#indueparole. Cagliari, quel sogno che ci piace
di Riccardo Cucchi.*
Fa bene al calcio rivedere il Cagliari così in alto in classifica.
Fa bene soprattutto a chi vuole bene al calcio, oltre che – naturalmente – ai tifosi del Cagliari. Perché il calcio non può smettere di inventare storie ed essere capace di raccontarle. Storie di imprese impossibili, di sogni che si realizzano dopo averli attesi per anni.
Chi è nato nell’anno dello scudetto di Riva e Scopigno sta per compiere i 50. Se è un tifoso rossoblù, è cresciuto nel ricordo e nella leggenda di quella impresa che altri gli hanno raccontato. E ha passato una gioventù tra Serie A e Serie B. Tanto tempo è trascorso prima di rivedere un Cagliari così e assaporare quelle sensazioni che aveva solo immaginato.
Ma il Cagliari così in alto non fa bene solo a lui. Fa bene a tutti coloro che si sono un po’ stancati di sentirsi ripetere che i fatturati poi si vedono sul campo. Perché noi sul campo continuiamo a vedere solo calciatori. E un pallone. E vorremmo continuare a vedere solo quello. Lo sappiamo che saranno i ricchi a vincere alla fine. Ma se non coltivassimo l’illusione che, almeno nel calcio, non è solo la ricchezza economica a portare vittorie, forse non avremmo più lo stessa voglia di entrare in uno stadio. È l’illusione che alimenta i sogni, la convinzione che il risultato non sia scritto prima di cominciare. E la certezza che tutti partiamo dallo 0-0, quelli ricchi e forti e quelli poveri e meno forti. Perché poi c’è il pallone. E il pallone non sa se il piede che lo calcerà sarà quello di un ricco o quello di un povero. Il pallone va dove il piede lo indirizza. E se il piede è più abile, e magari anche più fortunato, il pallone può andare contro le previsioni, le certezze, le ovvietà, la ricchezza. E può scrivere una storia nuova, andare incontro a un altro destino.
Per questo abbiamo esultato per il Leicester di Ranieri capace di giganteggiare, da piccolo, in mezzo ai giganti della Premier League. E quella storia ci è piaciuta. Come ci sta piacendo quella del Cagliari. E speriamo che possa replicare quella già scritta dall’Atalanta. E chissà, in un futuro non troppo lontano per non far aspettare troppo i bambini di oggi, anche tornare a lottare per lo scudetto come fu capace di fare Gigi Riva.
Perche in campo vogliamo continuare a vedere calciatori. I fatturati vorremmo lasciarli agli esperti di finanza. A noi piacciono i sogni. Più dei conti.
*giornalista Rai
ex radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”
Lascia un Commento