In breve:

La “figlia” delle suore

Tiziana

di Tonino Loddo.
«La mia famiglia sono state le suore e le ragazze dell’Istituto». Tua madre, tuo padre? «Avevo due anni, quando mia madre è morta (1969, ndr). E mio padre non sapeva che farne di quel fagottino malaticcio che ero». Racconta serena, come chi i guai della vita li ha sperimentati tutti. Non un’ombra ne increspa il sorriso, né mai la frena il dolore o l’imbarazza il pudore. «Così, babbo mi ha portato dalle suore della Redenzione a Lanusei. Ero la più piccola. Ho ricevuto coccole da tutte. Lì ho imparato anche a dire mamma: così chiamavo la ragazza più grande che mi accudiva, mi teneva in braccio, mi dava da mangiare e mi faceva giocare… Ma ho avuto anche altre mamme. Suor Bernardetta e madre Grazia, prime fra tutte. Non capita a tutti la fortuna di avere tante mamme!». Riesce perfino a scherzare, Tiziana, che in quella casa serena sorta quasi per magia tra le viuzze della vecchia Lanusei, grazie alla dote di madre Rosa (Leontina Cannas), ha trascorso più di trent’anni.
Appena riesce ad acquisire un minimo di autonomia, inizia a frequentare l’asilo delle suore Giuseppine: «Ero la più piccola. Tutti mi volevano bene». La memoria dell’affetto ricevuto nell’infanzia sembra accompagnarla sempre, donandole sicurezza ed infondendo coraggio. Via – le dico, giusto per provocarne la reazione -, madre Grazia era molto severa! «Severa? No di certo. Era sempre molto dolce e affettuosa. Madre Grazia mi ha tenuto come una figlia!».
Mai sentito il richiamo della famiglia d’origine? Davvero nessuna nostalgia? «Sì, per Natale mio padre mi invitava a tornare a casa. Ricordo quella volta che mi disse: “Vieni, vieni, ti ho comprato una bella cameretta, tutta per te. Vedrai come ci starai bene!”. Così accadeva talvolta che a Natale andassi a casa a trovare mio padre. Ma ci stavo pochi giorni. C’era una specie di disagio. Le suore e le mie compagne dell’Istituto erano ormai diventate tutto il mio orizzonte di vita e la voglia di tornare tra esse era talmente forte che chiedevo ben presto di esservi nuovamente accompagnata, anche se le vacanze erano appena iniziate. Avevo nostalgia, sì, ma dell’Istituto».

(Continua…)

Puoi leggere l’articolo integrale su L’Ogliastra, periodico in abbonamento della Diocesi di Lanusei.

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