Archivi: 2015
Le luci e la Luce di Natale
di Tonino Loddo
Quello dei consumi è già iniziato da un pezzo, con quegli inni stupendi sviliti a jingle per reclamizzare panettoni farciti di mousse al cioccolato o per sponsorizzare babbinatale carichi di doni stravaganti e, spesso, sopra le righe, e quelle vetrine piene di leccornie d’ogni genere … L’altro, quello che ricorda l’evento struggente di un Dio che si fa uomo per amore, arriva in modo sommesso, preceduto dalla semplicità e dalla forza dell’Avvento, dalla sua severa liturgia e dall’invito alla misericordia che quest’anno giubilare rende ancora di più attuale.
Scuola diocesana di teologia: nuovo appuntamento
Sanità: la preoccupazione dei vescovi sardi
Nel corso della riunione tenutasi a Cagliari, sotto la presidenza di S.E. Monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari, presso il Seminario Regionale nei giorni 12-13 ottobre u.s. la Conferenza Episcopale Sarda ha affrontato, fra gli altri, la gravosa questione della riforma sanitaria regionale. Ecco il testo integrale del Comunicato diffuso da mons. Sebastiano Sanguinetti, segretario della Conferenza Episcopale.
«Dai territori delle 10 Diocesi sarde giungono anche ai Vescovi diffuse lamentele e preoccupazioni presso l’opinione pubblica nel merito della riorganizzazione ospedaliera e dei servizi sanitari a livello regionale, con paventate soppressioni o ridimensionamenti. Per avere una più puntuale informazione sulla “filosofia”, sui contenuti e sugli obiettivi della Riforma, i Vescovi hanno sollecitato un incontro con l’Assessore regionale Luigi Arru, che con disponibile cortesia si è prestato a fornire ai Presuli una dettagliata descrizione del progetto in cantiere. L’incontro è stato lungo e cordiale, oltre che puntuale nell’affermazione di alcuni presupposti e contenuti. Nessuno spirito ragionieristico, spesa regionale molto più alta che in altre parti d’Italia rispetto al numero degli abitanti, un utilizzo delle 29 strutture ospedaliere sparse nel territorio regionale sproporzionato e inadeguato, dove prevalgono le lungo-degenze rispetto alle acuzie, sistema di emergenza vetusto e non adeguato alle reali necessità. Bisogno, quindi, di migliorare il servizio nella qualità, maggiore razionalizzazione degli ospedali e servizi integrati con i reali bisogni dei singoli territori, non chiusura di ospedali ma una più adeguata loro utilizazione, integrata con altri servizi che diano garanzia di sicurezza e di efficienza, migliore integrazione tra rete ospedaliera pubblica e privata… Sono questi alcuni dei cardini emersi nel corso dell’incontro. I Vescovi si sono ripromessi di convocare a breve tutti gli incaricati diocesani della pastorale sanitaria, per un approfondimento della materia, a partire dalla propria esperienza diretta sul campo, dalla quale potranno emergere possibili proposte da avanzare al competente Assessorato.
Nel corso della Conferenza i Vescovi hanno anche affrontato il tema delle Scuole paritarie (in Sardegna sono 260, di cui 160 cattoliche, con decine di migliaia di alunni e circa 2.000 docenti). C’è grande preoccupazione circa la sussistenza di queste strutture per la contrazione dei fondi regionali e per il notevole ritardo con cui questi vengono assegnati, costringendo alcune scuole a chiudere i battenti e altre a fare autentici salti mortali per far fronte alle ingenti spese di gestione, che le famiglie non possono evidentemente assorbire. I Vescovi chiedono alla Regione Sarda una più precisa presa di consapevelozza circa questa questione che riguarda i diritti delle famiglie a una libera educazione dei propri figli.
