Un Convegno sulla liturgia? Ecco perché…
di Mons. Antonello Mura.
Il prossimo 19 ottobre a Tortolì, nella comunità di San Giuseppe, celebreremo il nostro annuale convegno diocesano. Il tema sarà quello della liturgia, mai troppo approfondito,che costituisce certamente una grande espressione di vita della Chiesa, anche perché permette di cogliere e comprendere il cammino di fede dei singoli e delle comunità. “Capisci quello che celebri?”. “E come potrei se nessuno mi guida”.
Quasi sul filo dell’ironia, il tema centrale del convegno: La liturgia come nutrimento della fede e della vita, viene a riprendere il dialogo raccontato dagli Atti degli apostoli tra Filippo e l’eunuco (cf. 8,26-40): Capisci quello che stai leggendo? E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?, creando l’occasione per la nostra Diocesi di riflettere sulle caratteristiche della nostra vita liturgica, sulla sua comprensione, e su quale animazione sia necessaria per fare davvero della liturgia una esperienza rinnovata di vita ecclesiale.
Scegliendo tra i diversi motivi per i quali affidare a un convegno il tema della liturgia, ne indico alcuni – in forma di domanda – che ne giustificano la scelta in questo tempo:
◆ La liturgia è il luogo dove come Chiesa sperimentiamo il dono dell’amore di Dio, che chiede a noi, grazie all’azione dello Spirito Santo, di essere accolto e celebrato come Fonte della vita?
◆ Nella liturgia facciamo esperienza di un Dio vivo, che entra nella nostra storia, facendo spazio al Suo dono nella perseveranza dell’ascolto?
◆ Siamo consapevoli che nella liturgia è presente e opera Gesù Cristo, sommo Sacerdote della nuova ed eterna alleanza, e che tutto si compie per Lui, con Lui e in Lui, come afferma il Concilio Vaticano II: “Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, offertosi una volta sulla croce, si offre ancora tramite il ministero dei sacerdoti, sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: ‘Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io in mezzo a loro’ (Mt 18,20)” (Sacrosanctum Concilium, 7)?
◆ Abbiamo compreso, come dice il Vaticano II, che “le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è sacramento di unità, cioè popolo santo radunato e ordinato sotto la guida dei vescovi” (Sacrosanctum Concilium, 26)?
◆ Le nostre celebrazioni ci appaiono ripetitive, monotone perfino noiose, oppure – preparate accuratamente – coinvolgono il cuore, la mente e il corpo, oltre alla comunità nel suo insieme?
◆ Come rafforzare nelle nostre parrocchie la connessione tra famiglia, riposo e festa che dovrebbe portare alla celebrazione domenicale della S. Messa?
Domande che ritornano e risposte non sempre chiare, tutte comunque con lo scopo di favorire la nostra partecipazione alla preghiera liturgica. Per non parlare (interrogandosi) del canto liturgico, spesso sovradimensionato o talvolta ridimensionato a piacimento. Domande importanti, che ritorneranno nel nostro convegno e che avranno bisogno di essere manifestate, condivise e assunte, per una risposta da credenti.
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