Vestire la tradizione
di Claudia Carta.
Il cortile di casa è quello che sa di buono. È lì che ogni cosa trova il suo posto. Un profumo familiare che avvolge i muri e le pietre. Anche la terra ha il suo odore. Volti, mani, passi che lo attraversano, cogliendone l’intimità e aggiungendo ogni giorno un nuovo dettaglio che cambia la storia, ma non la sua essenza. E il tempo vola. Fra infiniti cortili, le cortiggias.
A Lotzorai ogni anno la primavera veste di nuova vita le antiche corti delle case, combinando passato e presente, vecchio e nuovo. Il risultato è sorprendente. Ma cortiggias è anche e soprattutto identità, riscoperta attraverso la ricerca storica e documentaria. È nata così la prestigiosa mostra etnografica del costume lotzoraese, allestita da Giampaolo Murru. Classe 1982 e passione da vendere. I numeri? Notevoli: oltre 40 i costumi recuperati, i più antichi risalenti a fine ‘800; più di 3000 le foto storiche dell’abbigliamento tradizionale sardo, di cui 150 incorniciate; costante la collaborazione con il Museo nazionale Sanna di Sassari. Tessuti, colori, gioielli: Giampaolo li cura con attenzione e meticolosità e ogni nuovo pezzo acquisito è motivo di soddisfazione. Non finisce qui: un patrimonio di oggettistica relativa all’antico mondo rurale e contadino completano un tesoro di inestimabile valore per il centro ogliastrino.
Il cuore della tradizione che batte forte: «Un mondo che ho amato da sempre – racconta il giovane collezionista – ma che ho iniziato a seguire con grande coinvolgimento dall’età di 15 anni. Una mia zia mi fece dono di un fazzoletto risalente alla fine dell’Ottocento. È stato il principio di un percorso di ricerca costante: dettagli, manifattura, tessuti e tagli, colori e modelli. Le foto d’epoca mi hanno dato una grossa mano, in questo senso. Quando nel 2003 è venuta a mancare mia madre – avevo appena vent’anni – è stato proprio questo mondo che, più di ogni altra cosa, mi ha aiutato. E oggi, mi sento quasi debitore nei confronti di un passato così denso di storia, di richiami, di radici».
Gonne, corpetti, scialli, fazzoletti, camicie. Un’autentica cronistoria del costume lotzoraese (e non solo) antica come gli anni che sono passati, ma che Giampaolo riesce a far respirare e brillare di nuova luce. «Nel 2012 – continua il giovane titolare del Bar Giardini – ho avuto la gioia di battezzare la mia secondogenita, Melissa: tutti noi abbiamo indossato il costume tradizionale. E dal momento che gli invitati provenivano da paesi diversi, è stata un’ulteriore occasione per conoscere meglio anche i loro abiti e poter recuperare pezzi preziosi per la mia collezione: Talana, Arzana, Baunei, Ilbono, per citarne alcuni, ai quali si sono aggiunti, qualche anno fa, Desulo, Orgosolo e Dorgali. Il mio interesse, tuttavia, è principalmente rivolto all’Ogliastra e a Lotzorai in particolare».
Tra filo e ordito, si dipana il disegno di un amore autentico. Giampaolo non è solo a tesserne le trame. La sua sposa, Tiziana Pisanu e le sue bimbe, Vanessa, Melissa e Alessia, sono la sua forza più grande e la sua luce. Condividono con lui scoperte e novità: «Ogni mia folle proposta viene assecondata», commenta sorridendo. In una Lotzorai sicuramente bella. Ma la passione e l’entusiasmo di questi ragazzi lo sono infintamente di più.
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