Ilbono all’alberghiero di Tortolì, alle prese ogni giorno con le bizze di piattaforme e web
È dalla fine di dicembre che il Covid 19, o se preferite, il Coronavirus sta terrorizzando il mondo. Da quando un medico cinese, creduto da nessuno, lo ha denunciato e ne ha diffuso la notizia. Risultato: pericolosità completamente sottovalutata e rapidità di contagio inquietante. Egli stesso, dopo esserne stato contagiato, è deceduto. Da lì a poco l’epidemia si è diffusa così rapidamente da evolversi in pandemia, colpendo gravemente anche la nostra nazione con un elevatissimo numero di contagi e decessi che sono purtroppo diventati la cronaca costante dei nostri giorni.
Una crisi globale dalla quale anche la scuola non ne è uscita indenne: sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo, prorogata successivamente sino al 3 aprile, poi fino al 13, ma già si intravedono all’orizzonte ulteriori proroghe, con il rischio che non si possa affatto rientrare in classe almeno fino a quando non cesserà lo stato di emergenza.
In seguito a questa decisione, nei giorni successivi è iniziata una corsa, da parte dei professori, sulle varie piattaforme per attivare la cosiddetta “didattica a distanza”, nella confusione più totale. All’Istituto Alberghiero di Tortolì, dove io frequento la classe 4° Accoglienza turistica, fino al periodo precedente la quarantena abbiamo utilizzato quotidianamente il registro elettronico per annotare gli argomenti delle lezioni e anche per accedere alle slides caricate dai docenti. Oggi stiamo utilizzando le stesse modalità per scaricare e ricaricare i compiti che ci vengono assegnati, ma la rete è satura dall’eccessivo traffico dovuto al fatto che tutti gli studenti utilizzano le stesse piattaforme e vi accedono simultaneamente.
Noi come scuola le abbiamo sperimentate tutte: dalla ricezione delle consegne via mail al rinvio delle stesse, all’utilizzo di Whatsapp (che si è rivelato il canale più immediato e funzionale). Stiamo incontrando delle grosse difficoltà anche perché prima d’ora non avevamo mai lavorato con queste modalità. I docenti, dal canto loro, hanno cercato di attivarsi anche con le video lezioni, ma purtroppo si sono dovuti scontrare con la scarsa velocità e capillarità delle connessioni che compromette la qualità delle immagini e dell’audio. Ciò rende difficoltosa, se non addirittura impossibile, la fruizione dei contenuti da parte di alcuni studenti che, di conseguenza, non ritengono questo metodo di insegnamento alla pari di quello che si impartisce in aula, ragion per cui incomprensioni e difficoltà nello svolgimento degli elaborati sono assai maggiori. Ecco perché, per avere chiarimenti ulteriori e mirati, abbiamo creato dei gruppi Whatsapp con i professori, ai quali possiamo chiedere qualsiasi informazione seguendo l’orario scolastico. Le valutazioni si basano sui lavori che svolgiamo a casa e che inviamo tramite mail oppure grazie alla funzione upload del registro.
Come i docenti, anche noi studenti stiamo cercando di dare il massimo, ma è il dibattito e il confronto quotidiano quello che viene a mancare. Non avrei mai pensato di dirlo, eppure, in questa situazione così surreale, mi manca la scuola e la classica lezione dei professori!
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