La accendiamo?
di Claudia Carta.
«In un mondo che corre vorticosamente, con logiche spesso incomprensibili, il problema della lentezza si affaccia alla mente con prepotenza, come una meta del pensiero e della via da percorrere. Andare più veloci non significa conoscere più di quello che la strada offre e nessuno vuole arrivare prima alla fine della propria strada».
Così Lamberto Maffei, docente di neurobiologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, già presidente dell’Accademia dei Lincei, che nelle pagine del suo Elogio della lentezza analizza e sottolinea quanto siamo immersi in un mondo veloce in cui il tempo sembra via via contrarsi: continuamente connessi, chiamati a rispondere in tempi brevi a e-mail, tweet e sms, iper-sollecitati dalle immagini, in una frenesia visiva e cognitiva continua.
Il dettato dell’illustre rappresentante del Cnr meriterebbe ben altri spazi che le poche righe di questa semplice riflessione. Ma mi è parso quasi paradossale, e dunque interessante, mettere a confronto il suo invito a scoprire i vantaggi di una civiltà dedita alla riflessività e al pensiero lento e la lentezza oggettiva che, di fatto, si pone come fattore limitante di una comunicazione quale quella attuale.
Lascio per un attimo da parte i tratti patologici che l’uso della tecnologia può assumere – e sottolineo l’uso: “Lo strumento è utile, non ha nessuna colpa, è l’uso che se ne fa a determinare tutto questo”, spiega Maffei – e vado a leggere con voi i dati relativi all’ultimo rapporto Censis sulla comunicazione, diffuso lo scorso dicembre.
Nel 2018 nelle case degli italiani erano presenti 111,8 milioni di dispositivi elettronici (device). In ogni famiglia ce ne sono in media 4,6. Il 2018 sarà ricordato anche come l’anno in cui i cellulari hanno superato i televisori. Oggi nelle case degli italiani ci sono 43,6 milioni di smartphone e 42,3 milioni di televisori. Ma soprattutto sono 6,5 milioni le smart Tv e i dispositivi esterni effettivamente collegati a Internet per guardare programmi televisivi. Il 47,8% delle famiglie in cui vive almeno un minore ha in casa una smart Tv o altri dispositivi esterni che consentono di collegarsi alla Rete. Ma crescono anche le famiglie con adulti oltre i 65 anni di età che sfruttano gli schermi al pieno delle loro potenzialità collegandosi a internet: l’8% dispone, infatti, di una smart Tv connessa.
La lentezza, dunque, sotto accusa è certamente quella legata alla connessione. E non pensiamo al tempo impiegato per inviare un messaggio o un video girato con gli amici. Proviamo a pensare al tempo impiegato per spedire importanti documenti di lavoro, o immagini ad alta risoluzione per la realizzazione di un progetto, alla fasi di partecipazione a un concorso con l’accesso a piattaforme particolari che richiedono allegati complessi e digitalmente pesanti, per non parlare delle aziende e dei loro contatti commerciali con l’Italia e con l’estero, fondamentali per essere competitivi e presenti in un mercato che, quello sì, corre alla velocità della luce; o infine alle tante persone che arrivano in Sardegna e in Ogliastra per lavoro o che, per motivi di lavoro, necessitano di connessioni stabili e veloci.
Indovinate un po’? Poco più della metà delle famiglie sarde ha accesso alla banda ultra larga: solo il 53,8% della popolazione della Sardegna, infatti, è servita da una rete capace di inviare dati ad altissima velocità. A rivelarlo, un dossier di Confartigianato Sardegna, sulla Copertura con connettività in banda ultra larga delle famiglie sarde, elaborato sui dati Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Nello specifico, le più fortunate sono le famiglie di Cagliari, il cui territorio è coperto al 72%. Seguono quelle di Sassari (copertura al 55,9%), del Medio Campidano (55%), Carbonia-Iglesias (49%), Olbia Tempio (41,2%), Nuoro (38,6%), Oristano (32,3%). Chiude, ultima nell’Isola e a livello nazionale, l’Ogliastra con solo il 13,2% dei nuclei familiari coperti.
Per il sistema produttivo, la banda ultra larga significherebbe dare risposta alla crescente richiesta di servizi Internet, portali web, software e commercio elettronico. Un mercato in espansione che, tuttavia, sconta ritardi drammatici. Anche perché non scordiamoci che la realizzazione delle infrastrutture in numerosissimi comuni è stata completata: la fibra è, cioè, presente. Ma pare che si siano scordati di accenderla, per renderla effettivamente fruibile a cittadini e imprese.
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