I luoghi dell’anima
di Alessandra Secci.
I luoghi dell’anima sono molto spesso gli stessi in cui le comunità di una volta si ritrovavano a festeggiare il santo più venerato, ubicato in luoghi la cui difficoltà di accesso può essere agevolmente inserita in un’ ideale replica del cammino di espiazione, di introspezione, di riflessione.
Nell’era dei social media e delle condivisioni in tempo reale, dei ritmi forsennati dettati dal lavoro, dalla frenesia e dagli obblighi del quotidiano, sempre più ci si sofferma sull’importanza e sul valore del tempo: un concetto molto astratto, ma perfettamente inscrivibile nella dimensione personale che ognuno di noi dà ad esso. Per Proust quella del tempo perduto era una ricerca che dava luogo ad un risultato circolare, un moto continuo che trovava vigore anche nel supporto fornito dagli importantissimi elementi del ricordo e della rievocazione; un profumo, un suono, un luogo potevano condurre il protagonista, Charles, a degli autentici quanto involontari flashback in cui poter recuperare quel frammento di vita e nuovamente riassaporarlo, con una diversa cognizione, un nuovo sapore, come appunto le madeleines del romanzo. Per ripercorrere questo trascorso, a volte può risultare appunto sufficiente ascoltare una canzone della nostra infanzia, rivedere il cartone animato o il film preferito, replicare il piatto della nonna, (ri)visitare un luogo con delle caratteristiche e delle peculiarità atte a predisporre i sensi al relax e ad un’ intima riflessione.
(Continua…)
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