In breve:

Ogliastra virtuosa, ma non basta

Triei

di Augusta Cabras.
La situazione dell’ambiente in Ogliastra, può dirsi, nonostante alcune eccezioni, positiva. Si sa però che in natura gli equilibri possono essere precari, soprattutto se l’uomo non “cammina sulla terra leggero”.

É evidente come il sistema economico fin qui dominante e lo stile di vita dei paesi più sviluppati, abbiano determinato e stiano determinando ancora, un impatto ambientale così forte e pesante da non essere più sostenibile. E allora a una produzione incessante di rifiuti, a una corsa compulsiva all’acquisto di cibo, abbigliamento, tecnologia, giocattoli, per buona parte inutili o non necessari, deve affermarsi uno stile di vita e un sistema economico nuovo, che così nuovo, forse non è.
Perché è vero che tornare a su connottu, anche in questo caso potrebbe salvarci la pelle. Mia nonna (e ora mia madre) ripeteva spesso questa frase: «Pagu chi no acabat, meda chi non bastat». Per chi poco conosce il sardo questo significa che il poco spesso non finisce, se saputo utilizzare e dosare, e il molto, ciò che è in grandi quantità, spesso non basta. Sta tutto nella modalità con cui le cose, le risorse, il cibo, l’energia viene utilizzata. Serve parsimonia, (anche il termine sembra ormai desueto), sobrietà, senso della misura. Ma non tutto è perduto.
Dentro un sistema di economia lineare che prevede la produzione, il consumo e la generazione del rifiuto, si sta facendo strada un sistema di economia circolare che re-immette nello stesso o in altri circuiti produttivi ciò che era uno scarto, un rifiuto, o inventa per quel rifiuto – che diventa nuovamente risorsa – un utilizzo nuovo. Sono tanti gli esempi in Italia e alcune buone prassi si fanno strada, seppur lentamente, anche in Ogliastra. Sono soprattutto i giovani a investire sempre di più in processi circolari, in cui il rifiuto anche organico ha nuova vita. Così in Sicilia, le bucce delle arance vengono trasformate in fibra tessile, come in Trentino le vinacce; in Ogliastra si trasformano i tessuti dismessi, a Sassari vengono raccolti e recuperati gli inerti. Ma prima della raccolta e della trasformazione dei rifiuti bisognerebbe che ciascuno di noi ne producesse il meno possibile, seguendo il principio delle 3 R: riduci, riutilizza e ricicla.
Ma qual è la situazione ambientale nel territorio abbracciato dalla nostra diocesi, caratterizzato da una natura generosa e straordinaria, ancora selvaggia, (o solo apparentemente tale)? Un primo dato importante è sicuramente questo: a livello regionale, l’Ogliastra – dai dati forniti dall’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – incide, nella produzione di rifiuti solidi urbani, per il 3% sul totale e si piazza in ottima posizione nell’attuazione della raccolta differenziata che in tutti i comuni ormai, avviene porta a porta. È aumentata in questi ultimi anni la percentuale della differenziata e si è abbassata progressivamente la percentuale del rifiuto secco e indifferenziato conferito. Nel corso degli ultimi anni, diversi paesi del territorio sono stati premiati per essere “Comuni Ricicloni”, dal nome del concorso di Legambiente che premia le realtà più virtuose in funzione dei risultati raggiunti in termini di raccolta differenziata. L’obiettivo annuale è quello di premiare 120 Comuni Rifiuti Free, che hanno una produzione di secco residuo pro-capite inferiore ai 75 kg annui, e quelle associazioni, Unioni di comuni e Comunità Montane che hanno raggiunto, a livello collettivo, l’obiettivo di legge del 65% di Raccolta differenziata. È stato il caso di Tertenia nel 2014, di Loceri nel 2015, di Tortolì nel 2016 e 2017, di Ilbono nel 2018 e nel 2019, con 31.2 kg procapite di rifiuto secco residuo e con l’82,5% di raccolta differenziata, a cui seguono, quest’anno, Perdasdefogu Loceri e Osini.

Tipologia dei rifiuti. Ma come si compone la mole dei rifiuti solidi urbani conferiti? La frazione organica – in tutta la Sardegna – rappresenta circa il 47% del totale dei rifiuti differenziati; segue la carta con il 18%, poi il vetro, la plastica, legni e metalli. Il pro capite della raccolta differenziata nel 2017 è, a livello regionale, pari a 278 kg per abitante all’anno, in aumento rispetto al 2016 di 13 kg per abitante all’anno.
In Ogliastra l’unico impianto attivo autorizzato per lo smaltimento o la trasformazione dei rifiuti è a Quirra, in agro di Osini, dove vi è l’impianto di compostaggio della frazione organica differenziata. L’impianto tratta la frazione umida dei rifiuti urbani e lo scarto del verde proveniente dalle raccolte differenziate dei comuni dell’Ogliastra. Oggi la sua capacità potenziale è di 7.000 t/a, di cui 5.200 t/a di FORSU (Frazione Organica Rifiuto Solido Urbano), 1.200 t/a di strutturante verde e 600 t/a di strutturante riciclato. L’impianto è attivo dal mese di ottobre 2005 e permette di chiudere la filiera del trattamento del rifiuto organico, producendo un compost di qualità adatto a essere poi utilizzato nel territorio circostante.
Tutte le altre frazioni raccolte vengono conferite in altri impianti autorizzati, che per la gran parte, costituiscono spesso soltanto la prima destinazione dei rifiuti, dove viene effettuata solo un’operazione di messa in riserva, preliminare al recupero vero e proprio, condotto in altri impianti extraregionali, perché nel territorio regionale non sono presenti impianti di recupero per numerose tipologie di rifiuto.

Criticità. Un altro dato importante è quello relativo ai siti contaminati. Tra questi in Ogliastra spiccano la zona del Poligono militare di Perdasdefogu e l’area nord ovest della ex Cartiera di Arbatax, oltre le discariche dismesse presenti in quasi tutti i paesi risalenti ai decenni in cui ciascun comune smaltiva autonomamente i propri rifiuti senza nessun tipo di differenziazione.
Nonostante questo, l’acqua e l’aria che respiriamo nel nostro territorio non presentano nessuna violazione dei limiti imposti dalla legge sulle sostanze inquinanti.
La situazione dell’Ogliastra, alla luce dei dati forniti dall’Assessorato regionale (per i quali si ringrazia la Dott.ssa Silvia Serra), può dirsi positiva. Si sa però che in natura gli equilibri possono essere precari, soprattutto se l’uomo non cammina sulla terra leggero.

Nel sito www.economiacircolare.com è possibile leggere e scaricare la guida Io consumo circolare. La guida è stata realizzata nell’ambito del progetto Circular Sud – Rafforziamo l’economia circolare nel Sud Italia, promosso dal Cdca, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali Campania, in collaborazione con numerose realtà e associazioni di Campania, Sicilia, Puglia e Sardegna.

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