I Vescovi hanno inoltre incontrato la nuova equipe formativa del Seminario Regionale, guidata dal nuovo rettore don Antonio Mura, della Diocesi di Iglesias. L’occasione è servita per rinnovare la propria fiducia alla nuova equipe e per tracciare un bilancio dell’attuale situazione della comunità e individuare i futuri percorsi. Dall’incontro è uscito confermato e rafforzato il progetto, che vede come fulcro il quinquennio formativo in vista del sacerdozio, con la stabilizzazione e qualificazione dell’anno propedeutico, per coloro che si affacciano al Seminario senza un congruo cammino previo nei seminari diocesani e privi di alcuni requisiti fondamentali atti all’inserimento nel Regionale, insieme a una più chiara definizione del Sesto Anno, come sintesi del percorso precedente e acquisizione di alcune specifiche abilità ed esperienze pastorali, prima dell’inizio del ministero dei futuri sacerdoti. Alla fine la Conferenza ha voluto esprimere profonda gratitudine al Rettore uscente, Monsignor Ginfranco Saba, della diocesi di Tempio-Ampurias per il competente servizio svolto nei 5 anni precedenti, nonché per la la redazione di un qualificato progetto educativo e la cura della struttura, abbellita e impreziosita in alcune sue parti, come la Cappella.
Altro argomento affrontato è stato quello della nuova disciplina sui procedimenti di nullità del sacramento del matrimonio, emanate da Papa Francesco con apposito motu proprio. La disciplina, che entrerà in vigore il prossimo 8 Dicembre, ridà centralità decisionale al Vescovo Diocesano e ha bisogno di un cammino di adeguamento delle strutture e delle procedure sul piano diocesano e su quello regionale. Il tema è delicato e di grande impatto ecclesiale e sociale. In attessa della pubblicazione delle linee applicative da parte della Segnatura Apostolica i Vescovi continueranno il proprio approfondimento in vista di linee adeguate e condivise.
I Vescovi hanno approvato anche le modifiche apportate al Calendario liturgico della Sardegna e delle singole Diocesi Sarde di prossima pubblicazione. In pari tempo hanno anche proceduto alla nomina del nuovo incaricato regionale per la liturgia nella persona del reverendo don Efisio Coni, della Diocesi di Tempio-Ampurias, nonché del Rev.do don Mario Tanca, della Diocesi di Sassari, come Consigliere spirituale regionale della Coldiretti.
La CES ha anche espresso il proprio compiacimento per il prossimo convegno nazionale dell’associazione archivisti italiani, che si svolgerà in Sardegna nel 2017, e sarà preparato da alcuni incontri regionali. Ha quindi confermato alla dott. Licia Meloni, della diocesi di Iglesias, il mandato di seguire e coordinare i responsabili degli archivi diocesani sardi fino allo svolgimento del convegno nazionale, seguendo contemporaneamente i rapporti tra Ces e Regione Sardegna”Altro tema affrontato è stato quello relativo ai tre Istituti Superiori di Scienze Religiose presenti in Sardegna (Cagliari, Sassari e Tempio Pausania), nel quadro di un ridimensionamento sul piano nazionale. Entro il mese di dicembre la Conferenza produrrà una sua decisione da portare in sede nazionale.
Infine, i Vescovi hanno definito struttura e statuto della Fondazione culturale della CES, in capo alle 10 diocesi sarde. Si passerà presto alla sua costituzione formale mediante rogito notarile».
Nuovi parroci in diocesi
“Pregate perché la parola del Signore si diffonda …”
“Pregate
perché la parola del Signore si diffonda …”
di Roberto Corongiu
“Fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi e veniamo liberati dagli uomini perversi e malvagi. Non di tutti infatti è la fede. Ma il Signore è fedele; egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno” (2Tess 3,1-3).
