Dentro la terra leggeri
di Augusta Cabras.
Le viscere della terra, su tantissime persone, esercitano un grande fascino. Suscitano la curiosità di chi vuole scoprire, di chi vuole illuminare gli angoli più bui e freddi di un mondo nascosto ma di straordinaria bellezza. Microcosmi in cui la natura si disvela con discrezione, lentezza, dove lo scorrere di una singola goccia d’acqua crea geometrie perfette, da restarne sempre piacevolmente stupiti. E ogni volta, entrare, scoprire, indagare è un’emozione fortissima.
Ce lo racconta con passione Cinzia Mulas, lanuseina di 46 anni, che da quando ha iniziato a fare le spedizioni nel cuore della terra non si è fermata più. «Andare per grotte non è la mia professione principale, ma è di certo la mia più grande passione. È nata in me nel 2004, quando ho iniziato a frequentare un corso base di speleologia che mi teneva impegnata nei fine settimana, con un programma di attività che prevedeva sia la parte teorica che la parte pratica. Mi sono appassionata fin da subito. La materia era interessantissima e via via scoprivo tante cose nuove che non conoscevo anche sul nostro territorio. Ho capito ben presto, però, che come tutte le passioni, per poterla coltivare seriamente, serviva la pazienza, il tempo e una grande forza di volontà». Elementi che a Cinzia sembrano proprio non mancare. Lei, inizialmente con il Gruppo Grotte Ogliastra di Perdasdefogu, e da oltre 15 anni con lo Speleo Club Oristanese, organizza o partecipa a spedizioni per approfondire la materia o per conoscere ancora meglio il territorio. «Ogni uscita è una scoperta; anche quando si torna negli stessi luoghi, possono esserci elementi che prima non c’erano o semplicemente erano sfuggiti alla vista». Per addentrarsi nei meandri della terra ci vogliono quindi passione, pazienza, fermezza, un grande spirito di osservazione e attenzione. L’Ogliastra, scrigno aperto che dispensa bellezza a ogni passo, si presta benissimo anche da questo punto di vista.
Cinzia ricorda ancora con grande emozione la prima visita ad una grotta. Era quella di Lovettecannas, nel territorio di Baunei. Ricorda come fosse oggi l’attesa, la preparazione con le attrezzature da indossare, casco, corde, discensori, l’immersione lenta nell’oscurità, l’ingresso nel silenzio che avvolge ogni pietra e ogni forma di vita. Perché là sotto, dove tutto è buio e silenzio, dove tutto sembra apparentemente immobile, si snoda con forza altra vita. In particolare la flora e la fauna endemica, a cui Cinzia nel corso degli anni guarda con sempre maggiore interesse e attenzione, studiando, fotografando, approfondendo la propria conoscenza di bio-speleologia. Capitò proprio durante la spedizione a Su sterrigeddu, profonda voragine di circa 140 metri, di riuscire a fotografare la fauna ipogea presente nella cavità e di individuare una nuova stazione di Sardaphaenops supramontanus graffitii, un coleottero cavernicolo dal corpo rossiccio dalle dimensioni di 8 millimetri, presente soltanto in alcune grotte del Supramonte di Oliena, Baunei e Urzulei. In quella spedizione Cinzia Mulas riuscì a vedere anche l’Alpioniscus Fragilis, un crostaceo isopode e depigmentato che può raggiungere i 18 millimetri di lunghezza. Ma la fauna delle grotte è ricca e affascinante e con caratteristiche legate all’habitat e in particolare all’assenza di luce, per cui la gran parte non possiede la vista e sviluppa altri sensi, gli organi tattili e di senso chimico. Vi si trovano insetti, crostacei, ragni ballerini che hanno sviluppato zampe lunghissime per evitare di stare a contatto del pavimento umido con il resto del corpo, insetti depigmentati, crostacei con le antenne per potersi orientare negli spazi e il Geotritone del Supramonte (Speleomantes supramontis o Hydromantes) una fra le cinque specie endemiche della Sardegna. Lucifugo, evita cioè la luce, il geotritone rimane nascosto nelle grotte. Durante l’autunno e la primavera esce dall’ambiente sotterraneo e rimane nelle vicinanze, ma la sua vita è comunque legata a un alto valore di umidità, 80-90%, che può essere presente solo nelle grotte. Si ciba di ragni, millepiedi, mosche, invertebrati, che è in grado di catturare con la sua lingua estroflettibile lunga ben 6 cm. In questo periodo Cinzia e lo Speleo Club Oristanese sta monitorando in una grotta della zona di Oristano l’Hydromantes Imperialis, dalla deposizione alla schiusa delle uova, al fine di ricavare informazioni utili e dettagliate sulla specie.
Un lavoro importante che consentirà di allargare le conoscenze e di diffonderle promuovendo sempre il rispetto per la terra, dentro e fuori.
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