CNOS-FAP: così prepariamo il futuro
Stanno per iniziare a Lanusei i percorsi regionali di studio per ottenere la qualifica di operatore professionale riconosciuti dall’UE.
«Abbiamo pensato per voi percorsi di formazione stimolanti e al passo con quanto richiede il mondo del lavoro». Così recita l’accattivante locandina con la quale il CNOS-FAP, l’organismo salesiano che si occupa di formazione professionale, invita i giovani in attesa di lavoro a cominciare a guardare alle prospettive del futuro per trovare un’occupazione adeguata ai propri interessi e alle esigenze del marcato. In particolare, a Lanusei sarà aperto tra breve, una volta espletata la selezione delle domande pervenute, un Corso riservato alla preparazione di operatori della ristorazione e dei servizi di sala e bar. Con il turismo che sta diventando la maggior industria della Sardegna, sarà possibile, infatti, trovare più numerose occasioni di impiego stabile anche nelle strutture ricettive ogliastrine. Un secondo corso (ma a Selargius) si propone, invece, di formare operatori addetti alla riparazione dei veicoli a motore: tute bianche e poco grasso, con le nuove tecnologie automobilistiche che consentono di intervenire sugli autoveicoli prevalentemente a mezzo di sofisticati sistemi informatici.
La frequenza ai Corsi consente ai ragazzi tra 14 e 17 anni non compiuti anche di assolvere all’obbligo scolastico, oltre che di preparasi ad un futuro i cui orizzonti di lavoro si presentano con i connotati di una sempre maggiore specializzazione. Per poter accedere ai corsi occorre essere disoccupati e residenti in Sardegna. In genere, agli alunni è riconosciuta un’indennità di viaggio e di mensa e a tutti i partecipanti viene fornito il materiale didattico, l’assicurazione INAIL, l’idoneità alla mansione e gli indumenti protettivi per il lavoro.
I salesiani sardi, in questo modo, proseguono l’intuizione del loro Fondatore, offrendo ai giovani gli strumenti per comprendere il futuro e per attrezzarsi ad esso, anche in considerazione che la Sardegna detiene ad oggi, il triste primato della dispersione scolastica: un ragazzo sardo ogni quattro (25%), infatti, si ferma al diploma di terza media e non prosegue gli studi. Assieme alla Sicilia, la Sardegna vanta il poco lusinghiero primato di avere la percentuale negativa peggiore d’Italia circa mancate iscrizioni alle superiori. Una delle cause più significative di questo grave stato di cose è sicuramente da ricercarsi nella chiusura indiscriminata dei Centri di Formazione Professionale, finanziati dalla Regione, un tempo fiorenti e pieni di ragazzi che imparavano un mestiere e si riscattavano con il proprio lavoro. E se è pur vero che negli scorsi decenni gli enti di formazione si erano moltiplicati a dismisura ed erano diventati del carrozzoni che macinavano soldi pubblici generando uno situazione ingovernabile; è anche vero, però, che insieme agli enti che effettivamente davano motivo di censura, si cancellavano di fatto altri enti che lavoravano con passione educativa ottenendo risultati lusinghieri. Mettere sullo stesso piano operatori seri ed avventurieri fu facile e demagogico, ma scorretto e negativo sotto il profilo del risultato che non ha tardato a rivelarsi nella sua pericolosità sociale.
Il CNOS-FAP si fa avanti con la sua competenza e la sua serietà.
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