‹‹Pregate per noi, perché la parola del Signore si diffonda e sia glorificata come lo è anche tra voi›› 2Ts 3, 1. Con queste parole san Paolo, apostolo delle genti, inizia a concludere la sua seconda lettera ai fratelli di Tessalonica, invitandoli ad unirsi a lui quali strumenti della diffusione del Verbo. Un invito che vogliamo vedere rivolto a noi oggi, specialmente in questo mese di ottobre, tradizionalmente tempo di preghiera per le missioni. Missioni che spesso vediamo lontane, disperse in chissà quale paese straniero. Per esse magari preghiamo, raccogliamo contributi: ma restano comunque realtà lontane, e l’idea di missione stessa si riduce in quell’accezione di “lavoro di frontiera”. La missione invece, ed è proprio di questo che ci parla l’apostolo Paolo, è una dimensione fondamentale dell’essere Chiesa da vivere anzitutto qui ed ora. Perché essa non è appannaggio dei missionari o di coloro che operano in luoghi di non lunga tradizione cristiana: è invece compito primario di ogni cristiano, ovunque si viva ed operi. Nel tentativo di comprendere il come vivere tale dimensione nella nostra realtà, non è difficile, dandole anche solo un rapido sguardo, comprendere quanto l’annuncio oggi sia un’esigenza sempre più pressante. Le nostre realtà, antiche chiese, tra le prime a ricevere l’annuncio del Vangelo, sono spesso sopite, tiepide, e la forza vivificante della Buona Novella sopravvive a malapena, anziché vivere e illuminare. Lo comprese bene Benedetto XVI, che appena cinque anni fa volle erigere il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, proprio per ‹‹promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di “eclissi del senso di Dio”, che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo››. In tale realtà secolarizzata, intaccata dall’indifferenza, riscoprire l’esperienza di fede per poi testimoniarla diventa via attraverso la quale dare risposta all’invito di san Paolo: una riscoperta che vorremmo caratterizzata dal suo stesso ardore, dalla sua stessa sete di Dio. Nell’annuncio della Parola del Signore infatti, la testimonianza dell’apostolo ci è fondamentale, perché quando si sperimenta qualcosa di bello e vero, e l’incontro con Cristo lo è ogni oltre misura, lo si vuole gridare al mondo: allora, come lui, potremmo sentire la testimonianza della fede, l’annuncio della Parola, “la missione”, come un qualcosa che ci appartiene, come desiderio di condivisione. Desiderio di sperimentare in prima persona l’amore di Dio e la pazienza di Cristo (prosegue poi san Paolo), volendo poi che ogni uomo Lo possa incontrare, sperimentandone la vicinanza, la compassione, la misericordia. In questo modo il carattere missionario della vocazione di ciascuno traspare, irrompendo e facendosi testimonianza nella vita quotidiana.
L’ordinazione di don Marco Congiu
di Federico Murtas
Per la gioia della nostra chiesa locale, per la gioia del Vescovo, del presbiterio diocesano, del parroco, della comunità parrocchiale di Arbatax, il 27 settembre, don Marco Congiu è divenuto presbitero. Durante l’omelia il vescovo, riferendosi alle Letture della XXVI domenica, ha detto – tra l’altro – a don Marco: «Anche tu entri oggi tra coloro che Dio ha designato per servire il suo popolo; anche tu sarai costituito maestro nella fede e annunziatore del Vangelo; anche tu, mediante l’imposizione delle mie mani e la preghiera consacratoria, riceverei la grazia dello Spirito santo che ti conformerà a Cristo buon pastore; ma – ti prego – non considerarlo un monopolio: non avere per questo pretese di dominio e di potere; non chiuderti in una concezione elitaria e di identità chiusa; non stabilire chi può accedere al bene che è Gesù e chi no; non avere una mentalità settaria, che è un peccato contro lo Spirito; non cadere in un moralismo senza Vangelo; non pensare di avere l’esclusiva su tutti i valori e su tutta la salvezza. Sappi piuttosto meravigliarti di tutto ciò che di bello il Signore manifesta dentro e attorno a te, dei germi di bene, bontà, verità e giustizia che sono seminati anche fuori dal nostro campo».
Il vescovo ha anche augurato a don Marco che possa imparare a stare con i giovani, perché sono loro la speranza della Chiesa, aggiungendo che la missione sacerdotale non è una facile missione in questo tempo ed invitandolo a non scoraggiarsi, ma a confidare sempre e solo in Cristo sommo ed eterno sacerdote, e a conclusione dell’ omelia il vescovo ha letto le bellissime parole del Santo Curato d’Ars che esortano l’anima di ognuno di noi a lavorare e a legarsi fedelmente nel Signore. Durante il rito di consacrazione l’emozione e la gioia di don Marco erano molto simili all’emozione del vescovo che per la prima volta ordinava un presbitero. I presenti nonostante la pioggia non hanno ceduto un momento all’attenzione rivolta a quello che succedeva in quel presbiterio allestito nella piazza antistante la chiesa per questa importante celebrazione che tutti aspettavano da tempo per il figlio di questa comunità che ha scelto una strada cosi bella ma altrettanto impegnativa.